Esclusiva

Gennaio 22 2025
Jules Feiffer, il “Woody Allen dei fumetti”, è morto a 95 anni

Jules Feiffer, maestro del fumetto satirico americano, vincitore del Premio Pulitzer, è morto a 95 anni. Con la sua arte ha trasformato il fumetto in un potente mezzo di analisi sociale e politica

Jules Feiffer, genio ribelle del fumetto satirico americano e vincitore del Premio Pulitzer per il fumetto editoriale, è morto a 95 anni di insufficienza cardiaca nella sua casa di Richfield Springs, New York.

«Era il Woody Allen del fumetto americano, dotato di quella capacità unica di prendere in giro alla perfezione la nevrosi degli intellettuali borghesi», lo ricorda così il critico di fumetti per Fumettologica Andrea Fiamma, vincitore di premi presso Treccani, Scuola Holden e Treviso Comic Book Festival.

Con i suoi schizzi dalla linea stilistica unica, che sembra quasi improvvisata, Feiffer è stato in grado di trasformare il fumetto in un mezzo capace di esplorare temi sociali e politici leggendoli e rappresentandoli tramite le loro contraddizioni: «Se faccio fumetti su uomini e donne, è di solito su ciò che non funziona e su come tutto va a pezzi», spiegava Feiffer.

Nato a New York il 26 gennaio 1929, Jules Feiffer era cresciuto nel Bronx durante gli anni bui della grande depressione, in un contesto di povertà che però non gli impedì di trovare rifugio nei fumetti: «Cercavo storie di avventure folli che mi tenessero su di morale», affermava Feiffer.  La sua carriera iniziò sotto l’ala di Will Eisner, considerato uno dei più importanti fumettisti di tutti i tempi e creatore di The Spirit, detective mascherato protagonista dell’omonima saga dei fumetti. Sono i dieci anni di apprendistato al fianco di Eisner che daranno la possibilità a Feiffer di formarsi in modo tale da poter sviluppare uno stile così unico: «Dinamico, quasi come fossero schizzi frutto dell’improvvisazione. Non usava nemmeno nuvolette per i dialoghi. A livello stilistico è stato un innovatore con questo stile molto libero», lo descrive il critico Fiamma. 

Feiffer diventa una voce inconfondibile per la satira americana grazie alla sua collaborazione con The Village Voice, dove la sua striscia settimanale, inizialmente chiamata Sick Sick Sick e poi semplicemente Feiffer, che viene pubblicata ininterrottamente dal 1956 al 2000. «Mischiava politica e relazioni, cosa che all’epoca non faceva nessuno. Non era mai rivolto a un solo bersaglio politico, era bipartisan anche se di imprinting liberale».

I suoi lavori pubblicati su riviste come The New YorkerEsquire e The Observer mostravano personaggi persi tra monologhi nevrotici, riflessioni politiche che incarnavano le ansie del dopoguerra e le contraddizioni di un’America pronta alla trasformazione della società. «Anche dopo tanto tempo, nonostante ora il suo stile sia diventato canonico, Feiffer riusciva sempre nel far trovare novità nei suoi lavori, a far sembrare tutto spontaneo nonostante il lavoro dietro ogni opera», afferma il critico Fiamma.

Nel 1986, Feiffer vinse il Premio Pulitzer per il fumetto editoriale ma il suo lavoro non si limitò ai fumetti. Fu anche un drammaturgo, sceneggiatore e illustratore di libri di infanzia come il Casello Fantasma, grande classico nella letteratura per bambini negli Stati Uniti: «È stato creativo a tutto tondo, ha lasciato il segno in ogni cosa che faceva e ogni cosa fatta gli è venuta davvero bene».

Feiffer aveva recentemente parlato della sua malattia e della degenerazione maculare e di come stesse impattando il suo lavoro: «L’illusione è che io veda bene come non ho mai visto, il che non è vero, ma è un’illusione», diceva Feiffer in un’intervista. «Procedo con ogni disegno da una pagina all’altra con la piena fiducia che verrà fuori esattamente come voglio, il che non è sempre vero. Il fallimento è una parte importante del mio processo». 

Nonostante la malattia e le difficoltà alla vista, il fumettista non aveva smesso però di creare: «Persone così trovano sempre modi per sopperire anche a questi eventi, poteva compensare con l’esperienza del lavoro degli anni e i suoi, unici, trucchi», conclude Fiamma.