«Secondo le nostre informazioni, la legge nazionale italiana si applicherà ai Cpr come finora per l’asilo […] e in linea di principio, ciò è in linea con la legge Ue», bastano queste parole pronunciate dal portavoce della Commissione europea per gli Affari interni, Markus Lammert, durante il vertice con la stampa per far esultare i 24 europarlamentari di Fratelli d’Italia, membri del gruppo Ecr.
È nella sala Margaret Thatcher del Parlamento europeo che Carlo Fidanza, capodelegazione per Fdi, ha organizzato il convegno “Fermare la tratta” con sottotitolo “cooperazione trans-frontaliera e controllo delle frontiere esterne”. Tra gli ospiti anche il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. Nonostante il tema sia in particolare sul come «creare un’alternativa al modello attuale migratorio», tramite la collaborazione tra l’Italia e la Francia, speaker per quest’ultima Nicolas Bay, membro di Identité-Libertés, non mancano i riferimenti a quanto detto dalla Commissione. A margine dell’evento Carlo Fidanza dichiara a Zeta: «Oggi abbiamo avuto una conferma di quanto eravamo già certi, ovvero che l’Italia è assolutamente in linea con il diritto europeo. L’apertura di un centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) in Albania, è una delle cosiddette soluzioni innovative che grazie all’impegno di Giorgia Meloni ormai fanno parte degli strumenti che l’Ue sta autorizzando». Resta, però, il tema dei paesi terzi sicuri. Proprio questo, dopo una sentenza della magistratura, aveva fatto tornare in Italia i migranti portati in Albania. In merito Fidanza spiega di «essere in attesta della lista definitiva». In questa maniera dovrebbero avere inizio le operazioni di rimpatrio. Non manca la stoccata alla «magistratura politicizzata che porta avanti delle iniziative temerarie per fermare le politiche di contrasto all’immigrazione irregolare».
Le parole del portavoce hanno irritato gli eurodeputati del Partito Democratico, membri del gruppo dei socialisti europei, Alessandro Zan e Cecilia Strada: «Oggi il portavoce della Commissione europea ha detto che il decreto del governo italiano che trasforma i centri in Albania in Cpr è in linea di principio compatibile con il diritto europeo. Fratelli d’Italia esulta e attacca le opposizioni ma la verità è che a oggi non esiste alcuna normativa che consenta l’extraterritorialità nella gestione dei rimpatri». E poi l’attacco al presidente del Consiglio Meloni che, secondo loro, «sta cercando un trofeo politico sulla pelle di chi fugge da guerre, torture e povertà».
Parole molto dure che arrivano nello stesso giorno in cui Keir Starmer, primo ministro del Regno Unito e leader laburista, nel corso del Summit sulla criminalità organizzata nell’immigrazione (OIC), che ha contato la presenza di 40 paesi, ha invitato la comunità internazionale a «eliminare una volta per tutte le reti di trafficanti di esseri umani». Come farlo? «Dobbiamo unire le nostre risorse, condividere intelligence e tattiche e affrontare il problema a monte, in ogni fase del viaggio, dal Nord Africa e dal Medio oriente», ha affermato Starmer durante il suo intervento. Parole che hanno trovato man forte da Meloni che in videocollegamento ha ribadito il «modello Albania» e di «essere felice di poter contare sul sostegno e sulla collaborazione del Regno Unito in questa sfida».
L’opposizione annuncia battaglia. Il governo italiano festeggia. La partita, però, è ancora lunga perché il nuovo Piano migrazione e asilo è previsto per il 2026, nonostante l’Italia abbia chiesto di anticiparlo, così come la lista dei paesi sicuri.