«Sono quello che sono» è il titolo del video promozionale del portale Infotrans. Online dal 25 maggio è il frutto di una collaborazione tra il Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali – Presidenza del Consiglio dei Ministri (UNAR). Il video continua «Può essere difficile capire chi si è. Non dovrebbe essere difficile diventarlo». Il sito vuole essere infatti lo «strumento esaustivo di tutte le necessità informative per le persone transgender», come dichiara in apertura del webinar di presentazione il Direttore Generale dell’UNAR Triantafillos Loukarelis.
Hanno aperto l’incontro i responsabili del progetto Marina Pierdominici e Matteo Marconi, poi l’intervento di Loukarelis e quello della responsabile del Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’ISS Alessandra Carè. Collegati su zoom tutti i principali collaboratori che hanno reso possibile la creazione di Infotrans, compresi rappresentanti di associazioni e consultori.
Loukarelis conclude facendo riferimento alla Rainbow map, una classifica internazionale sul rispetto dei diritti riconosciuti alle persone LGBTQ+: «Pochi giorni fa l’associazione internazionale ILGA-Europe ha pubblicato la Rainbow map che vede l’Italia al 35° posto su 49 stati. Un posizionamento indegno per un Paese come il nostro. Per questo è urgente che il Parlamento approvi presto una legge contro l’omo-bi-transfobia e che si moltiplichino iniziative importanti come questa». Il progetto è tra quelli strategici nella nuova programmazione europea e sono previsti fondi per i prossimi dieci anni.
«Siamo degni di essere più avanti in quella classifica che è una classifica culturale» così Alessandra Carè, responsabile del Centro di Medicina di Genere, che riporta anche il ringraziamento di Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS. «Il nostro centro è molto giovane, ha poco più di tre anni ed è nato proprio con lo scopo di promuovere tutti gli aspetti legati alla salute e alla malattia di ogni singolo individuo. Speriamo che in questi dieci anni il portale possa crescere sempre di più».
«L’obiettivo primario – dichiara Marina Pierdominici – è stato il voler creare una rete informativa sui servizi sanitari, i punti di ascolto e di informazione sui diritti delle persone transgender disponibili sul territorio italiano. Quello secondario la realizzazione di uno studio sullo stato di salute della popolazione transgender». La necessità di creare un portale colma il vuoto di «informazioni indipendenti, certificate e aggiornate, facilmente accessibili agli utenti, sia in ambito sanitario sia giuridico».
«Siamo molto contenti perché già dalle prime ore si registrano moltissimi accessi, i quali danno anche indicazioni su quali sono state le aree più visitate durante questo primo giorno». Così Matteo Marconi. «Il servizio più grande che volevamo dare ha attirato l’interesse degli utenti. Una mappatura dei servizi sanitari e non, come gli sportelli di ascolto, sul territorio nazionale. Questo da una parte aiuta ad orientarsi nella propria zona e dall’altra fornisce indicazioni fondamentali sui luoghi in cui i servizi mancano, così da poter spingere in modo mirato affinché siano diffusi ovunque».
«Anche la sezione “Glossario” ha riscosso molti click. Uno dei nostri target è anche la popolazione non transgender. Speriamo, tramite il glossario, di fornire un servizio utile per tutti. Il linguaggio, la conoscenza dei termini e il giusto uso che se ne fa sono le prime armi per combattere le discriminazioni».
L’evento si è concluso con le parole di Loukarelis: «Il portale è il risultato di un grande lavoro di squadra, non è un punto di arrivo ma di partenza, si lavora già per tradurlo in lingua inglese e anche in altre lingue. Speriamo sia un riferimento per tutti gli agenti della comunicazione e che riesca a eliminare stereotipi e pregiudizi».