Esclusiva

Aprile 5 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 19 2024
Dalla Tunisia alla Libia “troppi accordi con i dittatori”

L’ex medico di Lampedusa chiede politiche più umane e solidali. L’Unione europea deve smettere di esternalizzare le frontiere e cessare gli accordi con i dittatori

«Hanno fatto accordi con la Turchia, con la Libia, ora con la Tunisia e poi con l’Egitto. E cosa hanno bloccato? Niente, le persone continuano a partire». Pietro Bartolo, europarlamentare eletto nel 2019 con il Partito Democratico, ritiene che l’Unione europea abbia una responsabilità fondamentale nella gestione delle persone migranti.

Dall’inizio dell’anno si contano 95 morti e 228 dispersi solo nella rotta del Mediterraneo centrale. Gli sbarchi sono diminuiti rispetto al 2023, ma i decessi sono raddoppiati e a pochi mesi dalle elezioni europee l’immigrazione è uno dei temi centrali della campagna elettorale portata avanti da ogni governo.

Ursula Von der Leyen ha cambiato strategia. All’inizio del mandato da presidente della Commissione europea prediligeva un approccio fondato sulla solidarietà, ora, complice il rafforzamento del gruppo dei Conservatori e la necessità di amicarselo per assicurarsi la rielezione, ha sposato una linea più dura. Nell’ultimo anno due accordi hanno suscitato clamore e lunghi dibattiti all’interno del Parlamento: il primo, siglato a luglio 2023 con il presidente tunisino Kais Saied, è il Memorandum Ue-Tunisia grazie al quale pare siano diminuiti in maniera significativa gli sbarchi. Il secondo è stato firmato poche settimane fa, il diciassette di marzo, con il presidente egiziano Al-Sisi alla presenza della premier italiana Giorgia Meloni per cui il tema della migrazione è da sempre centrale tanto nelle campagne politiche interne quanto per quelle europee.

Il patto con l’Egitto ricorda molto quello firmato con Saied: è fondato su sei pilastri ed è previsto un finanziamento pari a 7,4 miliardi di euro. I punti fondamentali per l’UE sono il gas e la gestione dei miganti. Bizzarro perché i confini egiziani sono già presidiati, nessuno parte da lì. Sara Prestianni di Euromed Rights ha spiegato ad Euronews che è probabile che si tratti di una misura preventiva. Il Memorandum Ue-Tunisia ha dimostrato che si continua a partire, ma la guardia costiera tunisina ora interviene con più rapidità.

Il problema è cosa succede dopo, quando chi viene catturato viene riportato indietro: «Saied è un dittatore e a riprova di ciò si possono guardare i dati: il 90% delle persone che scappano sono tunisine, fuggono dal loro stesso governo. Forse perché questo dittatore non dà loro la possibilità di vivere in libertà» spiega Bartolo. E aggiunge: «Io ho visto cose incredibili, e nonostante gli accordi continuano a farle».

L’eurodeputato prima di dedicarsi solo alla politica era un medico a Lampedusa. Prima responsabile del presidio sanitario e del poliambulatorio dell’isola, poi dal 2011 coordinatore di tutte le attività sanitarie delle isole Pelagie. È stato uno dei soccorritori in prima linea durante il grande naufragio di Lampedusa del 2013 quando un peschereccio si è ribaltato causando la morte di 300 persone che vi erano a bordo.

Nel 2019 è arrivato a Bruxelles e non ha intenzione di andarsene finché non sarà cambiato qualcosa. Conosce bene le sofferenze di chi arriva sulle coste del sud dell’Europa e racconta: «quello che abbiamo visto nel film di Garrone (Io Capitano) è un caso abbastanza raro. Chi scappa lo fa per necessità non per volontà. Chi dalla guerra, chi da carestia, chi da persecuzioni politiche e religiose. E ora si aggiungeranno sempre più anche quelli che scapperanno per via del clima». Continua: «Sono persone disposte a tutto pur di provare a cambiare vita, sanno benissimo che potrebbero morire. Partono dalla Libia con barche in lamiera saltate a punte staccate, costruite in due ore, sono delle bare, non delle barche».

E il metodo che sceglie l’Ue è l’esternalizzazione delle frontiere. «Stiamo facendo degli accordi con i dittatori. L’Unione da una parte sanziona con “procedure di infrazione” Polonia e Ungheria, ma con altri chiude gli occhi. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina abbiamo accolto cinque milioni di profughi in un mese, è questa l’Europa che voglio io».

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