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Esclusiva

Giugno 3 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Giugno 9 2020
Omicidio Mollicone. Addio al papà di Serena, una vita per la verità

È morto Guglielmo Mollicone, padre di Serena, la giovane uccisa nel 2001 in provincia di Frosinone. Per diciannove lunghi anni Guglielmo si è battuto per ottenere giustizia sull’omicidio della figlia

La caserma dei carabinieri di Arce, dove il 1 giugno 2001 fu uccisa Serena Mollicone, dista meno di cinquecento metri dalla chiesa del paese. È qui, dove diciannove anni fa vennero celebrati i funerali della ragazza, che in tanti si sono radunati di nuovo per dare l’ultimo saluto al padre di Serena, Guglielmo Mollicone, morto il 31 maggio, a 72 anni. Era in coma dallo scorso 27 novembre, colpito da un infarto pochi giorni dopo la riapertura del processo sulla morte della figlia. Guglielmo era maestro elementare e possedeva una cartolibreria. 

In tutti questi anni ha combattuto per ottenere giustizia, perché venisse fuori la verità sull’omicidio di Serena, tra ombre e depistaggi. 

Il caso

Il corpo di Serena Mollicone, 19 anni, viene ritrovato nel bosco dell’Anitrella, a pochi chilometri da Arce, il 3 giugno 2001. La testa infilata in un sacchetto di plastica, le mani e i piedi legati con nastro e fil di ferro. La ragazza era scomparsa da due giorni. La mattina del 1 giugno aveva preso un autobus, diretta all’ospedale di Sora per effettuare un’ortopanoramica e non era più tornata a casa. Dopo il ritrovamento, la Procura di Cassino apre un’inchiesta per omicidio. Nel settembre del 2002, viene iscritto nel registro degli indagati il carrozziere Carmine Belli con l’accusa di aver ucciso Serena e di averne occultato il cadavere ma nel 2006 la Corte di Cassazione lo assolve. È innocente.

La svolta alle indagini arriva nel 2018, quando la perizia del Ris sul corpo riesumato di Serena conferma che l’omicidio è avvenuto nella caserma dei carabinieri di Arce. Cinque gli indagati. L’ex maresciallo di Arce, Franco Mottola, la moglie Annamaria, e il figlio Marco Mottola, accusati di omicidio. Il carabiniere Francesco Suprano, accusato per favoreggiamento. Infine, il sottufficiale Vincenzo Quatrale, accusato di concorso in omicidio e di istigazione al suicidio del carabiniere Santino Tuzi, morto nel 2008 in circostanze non ancora chiarite, pochi giorni dopo aver dichiarato in procura di aver visto Serena entrare in caserma quel 1 giugno di tanti anni prima, forse per denunciare alcuni traffici di droga.

Per la procura di Cassino, Serena sarebbe morta dopo aver sbattuto la testa contro una porta della caserma dei carabinieri, forse dopo aver litigato con Marco Mottola. La perizia medico-legale ha confermato la compatibilità tra lo sfondamento della porta e la frattura al cranio della ragazza. Il corpo di Serena sarebbe stato poi spostato nel boschetto dove è stato ritrovato.

Omicidio Mollicone. Addio al papà di Serena, una vita per la verità
Caserma dei carabinieri di Arce

 Diciannove anni senza verità

«Guglielmo ha dedicato a Serena tutta la vita. Era diventata la ragione della sua esistenza, si è battuto con coraggio, con perseveranza, con forza», afferma alla fine del funerale l’avvocato della famiglia Mollicone, Dario De Santis. Prende la parola dal sagrato della chiesa, davanti a circa 300 persone radunate nella piazza antistante sotto il sole di mezzogiorno, mascherine e distanze di sicurezza rispettate. «Senza di lui probabilmente non saremmo riusciti a tenere viva l’indagine. Ogni giorno ha dovuto convivere con il lutto per la perdita della figlia e con l’amarezza per non aver avuto giustizia.  Quando le istituzioni non hanno saputo dare una risposta adeguata, il suo rispetto verso di esse è stato un atto di fiducia e una lezione di educazione civica». Il Sindaco di Arce, Luigi Germani chiede a gran voce che giustizia sia fatta. «Un grande lavoratore, un grande maestro, non posso dimenticare la sua lotta. Serena e Guglielmo abbiano giustizia».

Omicidio Mollicone. Addio al papà di Serena, una vita per la verità
Persone seguono dalla piazza i funerali di Guglielmo Mollicone

Per anni Guglielmo Mollicone si è battuto da solo contro l’archiviazione del caso e la riapertura del processo sulla morte della figlia, ma non ne ha potuto vedere gli sviluppi più recenti. «Nelle aule di scuola ci ha insegnato che dobbiamo lottare per la giustizia e la verità», commenta Roberta, un’ex alunna.

Nell’udienza preliminare dello scorso 15 gennaio, l’arma dei carabinieri si è costituita parte civile. Dopo il rinvio dovuto all’emergenza coronavirus, la prossima udienza della fase preliminare si terrà il 30 giugno. Entro luglio si dovrebbe sapere se i cinque imputati saranno rinviati a giudizio o prosciolti. 

Omicidio Mollicone. Addio al papà di Serena, una vita per la verità
“Giustizia e speranza non conoscono morte”
Parte dello striscione per ricordare Guglielmo e Serena Mollicone