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Esclusiva

Gennaio 21 2021.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 16 2021
Scuola, vaccini, economia: «È ora di ricostruire» – intervista a Anna Ascani

La vittoria di Biden, la scuola, i vaccini e la crisi di governo. Le parole della viceministra Anna Ascani a Zeta

“Ricostruire” è la parola d’ordine di Anna Ascani, viceministra dell’Istruzione in quota Partito Democratico. Lo dice l’indomani della cerimonia di inaugurazione che ha incoronato Joe Biden 46esimo presidente degli Stati Uniti. Dopo l’uscita di scena di Donald Trump, “è necessario che il rapporto con gli Usa torni al centro della nostra politica estera”. Un suggerimento per il rilancio dell’azione di governo messa in agenda dal premier Giuseppe Conte, reduce della fiducia ottenuta dopo lo strappo di Matteo Renzi. “Un grave errore”, dice Ascani riferendosi alla mossa dell’ex compagno di squadra. “Il voto di fiducia è stato un segnale positivo, ma sicuramente la maggioranza ha bisogno di essere allargata per rendere sostenibile l’azione di governo”. Dopodiché si potrà fare “anche un tagliando sulla squadra di governo”. Tradotto: un rimpasto.

Ricostruire, dunque. Perché “siamo ancora nel pieno di una pandemia, di tutto c’era bisogno meno che di una crisi di governo”. Ascani, vicepresidente del Partito Democratico, si rimette i panni istituzionali e indica le priorità dell’azione di governo. Il piano vaccinale e la ripartenza della scuola: due argomenti collegati perché “dobbiamo fare veloci per mettere in sicurezza il paese, compresa la scuola”. Sull’ipotesi di indicare gli insegnanti come categoria prioritaria per la vaccinazione si dice “assolutamente favorevole, anche se abbiamo dovuto stabilire delle priorità. Parlo delle categorie fragili, degli operatori sanitari e gli anziani delle Rsa. È chiaro che immediatamente dopo viene il personale docente, come ha già chiesto una risoluzione del Parlamento”. Sull’obbligo di vaccinazione, specie per gli insegnati, si dice “ da sempre favorevole”, ma “prima dobbiamo provare a convincere gli italiani. È la scelta che ha preso il governo e credo sia quella giusta”.

L’Italia è tra i paesi europei ad aver tenuto più a lungo le aule chiuse. Un fatto che ha suscitato il malcontento di studenti, genitori e insegnanti. Dopo la polemica sui banchi a rotelle, che la viceministra reputa un “necessario rinnovo degli arredi”, la critica che è stata mossa al governo sta nella contraddizione di aver tenuto le scuole chiuse mentre le attività commerciali erano aperte. Una critica a cui Ascania risponde ponendo il problema delle aule: “Si tratta di spazi relativamente piccoli, per questo nelle scuole sono state necessarie misure di contenimento ancora più restrittive. Ma questo non giustifica il protrarsi all’infinito della didattica a distanza”.

Il problema però sta anche nei ritardi rispetto alle tempistiche previste dal ministero dell’Istruzione. Una decisione presa dai governatori che – visto l’andamento del contagio – hanno deciso di posticipare il rientro. “Una scelta che rispetto”, dice la viceministra. Anche se le decisioni delle singole Regioni hanno portato a una ripartenza a macchia di leopardo. Ascani però è convinta che sia necessario “fare di tutto per garantire la didattica in presenza”. Spiega la difficoltà nel prendere uno decisione omogenea per tutto il territorio nazionale: “Ad oggi non c’è alcuno studio su quale sia l’effettivo impatto del virus nelle scuole. Ci sono solo delle opinioni divergenti a riguardo e chi di volta in volta hanno portato i presidenti di Regione ad assumere decisioni diverse. Noi come governo abbiamo detto che la scuola è una priorità, ma nei vari territori sono state fatte valutazioni differenti che però ho sempre rispettato”. Uguale per tutti sarà invece il modo in cui si svolgeranno gli esami di maturità: “Penso che avere un esame di stato serio basato sul percorso dei ragazzi sia un elemento di dignità che si riconosce agli studenti dopo un anno in cui la scuola è stata messa da parte”.

Scelte condivise con Lucia Azzolina, ministra dell’Istruzione del Movimento 5 Stelle, con cui Ascani ha iniziato a lavorare a seguito del patto di governo che ha dato vita al governo giallo-rosso. “Io ero tra quelli che credeva meno a un’alleanza con i 5 Stelle, ma ora vedo un’evoluzione nel Movimento”. E sull’ipotesi di un patto per le elezioni dice: “Dobbiamo ancora capire quale sia la loro posizione sulle alleanze”. Ancora troppo presto per pensarci, insomma. Anche se dopo la timida fiducia incassata da Conte, l’ipotesi di elezioni anticipate non è ancora del tutto da escludere. Per questo “come Pd abbiamo chiesto che si consolidi la maggioranza. Il voto di fiducia è stato un segnale positivo, ma sicuramente la maggioranza ha bisogno di essere allargata per rendere sostenibile l’azione di governo. Dobbiamo fare in fretta, ricostruire il perimetro della maggioranza”. Ma non prima di aver siglato un “nuovo patto di legislatura”. Un passaggio “necessario”, secondo Ascani.  “Fare innesti nei ministeri senza condividere una strada comune rischia di far naufragare tutto. Prima i programmi, poi si può fare anche un tagliando alla squadra di governo”.