Nessuna insegna appariscente, nessuna vetrina. Solo un portone anonimo, un citofono e un androne come tanti. Da lì si entra in un mondo fuori dal tempo: pareti rosso scuro, odore d’incenso, scaffali colmi di oggetti antichi. Un pendolo oscilla lento tra candele, rune e libri consunti. A guidare i gruppi che arrivano, una donna dai capelli rame come il fuoco. Non siamo in un film né in una rievocazione teatrale: siamo nel cuore di Torino, a pochi passi da Porta Susa, dentro il “Museo della Stregoneria Contemporanea”. Riaperto a febbraio in una nuova sede più ampia, questo spazio non celebra il folklore, ma restituisce dignità a una conoscenza profonda, spesso fraintesa. Un luogo, soprattutto, che spiega perché sempre più persone si rivolgono alla magia piuttosto che alla psicoterapia.
Ad accogliere i visitatori ci sono Norak Odal e Daniela Surleti: studiosi, esoteristi, ma soprattutto custodi di un sapere antico. Fondatori del museo ma anche dell’Accademia Iniziatica di Runologia (AIR) e della Scuola Sophia, due poli formativi che da anni raccolgono chi cerca, studia, si interroga. «Non è una moda, né un gioco», chiarisce Norak, che inizia il suo percorso nel 1994 da scettico. «È stato il mio bisogno di capire, di indagare con metodo, a portarmi fin qui». Da autodidatta a runologo riconosciuto a livello internazionale, oggi Norak collabora con ricercatori in Scandinavia, Irlanda e Sud America.
IL MUSEO
E proprio in questa città dall’anima esoterica nasce il Museo della Stregoneria Contemporanea. un luogo pensato per riportare la magia alle sue radici autentiche. Il percorso guidato, che dura circa 40 minuti, si apre in un salotto ottocentesco, con divani di velluto, tavole ouija, bambole d’epoca e quadri intrisi di mistero. Si prosegue tra radici, infusi e piante essiccate nell’area erboristica, fino a toccare teche sciamaniche, altari pagani e illustrazioni runiche. Al centro spicca la ricostruzione fedele della camera da letto di una strega vissuta nella metta dell’Ottocento, il cui ritratto – firmato dall’artista Carlo Piterà – sorveglia la stanza con silenziosa presenza. La visita si conclude immersi tra cristalli, grimori, specchi neri e bacchette rituali, un crescendo di simboli che raccontano storie profonde e documentate. «Abbiamo raccolto oltre mille reperti autentici in più di vent’anni di ricerche e scambi con altri studiosi», spiega Norak. «Ogni oggetto ha una provenienza certificata: niente è stato acquistato su eBay».
IL BOOM
Non stupisce, allora, che siano soprattutto donne e giovani a varcare la soglia del museo, alla ricerca di un senso profondo. Secondo il rapporto Eurispes 2024, il 26,5% degli italiani crede in oroscopi, tarocchi e pratiche magiche, con la percentuale che tra gli under 35 sfiora il 38%. Più di 13 milioni di persone hanno invece consultato almeno una volta un sensitivo, non per gioco, ma per trovare risposte a ansia, lutti e difficoltà relazionali. «La magia oggi è una nuova forma di terapia», spiega Daniela. «Si muove tra il recupero di antichi saperi e la diffusione, spesso superficiale, di queste conoscenze sui social». Non solo, la magia è inflazionata dai social: «Chiunque si proclama “strega” su TikTok perché legge i tarocchi. Ma essere una strega non è un titolo, è una condizione interiore. Richiede studio, etica, rispetto. Non ci si improvvisa, non è uno show».
LA SCUOLA
E così la stregoneria, per secoli perseguitata, oggi torna sotto una nuova luce. La Scuola Sophia, parte integrante del museo, è diventata un punto di riferimento per chi cerca un approccio serio e approfondito all’esoterismo. «Non promettiamo poteri o formule segrete», spiega Daniela. «Io insegno cristallologia, arti divinatorie antiche e paganesimo, ma non per “fare magia”. L’obiettivo è riscoprire se stessi attraverso linguaggi dimenticati». Dal 2010, quando contava appena 40 iscritti, la scuola è cresciuta fino a raggiungere oggi 200-250 partecipanti all’anno. I corsi e le conferenze si tengono in tutta Italia, con un’attenzione particolare a Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana. Al Sud, soprattutto nelle zone interne di Sicilia e Sardegna, le tradizioni orali si mantengono vive. «Nelle grandi città, invece, spesso questi saperi si perdono o si riducono a un trend», aggiunge Norak.
Ma in Italia, l’esoterismo resta fuori dalle università. La runologia, ad esempio, è appena accennata nei dipartimenti di lingue germaniche. «Mentre in Francia e nel Nord Europa esistono corsi ufficiali, matrimoni pagani, festività pubbliche – racconta Daniela –. siamo ancora indietro. Ma qualcosa si sta muovendo». Da qui la scelta di fondare un’accademia indipendente, che oggi collabora con antropologi, medici, docenti e studiosi.
In un’Italia confusa e in cerca di senso, la stregoneria smette di essere tabù e torna a parlare di identità, radici, trasformazione. Non sorprende che la figura della strega – un tempo demonizzata – torni a essere una guida.