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Esclusiva

Dicembre 6 2021.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 22 2021
Ludovica Esposito

“Dare retta sempre al cuore, così mi ha insegnato Napoli” I dubbi, le contraddizioni trovano alla fine pace nelle radici partenopee di Ludovica Esposito, appena arrivata al Master Luiss. Forse sarebbe stato meglio nascere in mezzo ai Quartieri Spagnoli, conosciuti per la vivacità degli abitanti lungo via Toledo piuttosto che “nella solita zona pittoresca del centro”.

Il movimento artistico dell’impressionismo, il gruppo marmoreo Amore e Psiche di Antonio Canova e il Museè d’Orsay di Parigi la trasformano in complice della bellezza “Mamma da bambina mi portava sempre in giro per i musei”. Il suo personaggio letterario preferito è Mr. Darcy “L’eroe romantico introverso” di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. Colpa sua? Del quartiere dov’è nata? Difficile da dire ma Ludovica cerca sempre qualcosa che possa incantarla.

Ludovica Esposito

Parte a diciotto anni, dopo il liceo classico, direzione Roma. “Quando sono venuta alla Luiss ho conosciuto ragazzi chiusi nel loro ambiente, che si fanno i fatti loro. Tu li saluti con baci e abbracci e loro ti rispondono…Ma che stai facendo? Mi è rimasta questa abitudine di Napoli che, se tu ti avvicini agli amici, loro son contenti, non hanno paura di accoglierti nel proprio spazio personale”

Ludovica è come un fuoco d’artificio. Non ha paura di andare controcorrente. È la possibilità di cambiare il suo punto di vista che la travolge, le insegna, le fa vedere e sentire tutto amplificato. Chissà se un giorno farà pace anche con quella “lira di voce e cento lire di cuore” del cantante Pino Daniele “Daniele non mi è mai piaciuto, non l’ho mai ascoltato. So giusto che è morto. Ne riconosco il valore, ma non ce l’ho sulla playlist di Spotify, preferisco Tiziano Ferro e Laura Pausini”, insomma una vera casinista fantasiosa napoletana.

I suoi genitori si incontrarono al liceo classico, scuola che farà anche lei una volta raggiunta l’adolescenza, “Papà era un alunno di mia nonna materna. Il primo incontro, avvenne durante dei lavori a scuola, un gruppo di operai sporcò il vestito bianco di mamma con della vernice rossa” Il padre vista la mamma di Ludovica esclamò “Ah ma ti sei sporcata?” Rapito dagli sguardi non si accorse neanche dell’accaduto. Ludovica, testimone di questo grande amore, ha un sogno, “Pubblicare il grande romanzo italiano” non uno di quei libri da intellettuale che vale meno di un Diabolik. Eredita la passione della scrittura dal padre “Non sono l’unica che scrive in famiglia, papà è stato in gioventù sceneggiatore di fumetti di fantascienza, la serie di Engaso 0.220”

Non ama divulgare i nomi dei luoghi del passato, della famiglia e pretende che questa sua scelta sia rispettata, anche sul lavoro: “Mi vien meglio scrivere che farmi vedere. Un pezzo scritto lo leggi, rileggi lo scrivi, ririscrivi. Non mi faccio vedere. In un’intervista visiva racconti il fatto in quel momento e non puoi tornare indietro, non compongo mai di getto”. Che fortuna che ha. Roma l’aiuta e Napoli la protegge.