Esclusiva

Gennaio 28 2025
Il Giubileo in numeri

Nel 2025 sono attesi a Roma trentadue milioni di pellegrini da tutto il mondo. Il picco in estate con gli eventi dedicati ai giovani. E le stime potrebbero essere al ribasso

«Non sono mai stata a Roma, sarà il mio primo pellegrinaggio. È un’ottima occasione per rafforzare la mia fede». La voce squillante di Amira Ray ci arriva da Baltimora, una graziosa città del Maryland, quaranta miglia a nord di Washington. Trentatré anni, cresciuta in una famiglia musulmana, si è convertita al cattolicesimo sui banchi della Johns Hopkins University e oggi lavora come coordinatrice al ministero universitario della Saints Philip and James Catholic Church. «Partirò con il parroco e un gruppo di studenti di due atenei, il 15 marzo. È stata una decisione dell’ultimo minuto. Quello che sembrava un sogno sta diventando realtà». Come Amira, tantissimi fedeli da tutto il mondo, guardano con emozione verso Città del Vaticano, per il Giubileo della Speranza indetto da Papa Francesco. Secondo le stime, nel 2025 Roma accoglierà oltre trentadue milioni di pellegrini, sette in più di quelli del 2000, quando le celebrazioni furono aperte da Papa Giovanni Paolo II. Si tratta di previsioni, i dati sono ancora parziali, ma prospettano una partecipazione massiccia. «I grandi eventi non sono ancora iniziati, eppure stiamo ricevendo decine di migliaia di iscrizioni», afferma Davide Nappi, dall’ufficio stampa del Dicastero per l’Evangelizzazione, che gestisce la macchina organizzativa. «Le stime sono abbastanza veritiere, forse al ribasso». Anche perché la risposta è stata fin da subito entusiasmante. A inizio gennaio, oltre cinquecentomila persone avevano attraversato la Porta Santa della Basilica di San Pietro, aperta la sera della Vigilia di Natale. A queste vanno aggiunte quelle che hanno visitato le altre tre chiese giubilari – San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore.  

«Per numeri definitivi bisognerà attendere fine gennaio, quando si terrà il Giubileo del mondo della comunicazione – precisa Nappi – ma possiamo dire già ora che arriveranno fedeli da tutti i continenti». L’Italia sarà la più rappresentata, seguita dalle nazioni europee con grande tradizione cattolica, come Francia, Germania, Spagna e Portogallo. In molti partiranno dal Sud America, secondo le proiezioni circa 255.000 dall’Argentina, la terra di Papa Bergoglio. Gli statunitensi potrebbero superare quota 2,5 milioni, cinquecentomila saranno i cinesi. Da qui al 16 dicembre, centomila credenti al giorno potrebbero camminare per le strade del centro. Il picco è previsto per il Giubileo dei giovani, in programma dal 28 luglio al 3 agosto, che attirerà circa un milione di ragazzi.  

Cathy McGee, ventiduenne irlandese, ha già il biglietto aereo: «Decollerò da Dublino il 31 luglio e mi fermerò in città una settimana» racconta. «Sono in un gruppo del Trinity College e alcuni frati domenicani. Per chi crede, visitare Roma è sempre speciale, dà l’opportunità di riflettere sulla propria fede e di rafforzarla. Viviamo in un mondo con tante divisioni, credo che questa sia l’occasione per concentrarci su ciò che ci unisce». Con lei ci sarà anche l’amica Weronika, polacca di Cracovia, «un luogo particolarmente caro a Papa Karol Wojtyła». Laureata al Trinity di Dublino, è stata invitata da Padre Allan, il cappellano dell’istituto, a unirsi al viaggio: «Ho ventitré anni, quando si svolse l’ultimo Giubileo non ero ancora nata. Ho imparato ad affidarmi a Dio nelle difficoltà, vorrei che questo Anno Santo mi aiutasse a sperimentare la presenza viva del Signore nella mia vita». 

Il messaggio di speranza partirà dalle piazze della capitale, dove sfilerà in processione un fiume di giovani religiosi. Ad accoglierli in San Pietro, martedì 29 luglio, saranno i loro coetanei italiani. L’appuntamento è stato organizzato nel dettaglio da don Alfredo Tedesco, direttore della Pastorale giovanile della diocesi di Roma. «Il Giubileo dei giovani è il più esteso del calendario, l’unico a durare una settimana. Per questo pensiamo che sarà anche il più partecipato» confida soddisfatto. L’affluenza potrebbe essere ancora più alta in virtù delle canonizzazioni dei beati Carlo Acutis – il 27 aprile, per le celebrazioni rivolte agli adolescenti – e Pier Giorgio Frassati: il primo, appassionato di informatica, morto nel 2006 a soli quindici anni per una leucemia fulminante, è ricordato come il patrono di internet per la sua opera di testimonianza online; il secondo, figlio di Alfredo Frassati, direttore del quotidiano La Stampa di Torino, scomparve a inizio Novecento, dopo aver dedicato la vita alla preghiera e ai bisognosi. 

«Ci aspettiamo molti pellegrini dalla Francia» continua don Tedesco. Sull’onda dell’entusiasmo per la riapertura della cattedrale di Notre Dame, molti fedeli parigini potrebbero programmare il cammino per Roma, così come i ventenni della Corea del Sud. «Ne ho già incontrati alcuni, dovrebbero arrivarne circa duemila. Un dato interessante, dal momento che la prossima Giornata della Gioventù (Gmg) sarà a Seul, nel 2027».  

Accoglienza, confessioni al Circo Massimo, messa ad agosto con Papa Francesco, tutto è in ordine nell’agenda dei prossimi mesi. «Sto girando per le parrocchie romane in cerca di ragazzi che possano aiutarmi nell’accoglienza». Sul sito ufficiale iubilaeum2025.va è possibile inviare la propria candidatura per il ruolo di volontario. Giovanni, ingegnere informatico romano di ventotto anni, lo ha già fatto. «L’idea mi venne a Lisbona, in occasione della Giornata mondiale della gioventù del 2023» ci rivela dalla sua casa a Dresda, dove lavora. «Rimasi molto colpito dal clima di festa, la gioia era travolgente, le persone si aiutavano a vicenda. Assistere gli altri mi consentirà di vivere il Giubileo in maniera più intensa, in un’ottica di servizio». In settemila si sono già offerti per accogliere i fedeli in Vaticano, le domande saranno processate dal Dicastero per l’Evangelizzazione, che poi comunicherà il compito e l’area di azione a ognuno. «Vorrei che chiunque, in qualsiasi fase della vita si trovi, capisse che Dio ci vuole bene e perdona» conclude.