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Esclusiva

Maggio 6 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Maggio 8 2020
L’opposizione nelle sabbie mobili, De Sio: “Attaccare il governo non paga”

Il direttore del Cise spiega le difficoltà del centrodestra, la perdita di consensi dei suoi leader e l’ascesa del governatore Zaia

 «Durante l’emergenza la popolarità del governo è aumentata, è quello che succede quando un paese è chiamato ad affrontare particolari situazioni di crisi», dice Lorenzo De Sio, direttore del Cise (Centro Italiano di Studi Elettorali). E’ l’effetto che la scienza politica definisce come “rally ‘round the flag”, lo stringerei attorno alla bandiera. In Italia questo fenomeno ha rafforzato il governo e indebolito l’opposizione. I partiti del centrodestra passano all’attacco ma gli italiani non li seguono; stessa cosa vale per Italia Viva di Matteo Renzi, leader ormai smarcato dalla linea prudente del governo e condivisa anche dagli italiani, secondo la rilevazione del Cise. Luca Zaia è l’unica eccezione: il pragmatico governatore leghista è il secondo leader più apprezzato dopo Giuseppe Conte, un gradimento che fa ombra al segretario sovranista Matteo Salvini.

Chiunque attacchi il governo ne paga le conseguenze in termini di consenso, «un effetto legato alla visibilità del governo e al rally ‘round the flag» spiega Lorenzo De Sio, l’effetto che spinge l’elettorato a “stringersi intorno alla bandiera” in situazioni particolari di crisi. Lo stesso fenomeno che ha portato George W. Bush ad ottenere una popolarità del 90% per effetto dell’attentato alle Torri Gemelle del 2001. Nonostante la flessione, il governo continua ad essere apprezzato dal 63% degli italiani, un indice di gradimento che, escluso il mese scorso, per ritrovarlo è necessario ritornare a settembre 2018. « L’elettorato si raccoglie intorno a figure unificanti come il governo e prenderle non è una strategia che porta consenso», dice il direttore del Cise. In questo contesto dunque per l’opposizione diventa difficile uscire dalla sabbie mobili: attaccare il governo si rivelerebbe un boomerang ma, allo stesso tempo, portare avanti un approccio collaborativo significherebbe finire sotto l’ombra dell’esecutivo, che non a caso – spiega De Sio – «durante periodi come questo ottiene una grade visibilità a scapito delle opposizioni». 

Scartata la seconda ipotesi, il centrodestra – e non solo –  ha deciso di uscire dall’angolo e passare all’attacco durante l’informativa del premier Giuseppe Conte alla Camere. Una giornata segnata dai duri attacchi rivolti alla linea adottata dal governo sulle riaperture. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia insieme a Italia Viva, hanno sfruttato la visibilità delle proteste dei commercianti e alle critiche del nuovo presidente di Confindustria Carlo Bonomi, ma «quanto riportano i giornali spesso non è rappresentativo dell’opinione pubblica. Una categoria riesce ad avere visibilità portando alcune forze politiche a dire che bisogna riaprire, ma non è detto che questa sia poi condivisa dalla maggioranza dei cittadini». Secondo lo studio del Cise, infatti, 71% degli intervistati si dichiara a favore di un eliminazione graduale delle restrizioni sulla base dell’andamento dei contagi. Una linea “prudente” che rispecchia la strategia del governo Conte ma che si scontra con la linea tenuta delle opposizioni. «Spesso – aggiunge De Sio – la classe politica si convince di quanto riportato dai giornali, ma poi è probabile che le opinioni dei cittadini vadano in una direzione diversa».   

A dimostrarlo è anche il dato sulla salute: il 59,1% degli intervistati dichiara che dovrebbe essere tutelata anche a costo di fermare l’economia. Il risultato è il fallimento dell’approccio portato avanti sia dal centrodestra che da Italia Viva. Secondo Demos, infatti, solo il 34% dei cittadini esprime un giudizio positivo sull’opposizione, in calo di ben 23 punti rispetto al mese scorso. Stessa cosa vale per Italia Viva, passata dal 3,3% di marzo al 2,2% di aprile. Un trend che si riflette anche sul gradimento di Matteo Renzi, in calo di 5 punti sul mese precedente e ormai relegato in fondo alla classifica dei leader più apprezzati. «La crisi mette gli attori di governo in primo piano – spiega De Sio –  Renzi ha scelto una strategia molto aggressiva perché ha capito che in questa situazione rischia di perdere ulteriore visibilità, ma in periodi di emergenza questa non è una strategia che paga». 

A dimostrarlo sono anche i risultati del centrodestra. La Lega si sgonfia fino 26,2% – una percentuale ormai lontana dal 34,3% delle elezioni europee –  trascinandosi dietro anche il consenso di Matteo Salvini in calo del 9% punti rispetto ad aprile. Fratelli d’Italia regge, ma il gradimento di Giorgia Meloni cala di 8 punti scendendo sotto la soglia psicologia del 50%. Chi sembra aver tenuto è Forza Italia che guadagna 0,3 punti attestandosi al 6,2%; stessa cosa per Silvio Berlusconi – unico leader del centrodestra a crescere, seppur di poco – il cui gradimento aumenta di appena un punto fermandosi al 35%. Non a caso il Cavaliere ha deciso di tenere una linea più dialogante con il governo, ma orami il peso politico di FI e Berlusconi sembra essersi esaurito a vantaggio degli alleati. «Per non lasciare campo libero al governo – spiega il direttore del Cise – le opposizioni fin da subito hanno cercato visibilità durate l’emergenza». Il riferimento è alle polemiche partite dalla Lombardia – la regione più colpita dal virus  – e rivolte contro il governo con l’obiettivo ritagliarsi un ruolo di rilievo nella gestione della crisi. «Questa strategia non sembra aver pagato molto», è l’opinione di De Sio. «Tutto ciò ha fatto in modo che l’amministrazione leghista venisse imputata di una seria di problemi che hanno avuto luogo in Lombardia, dove ci sono stati molti problemi legati alla gestione dell’emergenza». Anche a livello nazionale «il centrodestra fin dall’inizio ha sostenuto l’opposto del governo e questo probabilmente non ha aiutato in termini di credibilità». Il “rally ‘ruond the flag”, del resto, vuole che l’elettorato si stringa intorno a chi ha la responsabilità di risolvere il problema e questo fa in mondo che gli atteggiamenti divisivi non vengano visti di buon occhio. 

Il contrario rispetto strategia dal governatore del Veneto Luca Zaia, unico esponente del centrodestra dato in ascesa dai sondaggi. Ad oggi è il secondo leader più gradito dopo Giuseppe Conte con un indice di gradimento del 51%, 3 punti in più rispetto al mese scorso. Il leghista, a differenza degli alleati, ha optato per «una linea silenziosa ma allo stesso tempo pragmatica nella gestione dell’emergenza», spiega De Sio. «Con l’aiuto di importanti esperti ha scelto una strategia efficace e una comunicazione meno roboante rispetto a quella di Salvini e di Fontana in Lombardia». Zaia è espressione dell’ala anti-sovranista della Lega caduta in disgrazia con l’avvento di Matteo Salvini, ma che ora viene data in ascesa, complici le giravolte e il trend negativo con cui si sta misurando la Lega populista del Capitano. «Si dice spesso che i cittadini siano in preda delle fake news o a un certo tipo di comunicazione – dice De Sio – in realtà in questa situazione i cittadini sono stati più attenti ai risultati premiando Zaia in termini di popolarità e che sui media è stato meno visibile rispetto a Salvini». L’emergenza apre nuovi scenari, non solo per le varie leadership, ma anche riguardo il comportamento dell’elettorato, in questa fase meno persuaso dalla comunicazione aggressiva tipica dell’Italia degli ultimi anni.