Esclusiva

Febbraio 3 2025
Agli Europei di pattinaggio di figura l’Italia è prima nel medagliere

A Tallinn gli atleti italiani lasciano il segno, conquistando un oro e due argenti in tre discipline su quattro

È stato uno dei Campionati europei migliori di sempre quello che si è concluso ieri a Tallinn, in Estonia. Un oro e due argenti, conquistati in tre diverse specialità, è il cospicuo bottino che i pattinatori italiani hanno portato a casa. Un risultato importante per una squadra sempre più numerosa e promettente che quest’anno ha raggiunto la prima posizione nel medagliere. 

Il metallo più prezioso se lo sono messo al collo per la terza volta consecutiva Charlene Guignard e Marco Fabbri, la coppia d’oro della danza italiana. Con i loro programmi originali, le trottole e i sollevamenti sempre ai limiti della propria comfort zone, sono riusciti a riconfermarsi campioni. Una vittoria tutt’altro che scontata, considerate le ottime performance della coppia francese Lopareva/Brissaud e di quella inglese Fear/Gibson, arrivate sul secondo e terzo gradino del podio. «Sono atleti con una lunga carriera alle spalle» racconta Angelo Dolfini, ex pattinatore artistico, quattro volte Campione nazionale e oggi allenatore. «Erano tra i favoriti per l’oro, però poi la gara bisogna farla, bisogna pattinare, e loro l’hanno dominata in entrambi i segmenti. Davvero una bella prova».

Grande soddisfazione anche per la coppia d’artistico formata da Niccolò Macii e Sara Conti. Dopo il deludente sesto posto dello scorso anno, i due atleti hanno presentato un programma corto e un libero eleganti e ben coreografati ottenendo punteggi di tutto rispetto, secondi solo a quelli dei competitor tedeschi.   

Con una calma e una sicurezza da vero campione Nikolaj Memola, il più giovane dei tre atleti italiani in gara nella specialità del singolo maschile, conquista un po’ a sorpresa l’argento. In una gara esaltante in cui favoriti come il francese Adam Siao Him Fa o l’estone Mihhail Selevko non sono riusciti a dare il meglio, pattinare un programma pulito, con due quadrupli e una buona interpretazione, ha pagato. Davanti a lui solo Lukas Britschgi, che ha riportato in Svizzera il titolo europeo dopo sessantotto anni.

Più indietro nella classifica, invece, Matteo Rizzo, che festeggia con il quinto posto il suo ritorno alle competizioni dopo un intervento all’anca, e Daniel Grassl, ottavo perché penalizzato da alcune cadute. «Tra i tre italiani Memola era forse il meno quotato» commenta Dolfini. «Penso si puntasse su Grassl, perché ha già all’attivo due finali di Grand Prix e un argento europeo. Invece è stato Nikolaj a raggiungere il podio, e credo che abbia davvero meritato questa medaglia».

Un risultato incoraggiante anche a livello di squadra. Non era mai successo prima che tre atleti italiani entrassero nella top ten continentale: «Questa generazione di ragazzi non ha precedenti. Ognuno ha qualità diverse. C’è chi è più forte nella parte tecnica, chi in quella interpretativa, ma tutti sono competitivi».

Paradossale ma vero, la gara che forse ha generato maggiore entusiasmo fra commentatori e fan italiani è stata quella del singolo femminile. Niente medaglie per le nostre due atlete, arrivate al quinto e sesto posto, ma le loro performance fanno ben sperare per il futuro.

Al suo esordio agli Europei, Anna Pezzetta, 17 anni, attira subito l’attenzione per l’altezza e l’ampiezza dei suoi salti: «Da questo punto di vista, credo che sia tra le migliori al mondo. Le sue doti atletiche sono indiscutibili» conferma Dolfini. Certo, per ottenere una medaglia ci sarebbe voluta la sua migliore prestazione, ma il viso corrucciato e scontento al Kiss&Cry ci dice molto sulle sue ambizioni, così come il titolo di campionessa italiana, conquistato per la prima volta qualche settimana fa. 

Gara convincente anche per Lara Naki Gutmann. Secondo l’ex pattinatore «ha sempre mostrato una certa bravura nell’interpretazione, a cui quest’anno si è aggiunta una maggiore stabilità tecnica e punteggi elevati ottenuti con continuità, che danno fiducia e fanno crescere la considerazione da parte delle giurie».

Incassato questo importante risultato, ora si pensa già ai Campionati mondiali, che quest’anno si disputeranno a fine marzo nella TD Garden arena di Boston. «Il Mondiale sarà una competizione chiave perché garantirà la qualificazione per le Olimpiadi e bisogna cercare di ottenere il maggior numero possibile di posti» racconta Dolfini a proposito del numero di atleti che ogni nazione potrà presentare alle prossime competizioni. 

«Pensare di ottenerne tre per le Olimpiadi è irrealistico, ma due, credo, sia fattibile in molte discipline». Altro discorso è conquistare una medaglia nelle singole discipline alle Olimpiadi di Milano-Cortina: «Marco e Charlene ci proveranno, ma le coppie nordamericane sono molto forti. Anche in campo maschile e femminile la situazione è complicata. Giapponesi e americani molto competitivi». Senza dimenticare che dalla prossima stagione torneranno a gareggiare gli atleti russi dopo il lungo stop imposto dall’Isu (Unione Internazionale di pattinaggio).

Sarà una vera battaglia. Ma la squadra italiana non è mai stata così completa e competitiva come in questo momento. Tanti campioni non potranno che far bene a questo sport, regalandogli una nuova popolarità, soprattutto fra le nuove generazioni.  

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