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Esclusiva

Febbraio 24 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 26 2022
«Un attacco contro uno è un attacco contro tutti»

Jens Stoltenberg, durante la conferenza stampa, ha ribadito il sostegno della Nato al popolo ucraino.

«La pace nel nostro continente è stata distrutta. Ora in Europa abbiamo una guerra di una portata che pensavamo appartenesse al passato». Con queste parole il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha aperto la conferenza stampa tenutasi nella tarda mattinata di giovedì 24 febbraio, in conclusione del consiglio straordinario, convocato in seguito all’attacco russo contro l’Ucraina. 

Durante la riunione, è stata dichiarata l’intenzione di ricorrere al piano di difesa dell’alleanza atlantica, una strategia di tipo «preventivo, proporzionato». Leggendo la dichiarazione finale del consiglio straordinario, l’intenzione è quella di evitare l’escalation militare e di ricondurre la Russia sulla strada della diplomazia

Anche se l’Ucraina non fa parte della Nato, Stoltenberg ribadisce l’appoggio per la sua sovranità, definita in diversi trattati internazionali. Il principale è il Memorandum di Budapest, firmato il 5 dicembre 1994, che prevede la rinuncia dell’Ucraina all’arsenale nucleare sovietico in cambio della garanzia di sicurezza, indipendenza e integrità territoriale da parte di Russia, Stati Uniti, Regno Unito, Cina e Francia. 

Secondo il Segretario generale della Nato, «la Russia sta usando la forza per tentare di riscrivere la storia, negando che l’Ucraina sia un territorio di incontro tra diverse culture ed etnie». A rischio ci sarebbero i valori di libertà e democrazia che, nelle parole del rappresentante dell’alleanza atlantica, stanno particolarmente a cuore ai cittadini statunitensi ed europei. Fin dal secondo dopo guerra, la pace è stata un valore garantito ed intoccabile per il vecchio continente, ma gli autoritarismi di oggi rimettono in discussione questo apparente status quo. 

Così, di fronte alla rinnovata minaccia, la Nato afferma la propria unità rispondendo alla preoccupata richiesta degli stati confinanti con l’Ucraina, come Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca e i paesi baltici, che hanno alle spalle un doloroso passato di sottomissione all’ex-superpotenza sovietica. Applicando l’art. 5 del Trattato di Washington – secondo cui un attacco armato contro uno o più stati membri è considerato come un attacco diretto contro tutti – la Nato ha disposto forze di difesa collettiva via mare, via terra e via aria, dal profondo nord al Mediterraneo. 

Secondo Stoltenberg, «i piani della Russia possono essere ancora cambiati». Il Segretario generale della Nato ha assicurato che l’organizzazione da lui presieduta sta lavorando per perseguire questo obiettivo, con la convinzione che «la democrazia prevarrà sempre sull’autocrazia, la libertà prevarrà sempre sull’oppressione»

Ma davanti ai sanguinosi sviluppi che hanno visto cadere la capitale ucraina, nel pomeriggio di venerdì 25 febbraio la Nato ha convocato un vertice straordinario, al quale hanno partecipato anche Svezia, Finlandia e Unione Europea. Con la loro presenza, i due paesi scandinavi, che non fanno parte dell’alleanza atlantica, hanno voluto lanciare un segnale inequivocabile al presidente russo Vladimir Putin: «l’attacco all’Ucraina è un terribile errore strategico che la Russia pagherà a caro prezzo, sia dal punto di vista economico che politico».

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