Esclusiva

Gennaio 10 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Gennaio 14 2025
Gli incendi a Los Angeles tra crisi climatica e disinformazione social

Le difficoltà di domare il fuoco e l’emergenza ambientale alimentano le teorie negazioniste degli utenti digitali

È dal 7 gennaio che la California brucia. Nubi di fumo coprono la città di Los Angeles, che adesso è tinta di due colori: l’arancione delle fiamme e il nero di tutto ciò che è andato in cenere. 

Sono cinque i principali incendi che stanno infiammando la regione. Il più vasto, il Palisades Fire, sta colpendo 17.200 acri (circa 69 chilometri quadrati) nella regione costiera di Pacific Palisades, tra Malibu e Santa Monica. Un altro focolaio è quello di Eaton, che ha già incenerito 42 chilometri quadrati. Nella San Fernando Valley si registrano due incendi di dimensioni più contenute, l’Hurst Fire e il Lidia Fire. L’ultimo è il Sunset Fire, che minaccia il quartiere residenziale di Hollywood Hills. I pompieri continuano a lottare contro le fiamme, ma le condizioni climatiche e il forte vento ostacolano le operazioni di contenimento. Sono dieci finora i morti, ma il numero di vittime tenderà a salire, mentre 180mila sono le persone sfollate.

Migliaia i post sui social dedicati. Parole di vicinanza per chi sta subendo il disastro ambientale, ma anche toni di polemica per trovare un colpevole o una causa da denunciare.

La stagione degli incedi coincide di solito con quella estiva, prolungandosi al massimo fino a ottobre. La siccità continua e i sei mesi di precipitazioni quasi nulle, con raffiche di vento intenso, hanno alimentato gli attuali roghi. “I venti e la bassa umidità relativa continueranno a creare condizioni pericolose”, è quanto si legge dalle ultime previsioni del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). L’intensità del Santa Ana, che ha raggiunto i 160 km/h, non è infatti un’anomalia, ma anzi è tipica di questa zona. «È un vento locale, – spiega Serena Giacomin, meteorologa e presidente dell’Italian Climate Network – si origina dall’entroterra della California e del Nevada su un territorio che è tanto secco e montuoso». Quando scende dalle montagne «si comprime, si secca e può raggiungere una forza significativa». La combinazione tra l’aridità territoriale e le raffiche ventose ha comportato perciò condizioni meteorologiche emergenziali. «In questo modo l’incendio diventa indomabile», aggiunge.

Dal punto di vista meteorologico la California ha visto un impatto fortissimo dell’estremizzazione climatica. Dagli ultimi numeri del NOAA da giugno a ottobre scorsi non ha mai piovuto. Mentre maggio, novembre e dicembre 2024 hanno registrato un calo delle piogge. A maggio sono caduti appena 6 millimetri, contro una media di 13; a novembre, sono stati solo 3,5, lontani dai 19 attesi. La situazione più grave si è verificata a dicembre, con appena 0,5 millimetri di precipitazioni rispetto alla media storica di 71,6. Tutto ciò ha degli effetti che sono evidenti, soprattutto sulla sofferenza e la vulnerabilità della vegetazione. «Non è il cambiamento climatico il diretto colpevole del fatto che sia nato un incendio – aggiunge l’esperta- però questo ha aumentato l’impatto e reso la società molto vulnerabile al problema».

La crisi però non è solo climatica. Sui social attacchi e insulti hanno per prima colpito la sindaca di Los Angeles, Karen Bass, che nei primi giorni dell’incendio si trovava in Ghana, per seguire l’insediamento del presidente John Dramani Mahama.

Gli incendi a Los Angeles tra crisi climatica e disinformazione social
(Voleva una vacanza in Africa a spese dei contribuenti, sapendo che gli incendi rappresentavano un rischio)

Il leader eletto, Donald Trump, ha definito sia Bass che il governatore della California, Gavin Newsom, come degli incompetenti. Su Truth ha scritto: «Il fuoco si sta diffondendo rapidamente da tre giorni – ZERO CONTENIMENTO. E l’Ente federale per la gestione delle emergenze non ha soldi, tutto dilapidato sulla Nuova Truffa Green!». Non contento, ha ribattezzato il governatore “Newscum” (con “scum”, ossia “feccia”, in inglese) e ne ha invocato le dimissioni.

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#LosAngelesFire #CaliforniaWildfires #LosAngelesWildfires #California e #LosAngeles sono tutti gli hashtag, da giorni in tendenza, con cui gli utenti su X stanno commentando quanto accaduto.

Gli incendi a Los Angeles tra crisi climatica e disinformazione social
 (È semplice: la mascolinità tossica salva vite, mentre l’assunzione di DEI uccide”)
Gli incendi a Los Angeles tra crisi climatica e disinformazione social
(Incredibile! LAFD usa le borse per spegnere gli incendi! Idiota. Nessun californiano è al sicuro sotto Gavin Newscum. Daranno la colpa dell’incendio in California al cambiamento climatico e all’assunzione/pagamento di più DEI…)
Gli incendi a Los Angeles tra crisi climatica e disinformazione social
(È così triste che il nostro sindaco Bass abbia tolto 17,5 milioni di dollari ai nostri vigili del fuoco. Alcuni vigili del fuoco hanno detto che avevano delle riserve, ma a causa dei motori rotti rimasti in officina per un anno hanno dovuto rimandarli a casa!!! WTHRICHIAMO NEWSOM E LA MAYOR BASS!!)

A prevalere due narrazioni. La prima sull’incompetenza della classe politica dei democratici nel saper gestire e prevenire una emergenza di questa portata. Dall’altra, collegata alla precedente, gli elettori di Trump che, oltre a sottolineare che con la nuova presidenza qualcosa cambierà, negano le cause del cambiamento climatico.

Gli incendi a Los Angeles tra crisi climatica e disinformazione social
(Diciamo che è il cambiamento climatico. Cosa hanno fatto i democratici per migliorare la situazione? Tutto ciò che fanno peggiora le cose. Nel frattempo, i contribuenti pagano il costo. Cambiamento climatico o no, la soluzione è nella gestione)
Gli incendi a Los Angeles tra crisi climatica e disinformazione social
(Gli allarmisti del clima ritengono che la soluzione agli incendi in California sia quella di abbassare la temperatura del pianeta, anziché limitarsi a costruire riserve idriche e gestire le foreste)

Mentre i soccorritori lavorano senza sosta per contenere le fiamme, il presidente Biden ha deciso di annullare il viaggio in Italia, durante il quale erano previsti incontri con la premier Giorgia Meloni e papa Francesco, per seguire da vicino l’evolversi della situazione. Se l’emergenza ha messo in luce la necessità di una gestione più efficace e di misure a lungo termine per prevenire crisi simili, «Lo sforzo che dovremmo fare è superare la dicotomia del “è colpa del piromane o del cambiamento climatico” ma trattare il tema come qualcosa che aumenta dei rischi già esistenti».

Una testimonianza diretta:

«Non è il momento delle polemiche o delle teorie, adesso dobbiamo solo aiutarci in ogni modo possibile». Invoca la calma e la collaborazione Massimiliano Gibilaro, cittadino italiano che da anni vive a Pasadena, negli Stati Uniti, e che da settimane vede gli edifici e le case pochi metri davanti la propria bruciare. «Di solito quando c’è un’emergenza riceviamo subito un messaggio sul telefono con un allarme – spiega – questa volta però non ci si è resi conto della portata degli incendi». Una situazione improvvisa e inaspettata, «siamo stati chiamati da dei parenti che ci hanno detto di fare subito le valige e raggiungerli in una zona più lontana», ma «anche quando ci si stava spostando non si vedevano incendi». Solo dopo è arrivato l’avviso dei vigili del fuoco.
«Mia moglie adesso è ritornata a Pasadena – dice – ma non ha gas, neanche acqua calda, e sta chiusa in casa con la mascherina». I venti caldi e le ceneri degli incendi «rendono l’aria irrespirabile». 

In uno dei momenti più catastrofici che gli Stati Uniti abbiano mai vissuto, con dei danni che, soloal momento, ammontano a circa 250 miliardi di dollari, si riscopre «lo stile americano». Il senso di solidarietà e unione degli americani rende il paese il più forte al mondo. «Chi può ospita amici e sconosciuti, ci sono enormi spazi dove tutti portano cibo, acqua e vestiti, è incredibile». Poi sottolinea: «Questo è lo spirito americano, e lo dico perché conosco sia i lati negativi che positivi di questa popolazione». 
Intanto proseguono le operazioni dei soccorritori per fronteggiare gli incendi. 24 le vittime e decine di migliaia gli sfollati.