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Esclusiva

Dicembre 5 2020
Non più solo medicine: nelle farmacie arrivano i tamponi rapidi

Da poco i test rapidi antigenici sono sbarcati nelle farmacie, un’iniziativa frutto di accordi singoli tra le regioni e le associazioni di categoria. Le farmacie del Lazio hanno già effettuato 38.000 tamponi. Le prenotazioni al telefono o di persona, l’appuntamento in pochi giorni. Ma non mancano le voci critiche.

Non più solo un luogo in cui comprare le medicine, le farmacie si stanno trasformando in piccoli presidi sanitari dove i cittadini possono sottoporsi al test antigenico rapido e sapere in tempi brevi se hanno contratto il coronavirus.

«Alle persone viene comodo poter fare il tampone in farmacia piuttosto che dover andare ai drive in», dice a Zeta Grazia Alessio, un medico di 24 anni che effettua tamponi in un piccolo gazebo adiacente a una farmacia nel quartiere Nomentano, a Roma. Nell’ultima settimana ne ha processati un centinaio ma sottolinea che le richieste sono in aumento, anche in vista del Natale.

I test antigenici, che ricercano le proteine del virus, dette antigeni, si realizzano inserendo un tampone nel naso del paziente e sono in grado di dare il risultato in un quarto d’ora. Questi esami hanno un’attendibilità che si attesta attorno al 70%, a differenza dei tamponi molecolari che offrono una diagnosi sicura oltre il 90% ma con tempi di attesa molto più lunghi.

«Questo è più un servizio di screening, le persone vengono a fare qui il tampone per un controllo, per scrupolo, oppure si tratta di persone che sono state a contatto con un positivo ma che i medici non considerano contatti stretti» , precisa la dottoressa Alessio.

Per fare il test rapido occorre prenotare il proprio turno chiamando o recandosi direttamente in farmacia. Nel giro di un giorno o due si riesce ad avere un appuntamento.  

 «Vorrei andare a trovare i miei genitori che sono da soli e sono anziani e quindi per sicurezza ho fatto il tampone», afferma Saira Volpe, una maestra di 44 anni che si è sottoposta al test.

Le fa eco Giorgia Grutter, medico quarantenne. «Vado a vedere mia mamma», dice,«il tampone è la fotografia del momento, è una sicurezza in più».

Le farmacie del Lazio hanno iniziato ad erogare questo servizio a partire dallo scorso 19 novembre, al costo standard di 22 euro. In tutta la regione sono almeno 280 le farmacie che si sono già attivate per fare i tamponi rapidi, finora ne sono stati realizzati più di 38.000, per un giro d’affari che si prospetta cospicuo.

«Stavamo dietro a questa iniziativa già a settembre», ha precisato a Zeta Andrea Cicconetti, presidente di Federfarma Roma. «In un primo momento non se ne è sentita la necessità perché i contagi erano bassi, poi il sistema ha cominciato a collassare su se stesso e si sono aperte le porte per l’accordo con la regione».

Le farmacie sono tenute a inserire i dati dei tamponi nel portale regionale e a comunicare i casi positivi al servizio di Igiene e Sanità pubblica delle Asl (Sisp) che attiva il contact tracing.

L’adesione alla campagna è facoltativa e di solito subordinata alla capacità che ha l’esercizio commerciale di disporre di operatori sanitari e soprattutto di spazi adeguati per organizzare i test. C’è un protocollo di sicurezza da seguire per evitare la diffusione dei contagi che prevede, tra le altre cose, l’individuazione di un luogo separato dal resto del personale e della clientela. Molte farmacie hanno dunque montato dei gazebo per evitare che ipotetici positivi possano entrare nei locali. Nonostante ciò, non mancano le voci critiche.

«È molto complicato pensare di riuscire a strutturare con certezza gli spazi delle farmacie, spesso situate in zone commerciali, in strade di quartiere strette, con spazi angusti. La farmacia è come se fosse un negozio, fare una procedura sanitaria così delicata in un luogo che non è organizzato è molto rischioso», spiega Federico Antonelli, responsabile per le farmacie del sindacato Filcams Cgil.

 La possibilità di fare i tamponi rapidi in farmacia è una novità recente, frutto di diversi accordi tra le autorità regionali e le associazioni di categoria, e per questo diffusa al momento a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Ad essersi già attivate sono, oltre al Lazio, anche Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo, provincia di Trento, Veneto, Marche; prossimamente i test dovrebbero arrivare anche nelle farmacie campane e pugliesi.