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Esclusiva

Giugno 16 2020
Giulio Giorello, filosofo al saloon con Spinoza e Tex Willer

Irriverente, dissacrante e libertario. Questo il ritratto che emerge dai racconti degli amici. Ritratto di un pensatore sempre aperto a nuovi stimoli che ha reso pop la filosofia

«Il suo sogno era quello di entrare in un saloon del vecchio west e bersi una “birrozza”, come diceva lui, seduto al bancone con Tex Willer e Spinoza». È questo il ricordo che Pier Luigi Gaspa, coordinatore culturale di LuccaComics, conserva dell’amico Giulio Giorello.

Allievo del filosofo torinese Ludovico Geymonat, si laureò prima in filosofia e poi in matematica. Tra i – pochi – filosofi della scienza più importanti d’Italia, il suo rapporto con l’accademia fu sempre atipico e a tratti irriverente: «Era un pensatore anarchico, aperto a tutto – Racconta Francesco Cataluccio, scrittore, direttore editoriale e amico di Giulio Giorello – molti filosofi hanno la tendenza a considerare il proprio ambito di ricerca come l’unico meritevole di essere studiato. Giulio non era così. Riceveva con attenzione tutte le suggestioni che lo stimolavano. Della carriera poi, se ne fregava: si è sempre occupato di quel che voleva, per amore della conoscenza e non per un fine opportunistico. Come per i fumetti, una passione considerata quasi scandalosa per un filosofo».

Mickey Mouse era tra i suoi personaggi più citati. Ospite fisso del LuccaComics, dal palco della manifestazione una volta disse: «Leggete Topolino, se ci riuscite». «Giulio riteneva i fumetti uno straordinario mezzo di comunicazione – continua Gaspa – utili a  trasmettere con leggerezza un più profondo livello di lettura. La cultura pop non era per lui nemica dell’alta cultura, ma una forma d’arte che merita rispetto. Era dissacrante su tutto: qualche anno fa mi mandò la bozza del suo libro sulla filosofia di Topolino, per rileggerlo. A commento di una storia in cui Minnie si scontrava con un il suo alter ego malvagio, scrisse scherzando che si trattava di un duello “Topa contro topa”. Gli dissi che non era proprio il caso di scrivere quell’espressione da lui ritenuta divertente, ma fuorviante. E così per fortuna si convinse a cambiarla». 

Giulio Giorello, filosofo al saloon con Spinoza e Tex Willer
Copertina del manuale di logica di Marcello D’Agostino e Marco Mondadori, grande amico di Giorello. Fu lui che si impose per far mettere una striscia di Topolino in copertina

Il suo personaggio preferito era Tex Willer, il ranger che difende i nativi americani insieme all’amico Kit Carson, edito da Sergio Bonelli. «Di lui diceva sempre: amo Tex perché è un personaggio libero. E Giorello della libertà ne fece una bandiera. Per questo simpatizzava tanto con l’indipendentismo irlandese». «La sua era una passione smodata per le cause perse e per tutti i ribelli – fa eco Cataluccio –  si sentiva vicino a chi non smetteva di combattere anche se condannato a un destino di sconfitta. Vedeva in questo atteggiamento la messa in dubbio dell’esistente. Che poi è il vero atteggiamento filosofico». 

Scienziato aperto al mondo e senza preconcetti, era convinto della vicinanza della filosofia alle cose del mondo: «Quando Marco Mondadori – conclude –  filosofo anche lui e amico fraterno di Giulio pubblicò il suo manuale di logica, lui si impose per mettere in copertina una striscia di Topolino. Io ero direttore editoriale, e subito si pose il problema dei diritti. Per farci desistere, la Disney chiese due milioni di lire per utilizzare l’immagine di Mickey Mouse, aprendo una lunga trattativa che finì quasi con l’arenarsi. Allora fu Giulio a scrivere alla casa editrice americana: due giorni dopo ci concessero i diritti, gratis. Non ho mai saputo come ha fatto».