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Esclusiva

Marzo 29 2020
Birdbox,non guardare

Quando una strana epidemia porta l’apocalisse sulla terra l’unica cosa che Malorie può fare per sopravvivere è rinunciare alla vista

Il mondo intorno a noi sta cambiando, da qualche giorno a questa parte lo ha già fatto. Molte delle attività che consideravamo scontate, naturali, di fatto non lo sono più. Sono in pausa. Le lunghe cene con gli amici, i concerti, gli aperitivi. Ce ne rimangono però altre, e non meno degne. Ci sono i film, che in tempi come questi offrono oltre che sollievo, anche una possibilità di evasione. Ci si immerge, scena dopo scena, e pian piano possiamo perderci in boschi, praterie, piazze e città esotiche dove non siamo mai stati prima. Una volta ancora, in soccorso nei momenti di difficoltà viene la cultura. #pellicoledaquarantena 


La voce di un uomo alla radio cerca superstiti e offre un posto sicuro a chi sta ascoltando. Una speranza per Malorie, interpretata da Sandra Bullock, e i suoi bambini a cui spiega le regole del viaggio: nessuno deve parlare e tutti devono ascoltare ciò che si muove nel bosco o nell’acqua, senza togliersi mai la benda dagli occhi.

Il film distribuito da Netflix, diretto da Susanne Bier e basato sul libro apocalittico di Josh Malerman, ha conquistato 26 milioni di spettatori solo nella prima settimana. Un successo dovuto all’inquietudine che genera l’ignoto, non sappiamo contro chi o cosa combattono: «Qualsiasi cosa siano questi esseri, attingono alle tue paure più profonde ed è qualcosa di diverso per ogni persona. Credo che improvvisamente far assumere una forma concreta per spiegare questo concetto renderebbe più debole il film», spiega la regista danese. La suspense cresce nelle scene finali, dove l’assenza di dialoghi rende ogni rumore amplificato per lo spettatore. 

Cinque anni prima Malorie, incinta, è intenta a dipingere quando sente in tv di una strana epidemia che porta le persone a suicidarsi.  Lo stesso giorno in città in molti cominciano a mostrate gli stessi sintomi,tra questi sua sorella Jessica. Resta assorta mentre guida, catturata da una strana visione. Esce dalla macchina e si fa uccidere da un camion. La protagonista, sconvolta, cerca riparo e viene accolta da un gruppo di persone in una casa. I sette scoprono che sono delle misteriose entità invisibile ad aver portato l’apocalisse in città, basta guardarle per suicidarsi.

La casa diventa il loro rifugio fino a quando non accolgono Gary. L’uomo spiega che guardare queste creature negli occhi non ha lo stesso effetto per tutti: sulle persone considerate mentalmente instabili, prima di tutto questo,non ha un effetto suicidia. Loro venerano le creature e li aiutano a scovare chi ancora si nasconde. L’ordine sociale si capovolge e adesso sono loro a dare la caccia a chi li rinchiudeva, ritenendosi “normale”.   

SPOILER ALERT! Gary si rivela essere uno di loro e spalanca le finestre per far guardare a tutti i suoi dèi negli occhi, mentre Malorie e Olympia danno alla luce i loro bambini. Dalla casa riescono a scappare solo la protagonista, l’ex militare Tom e i due neonati.

Passano gli anni e del mondo non è rimasto più nulla. Malorie, Tom e i due bambini, a cui non danno nome perché i legami sociali sono inutili quando tutto intorno muore, vivono nascosti finché non sentono la voce alla radio che promette un rifugio sicuro. Ma come possono sopravvivere lì fuori ad un male che non puoi neanche guardare? Con una benda sugli occhi e dei pappagalli. Durante un’uscita per trovare provviste Malorie si rende conto che gli uccelli riescono a percepire la presenza delle entità e decide di portarli sempre con sé, come un campanello d’allarme. Mentre si prepara al viaggio li mette in una scatola, Birdbox, e li affida a Bambino e Bambina.

Alla fine i tre riescono a raggiungere la voce alla radio, ma senza Tom. Il rifugio è una scuola per non vedenti, tutto ciò che resta dell’umanità. Adesso che è al sicuro può dare un nome ai suoi bambini, Tom e Olympia, e liberare i pappagalli.