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Esclusiva

Febbraio 24 2022
L’economia in bilico: il crollo della borsa di Milano e le dichiarazioni di Mario Draghi

Le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina sull’economia e sulla finanza internazionale. La corsa ai beni di rifugio e la fragilità del mercato.

«L’attacco è ingiustificabile» sono le parole di Mario Draghi, che così commenta l’invasione russa dell’Ucraina dal profilo twitter di Palazzo Chigi. «Siamo vicini al popolo e alle istituzioni, e siamo al lavoro con gli alleati europei e con la NATO per rispondere immediatamente, con unità e determinazione».

Nelle giornate che hanno preceduto l’invasione, il premier ha annullato il viaggio in Russia, in attesa di un allentamento della tensione. L’annuncio è arrivato dal ministro degli esteri Luigi Di Maio, che ha definito l’operazione militare, ordinata da Putin, una «gravissima e ingiustificata aggressione che l’Italia condanna con fermezza. Una violazione del diritto internazionale».

Fonti dal ministero della Difesa hanno dichiarato che il ministro Lorenzo Guerini stamattina ha condannato con fermezza gli attacchi della Russia. Il Quirinale ha convocato alle 16.30 il Consiglio Supremo della Difesa. La riunione ha lo scopo di informare il Presidente della Repubblica per garantire la sicurezza nazionale. Le forze armate vengono sottoposte continuamente agli addestramenti. Tuttavia sarà necessaria un’intensificazione in vista della possibile espansione degli attacchi al confine europeo, che vedrebbero coinvolto il territorio italiano sul fronte friulano.

Le ripercussioni immediate e già percepite, però, sono a livello economico. L’Ucraina viene definita “granaio d’Europa”, il conflitto, quindi si ripercuote in prima battuta sulle materie prime. Significativo è l’incremento del costo del petrolio, che ha raggiunto i cento dollari al barile per la prima volta dal 2014, con un aumento del 30% rispetto all’inizio dell’anno. Dal punto di vista della finanza, le borse europee sono in grave sofferenza, Milano chiude nella giornata di giovedì a -4,12%. Critico è stato il collasso della borsa di Mosca che ha subito perdite fino quasi al 50%. Le negoziazioni sono state sospese più volte durante la giornata per arginare il crollo.

In presenza di gravi emergenze e tragedie umanitarie, la previsione degli sviluppi economici e finanziari risulta incerta e di difficile interpretazione. La corsa ai beni rifugio per molti investitori, che cercano di neutralizzare il rischio, è già cominciata. Si definiscono “beni rifugio” gli assets che non subiscono oscillazioni di valore e quindi rappresentano una garanzia in tempi di gravi squilibri geopolitici. Gli investimenti degli azionisti si orientano verso titoli di stato più sicuri come bund tedeschi e btp italiani. Anche valute tradizionali come il dollaro, lo yen e il franco svizzero respirano e danno respiro, mentre sono sotto concreta minaccia di tracollo le criptovalute.

La situazione è precaria e gli equilibri possono cambiare repentinamente. Il mercato versa ancora in uno stato di fragilità essendo stato piegato dalle conseguenze del covid. L’economia, già traumatizzata, potrebbe sprofondare nuovamente. Le mosse delle banche centrali in questo momento sono decisive ed orientate a rimuovere le misure di stimolo, che avevano gonfiato il valore dei beni. La brusca interruzione della ripresa economica e il rischio dell’aumento dell’inflazione costituiscono un connubio letale, che potrebbe condurre al collasso economico.

Le oscillazioni economiche e finanziarie dipendono dagli eventi. Gli sviluppi in Ucraina possono influenzare le decisioni delle banche centrali e, nei prossimi giorni, gli instabili equilibri rischiano di essere stravolti ogni minuto.