Esclusiva

Giugno 4 2025
Goldkorn: «Nawrocki e il Pis hanno paura del futuro»

Il successo del trumpiano alle elezioni presidenziali è applaudito dalla destra a livello internazionale, dall’AfD al Rassemblement National, passando per la Lega

Karol Nawrocki è il nuovo presidente della Polonia, e a esultare è il partito Diritto e Giustizia (Pis) e la galassia populista internazionale.

Sconfitto in una testa a testa al secondo turno il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, che si è fermato al 49,11%, non lontano dal 50,89% di Nawrocki. «Il Pis che ha sostenuto Nawrocki ha paura del futuro e ha nostalgia del passato, che è rassicurante poiché lo conosciamo, è una sorta di comfort zone», è il commento di Wlodeck Goldkorn, giornalista di origini polacche con un passato al settimanale “L’Espresso”. Il successo dello storico conservatore è applaudito dagli esponenti della destra europea, che non hanno esitato a congratularsi su X con il successore di Andrzej Duda: dal primo ministro ungherese Viktor Orban alla leader dell’AfD Alice Weidel, passando per il numero uno del Partito per la Libertà Geert Wilders, la presidentessa del Rassemblement National Marine Le Pen e il segretario della Lega Matteo Salvini.

Ex pugile, Nawrocki ha parlato su X di una «campagna elettorale difficile e a tratti brutale», ringraziando l’elettorato che lo ha scelto. «A Nawrocki è stata costruita l’immagine dell’uomo del popolo», prosegue l’esperto. L’elezione del quarantenne è un duro colpo per il premier polacco Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo, che ha già annunciato un voto di fiducia e vede lo spettro di una difficile coabitazione con il neopresidente. È a rischio la restaurazione dello Stato di diritto dopo i governi a marca Pis di Mateusz Morawiecki, incluso il ripristino dell’indipendenza della magistratura, e l’agenda di riforme che alle elezioni di fine 2023 ha convinto molti giovani e donne a optare per Tusk. Molte promesse sono rimaste però incompiute, tra queste la liberalizzazione del diritto all’aborto e la garanzia di sussidi per gli affitti ai giovani. «Tusk può avere sette vite, è un grande manovratore e tattico, non molla facilmente. Non è una bocciatura per lui, perché lo scarto è di 300mila voti che su scala della Polonia non è tantissimo, è meno del 2%. Non è la sua fine, è stato sconfitto il candidato che era percepito come espressione delle élite e del primo ministro, il quale non ha attuato le promesse fatte riguardo la tragica situazione alla frontiera con la Bielorussia e l’aborto», prosegue Goldkorn.

Il risultato polacco dimostra che le nuove generazioni si stanno spostando nel campo del populismo e dell’estrema destra, in una tendenza già osservata in Germania e Francia, solo due esempi nel Vecchio Continente. Si può inoltre parlare di spaccatura territoriale, tra grandi città e aree rurali, Polonia occidentale e orientale: l’ovest del Paese ha scelto Trzaskowski, mentre l’est, per tradizione più conservatore, ha premiato Nawrocki: «Le grandi città sono in mano ai partiti liberali e di sinistra, le campagne e piccole città no, grossomodo è così, ma la situazione è più complessa se si entra nei dettagli. Da sempre il Paese è spaccato in due».

La Postura internazionale, tra la tenuta del “Triangolo di Weimar”, l’Ucraina e Trump

La Polonia, mini-potenza economica, è divisa a livello sociale e l’Europa guarda con preoccupazione a Varsavia, in un’epoca dove la Nazione si sta affermando in seno all’Unione a fianco della Germania di Friedrich Merz e della Francia di Emmanuel Macron. Il rinnovato “Triangolo di Weimar” rischia di vacillare, così come la postura sul dossier Ucraina. «Penso che cambierà qualcosa nell’approccio all’Ucraina, ma con gradualità. La destra nazionalista polacca non è filo-ucraina. La Polonia sarà più tiepida, ma il vero problema è lo status del Paese in Europa perché il presidente della Repubblica ha voce in capitolo nelle questioni internazionali e militari. Sembrava il Paese più dinamico dell’Ue, ma senza la Polonia rimangono Francia e Germania», sostiene il giornalista.

Preoccupa lo scetticismo di Nawrocki sull’adesione all’Alleanza Atlantica (Nato) dell’Ucraina, oltre che la sua simpatia per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’avversione ai diritti della Comunità Lgbtqia+, all’aborto, al Green Deal – il programma europeo per il clima – e al Patto per la migrazione dell’Unione europea.

La sua affermazione è un punto a favore per Trump, che ha accolto Nawrocki in campagna elettorale e inviato in Polonia la segretaria per la Sicurezza interna Kristi Noem a manifestare il sostegno della Casa Bianca. «Nawrocki è come Trump. Viviamo in un momento di grande avanzamento del populismo, caratterizzato dall’estrema semplificazione in un mondo complesso che noi non riusciamo a capire, in cui non riusciamo a cogliere con buon senso il nesso tra causa ed effetto», conclude Goldkorn.