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Esclusiva

Maggio 22 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Maggio 26 2020
Italia a luci rosse, aggiornamenti dal mondo del porno

Liberatorio, proibito, tabù. Anche il porno si è dovuto fermare nei giorni dell’epidemia, e così tutti i performer, produttori e registi che ci lavorano

Confessereste i vostri segreti più intimi alla barra di ricerca di Google? Sì, almeno guardando ai dati di Pornhub, piattaforma online canadese per la condivisione di materiale pornografico. Sesso per scacciare la paura, la noia. Per sfogarsi, passare il tempo, intrattenersi. Dall’altra parte, però, ci sono i lavoratori che al pari di tutti gli altri si sono dovuti fermare. Lo stop e la ripartenza spiegati da Max Felicitas e Valery Vita, pornoattori di professione. 

Italia a luci rosse, aggiornamenti dal mondo del porno
Traffico mensile medio, paragonato a febbraio. Il picco coincide con il 12 marzo, quando Pornhub rende gratuito l’accesso ai servizi Premium in tutta Italia

«Abbiamo dovuto cambiare strategia, ora le ragazze lavorano da casa. Tutte sono state munite di fotocamera e si sono riprese da sole. La fortuna è che molte convivono con dei pornoattori, dunque siamo riusciti ad avere anche scene di coppia e non solo singole.» All’altro capo del telefono c’è Valery Vita, produttrice e attrice originaria di Alessandria. Parla sicura e con la voce squillante, una nota di orgoglio per il piccolo impero a luci rosse che è riuscita a costruire. «Ho tutto in regola, sono titolare di partita iva, la mia azienda ha una sede legale e pago le tasse. Non è da tutti nel mondo del porno. Le ragazze che lavorano per me devono eseguire le analisi, firmare la liberatoria per i diritti di immagine e, dopo l’emergenza da Covid-19, sarà richiesto anche il tampone o il test sierologico. Tutto questo, va da sé, è a carico dell’azienda.» Valery ci tiene a sottolineare che le sue dipendenti seguono protocolli igienici e sono costantemente controllate: «almeno per le malattie sessualmente trasmissibili è così e i test fatti hanno una validità di 14 giorni.»

Chi lavora nel mondo del porno è sottoposto a numerosi controlli, una pratica che negli anni 90, per via dell’epidemia di HIV che minacciava la salute degli attori, ha indotto la Free Speech Coalition (una rete di avvocati che rappresenta diverse aziende dell’intrattenimento per adulti) a lanciare in California il piano Pass. L’acronimo sta per Performer Availability Scheduling Services, un protocollo ancora in uso e finalizzato a offrire consulenze mediche e legali e un database di test per le malattie a trasmissione sessuale. La frequenza con cui gli attori si sottopongono ai controlli è ogni due settimane, operazione eseguita con discrezione e nel rispetto della loro privacy. Qualora dovessero risultare postivi non potranno lavorare fino a che non sia passata la fase del contagio. Il programma di screening è su base volontaria, ma molti set cinematografici californiani ne richiedono l’adesione. Mark, della no-profit Free Speech Coalition, assicura che il protocollo rispetta tutte le figure che operano nel settore porno: «si tratta di un database in cui i nomi di chi può lavorare sono contrassegnati da una spunta verde. Se è presente, significa che il test HIV è stato eseguito nelle ultime due settimane e garantisce che gli attori siano negativi a tutte le malattie sessualmente trasmissibili. Oltre a questo, non vengono fornite altre informazioni mediche.»

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Traffico giornaliero medio, confronto tra donne e uomini. Panoramica mondiale

«Da quando è iniziato il lockdown ho potuto continuare a lavorare solo virtualmente, mi sono dedicato a portare avanti il mio sito internet e i miei social. Non ho ripreso la mia attività, preferisco aspettare ancora qualche settimana. Per il resto ci affidiamo ad Afrodite, la dea dell’amore.» Parla Max Felicitas, pornoattore di 28 anni. A lui fa eco Valery: «Oltre a produrre e recitare mi esibisco anche, però al momento sono ferma. Sono soddisfatta della mia azienda, vende bene. Abbiamo una zona abbonamenti dove facciamo le dirette streaming e poi lo shop dove si possono acquistare i film, che costano tra i 18 e i 50 euro.»

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Traffico giornaliero medio, confronto per fasce di età. Panoramica mondiale

I due performer raccontano che lavorare nel porno è ancora causa di molti pregiudizi, Max però è abituato: «non esistono situazioni che riescono a demoralizzarmi, non mollo mai.» La stessa tenacia di Valery: «ti giudicheranno sempre, ma non me la prendo perché penso sia sintomo di gelosia. A criticarmi sono gli altri produttori, forse perché non riescono più a vendere come una volta. Sono fiera di me, ho creato un prodotto particolare, richiesto, che fa la differenza. Fuori dal mondo del porno, invece, penso di essere ben voluta da tutti.»

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