Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Giugno 30 2020
Il Cenacolo, un capolavoro a scadenza sempre più difficile da ammirare

Il racconto della visita all’Ultima Cena di Leonardo a Milano, uno dei luoghi più colpiti dal Coronavirus. L’impatto dell’emergenza Covid-19 sul museo

“Un sole che tramonta poco a poco, che bisogna affrettarsi ad ammirare prima che scompaia del tutto”. Così i testimoni e i commentatori del tempo definivano il Cenacolo dipinto da Leonardo Da Vinci, talento universale del Quattrocento italiano. L’opera – che si trova a Milano nel refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie – venne commissionata da Ludovico il Moro ed è considerata uno dei capolavori del Rinascimento. Da anni quasi mezzo milione di persone si affanna per prenotare una visita, ma il Coronavirus sta rendendo tutto più complicato. Anche dove il contingentamento era uso abituale.

Il Cenacolo, un capolavoro a scadenza sempre più difficile da ammirare

L’Ultima Cena non è un affresco, come alcuni potrebbero pensare, ma un vero e proprio quadro su muratura. Leonardo lo realizzò con un’innovativa tecnica di fissaggio dei colori a tempera sulla parete, attuando varie modifiche negli oltre tre anni che ha impiegato per completarlo. Purtroppo la tecnica non ha funzionato, e l’opera si è frammentata e screpolata nel giro di pochi anni. Per contrastarne il deterioramento serve monitorare le condizioni climatiche dell’ambiente, evitando la polvere e controllando l’umidità della parete. Per ragioni di conservazione, dunque, l’ingresso al Cenacolo è consentito solo a piccoli gruppi e per una durata massima di 15 minuti. L’emergenza Covid-19, che ha colpito la Lombardia più di qualunque altra regione, ha peggiorato le cose.

Il Cenacolo, un capolavoro a scadenza sempre più difficile da ammirare

Nel Museo del Cenacolo Vinciano un turno poteva comprendere al massimo 40 persone per motivi di conservazione. Il Coronavirus quindi lo ha risparmiato? Chi lavora alla biglietteria ci dice l’esatto contrario: “Siamo il museo più colpito di tutti”. Questo perché il numero di visitatori previsti per turno è sceso drasticamente: “Adesso possiamo far entrare una decina di persone ogni quarto d’ora, inoltre il rimaniamo aperti solo mezza giornata. Prima accoglievamo 1300 turisti al giorno, dopo l’emergenza Covid-19 i numeri sono molto più bassi”.

Il Cenacolo, un capolavoro a scadenza sempre più difficile da ammirare

Ammirare il Cenacolo leonardesco è sempre più complicato, dato che serve prenotare con maggiore anticipo rispetto a prima. Inoltre, adesso è vietato vendere eventuali biglietti in esubero all’esterno della struttura. Se l’anno scorso è stato il quinto museo più visitato in Italia, ora sempre meno persone hanno la possibilità di entrarvi. Ma la fila distanziata accanto alla facciata della chiesa di Santa Maria delle Grazie testimonia che la voglia di arte non si è spenta, neanche a Milano.

Leggi anche: MAXXI ripresa, Pietromarchi: “Siamo ripartiti, ma l’arte è incontro”