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Esclusiva

Marzo 3 2023
Elezioni in Nigeria: l’opposizione non riconosce il presidente Tinubu

Il primo marzo è stata annunciata la vittoria del nuovo presidente della Nigeria a cui sono seguite critiche e manifestazioni

Bola Tinubu è il nuovo presidente della Nigeria. Annunciato come il vincitore delle elezioni del 25 febbraio, il leader del partito progressista governerà la più grande democrazia africana. Leader dell’All Progressive Congress (APC), Tinubu ha raggiunto il 35% dei quasi 25 milioni di votanti, battendo al secondo posto Atiku Abubakar del People’s Democratic Party (PDP) con il 29% e Peter Obi del Labour Party (LP), dato come favorito dalla maggior parte del paese, al terzo posto con il 25%.

La vittoria, annunciata il primo marzo dalla commissione elettorale nigeriana, è stata contestata dai due partiti di opposizione, che hanno denunciato brogli e irregolarità. Sono state chieste, dunque, nuove elezioni per lo stato federale, dopo che i due partiti di opposizione si sono rifiutati di riconoscere il risultato.

Chi è Bola Tinubu? 

Il leader del Partito progressista è uno dei politici più ricchi del Paese. Dopo essere stato eletto senato del distretto ovest della città-stato di Lagos, tra il 1999 e il 2007 è diventato governatore della capitale commerciale. Un passato da militante del Partito socialdemocratico lo costrinse a vivere in esilio tra il 1994 e il 1998, quando il paese era ancora governato dal defunto dittatore, Sani Abacha. 

Già in quegli anni giravano voci sulla sua propensione alla corruzione. “Padrino” era il soprannome con cui era conosciuto, perché ritenuto direttamente coinvolto con un traffico di eroina tra l’America e la Nigeria. Anche da governatore di Lagos Tinubu fu accusato di aver sottratto decine di milioni di dollari destinati alle infrastrutture locali.

Proprio nella città-stato che ha amministrato per anni ha fondato la sua campagna elettorale per queste presidenziali, portando a termine numerosi lavori di ricostruzione e innovazione urbana della capitale. 

Durante il suo discorso post-vittoria, trasmesso dalla tv di stato, Tinubu si è rivolto in prima persona ai candidati sconfitti chiedendo la loro collaborazione. «Colgo l’occasione per fare appello ai miei concorrenti affinché ci uniamo. Questa è l’unica nazione che abbiamo. È il nostro Paese e dobbiamo costruirlo insieme».

Elezioni in Nigeria: l’opposizione non riconosce il presidente Tinubu
Supporters of Labour party’s presidential candidate, Peter Obi attend a campaign rally, ahead of the Nigerian presidential election in Lagos, Nigeria, February 11, 2023. REUTERS/ Nyancho Nwanri

La sconfitta nello stato del Lagos

Inaspettatamente, la maggior parte degli elettori della città-stato di Lagos ha favorito il candidato cristiano Peter Obi, un outsider della politica in grado di mobilitare i giovani, che in queste elezioni hanno rappresentato il 40% degli elettori totali. Obi, rappresentante del Partito Laburista è stato in grado di dare una scossa al sistema bipartitico del paese, facendo arrivare al ballottaggio un terzo partito diverso dai due che per anni hanno governato la scena politica nigeriana.«A queste elezioni si è presentata anche una terza forza, il Partito Laburista, che ha assunto molta popolarità grazie al suo candidato che è sempre stato fuori dal mondo politico». Così ha commentato Paul Azemata Amune, nigeriano originario della città di Igarra, in Italia da ormai sei anni. «L’ascesa di questo nuovo partito, insieme al voto elettronico è riuscito a coinvolgere i giovani e a far credere che un cambiamento fosse davvero possibile».

Contestazioni sulla vittoria

Proprio il sistema di voto elettronico è stato al centro delle dispute sui brogli di queste elezioni. Utilizzato per la prima volta per rendere più veloci i conteggi e più trasparente il sistema del voto, sembra che non abbia funzionato a dovere. Infatti, sono stati diversi i gruppi di osservatori elettorali hanno indicato «vari intoppi logistici» rispetto soprattutto al mal funzionamento del sistema elettorale digitale che doveva velocizzare l’attesa dei risultati.

Le elezioni avrebbero dovuto essere trasmesse in diretta sul portale dei votanti e sarebbero arrivate in tempo reale. «Invece ci è voluto molto tempo prima che i risultati fossero visibili sui portali» ha commentato Emma Ik Umeh, esponente del Partito democratico popolare.

Una prima delusione che arriva proprio da un sistema che aveva riportato fiducia nell’elettorato di un paese caratterizzato da una corruzione dilagante come la Nigeria. «Grazie alla legge approvata nel 2022 dall’Indipendent National Election Commision, dal nome “Electronic Act”, è rinata la speranza nel processo di voto. Infatti, attraverso le votazioni da remoto che dovevano essere direttamente mandate a un database nazionale, la popolazione nigeriana ha creduto che la possibilità di irregolarità fosse estremamente ridotta». Queste le parole di Paul che ha sottolineato come grazie a questo sistema elettronico la platea di votanti si è estesa moltissimo ai giovani che hanno deciso di partecipare attivamente con il proprio voto per invocare la necessità di un cambiamento.

«Il processo elettorale è una parte fondamentale di uno stato democratico» ha commentato Paul. «La Nigeria ha una lunga storia di irregolarità nel voto, ma per queste elezioni c’era molta speranza di un vero e possibile cambiamento».

Negli scorsi giorni si sono svolte manifestazioni di protesta in diversi stati della Nigeria contro presunti brogli e contro l’utilizzo di violenza e atti intimidatori per impedire il voto sabato scorso. Di queste irregolarità circolano video che documentano quanto accaduto. Per quanto in alcune zone il voto si sia svolto in maniera indisturbata, diversi seggi elettorali in tutto il paese hanno aperto con ore di ritardo e in alcuni le votazioni non si sono potute svolgere fino a martedì. Anche gli osservatori dell’Unione europea sono intervenuti affermando che la mancanza di trasparenza e i problemi tecnici hanno ridotto la fiducia del processo elettorale. Sono almeno 6 milioni le schede elettorali che non sono state raccolte, mentre un numero imprecisato è stato trovato abbandonato poco prima delle elezioni. Oltre ad atti di ostruzionismo al voto e brogli nel conteggio dei risultati, sembra che un numero significativo di nigeriani sia stato privato del diritto di voto. 

Le risposte alle accuse non hanno tardato troppo ad arrivare. La Commissione elettorale nazionale indipendente (Inec) ha ammesso ritardi e alcuni inconvenienti tecnici, ma ha negato che ci siano stati irregolarità nel processo di raccolta e conteggio dei voti.

Cosa aspetta alla Nigeria ora?

La sconfitta inaspettata di Obi, su cui tanti avevano riposto la loro fiducia per un cambiamento reale, ha aumentato la delusione e l’idea di brogli e irregolarità da parte dell’ACP. Da giorni vanno avanti manifestazioni che si stanno svolgendo prevalentemente davanti alla sede della Commissione elettorale per chiedere il ritorno alle urne.

Sono circa 90 milioni le persone chiamate ad esprimere il proprio voto nella più grande democrazia africana e principale economia del continente che da anni è afflitta da corruzione dilagante, insicurezza politica e crisi finanziaria.

Su 87 milioni di potenziali elettori solo in 25 milioni si sono recati alle urne, facendo registrare una bassa affluenza che si aggira attorno al 29%. Ciò è conseguenza di disillusione da parte dei cittadini nigeriani nei confronti dei processi elettorali e dei leader politici che solitamente finiscono con il deludere le aspettative riposte in loro.

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