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Esclusiva

Febbraio 4 2020
Quattro Regioni chiedono quarantena per le scuole. Mario Rusconi: "Richiesta inadeguata e affrettata"

Nella lettera inviata al ministro della Salute i governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige chiedono 14 giorni di isolamento dalle scuole per i bambini in rientro dalla Cina, ma i presidi si oppongono. Reporter nuovo ha intervistato Mario Rusconi, Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio

«Al momento si tratta di una richiesta ingiustificata. Tutti i controlli effettuati dalle autorità sanitarie stanno funzionando, per cui finchè il Ministero della Salute non diffonde una eventuale disposizione, le scuole sono tenute ad accogliere tutti i bambini, cinesi e non cinesi» ha dichiarato il Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio, Mario Rusconi.

Sabato scorso le regioni Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige hanno inviato una lettera al ministro della Salute Roberto Speranza chiedendo una quarantena di due settimane per gli studenti provenienti dalla Cina. Il ministro ha rinviato la questione all’Istituto Superiore di Sanità, affermando che “su queste cose decide la scienza”. L’Iss, poco dopo, detta una nota: «Le misure adottate rispetto al rischio legato al Coronavirus tutelano la salute dei bambini e della popolazione. L’Italia è tra i Paesi che hanno adottato le misure più ampie e articolate».

È d’accordo Rusconi, che ha affermato: «Adesso, per quanto riguarda l’Italia, questa psicosi è ingiustificata. Aspettiamo di vedere come saranno gli sviluppi dell’infezione anche in altri Paesi, ma finora le indicazioni date dal ministero della salute sono pertinenti al rischio che corriamo». Ha poi aggiunto: «Le regioni non hanno il potere di decidere chi entra o no nelle scuole. Inoltre, considero la proposta avanzata di difficile attuazione. Come facciamo a sapere quali sono i bambini, cinesi o meno, che sono stati in Cina? Potrebbero essere anche di altre nazionalità. Solo dal punto di vista organizzativo è difficile».