Giorgia, Achille Lauro, Elodie. Entrando al Festival, noto caffè Sanremese a due passi dal teatro Ariston, a colpire sono i quadri pixellati fatti con i tappi delle siringhe. È Lorenzo Cantaluppi a realizzarli, venticinque anni appena e un talento da vendere. «L’idea è nata per caso durante la pandemia – racconta – Lavoravo in un hub vaccinale e ogni volta mi rimanevano in mano tutti questi tappi di plastica che coprono gli aghi». Da lì il guizzo artistico fa il resto. Li porta a casa, li colora e inizia ad assemblarli. Con ogni pezzo rappresenta la storia di una persona vaccinata, le paure del Covid e l’arrivo di quel salvagente chiuso in una fialetta. Il primo che crea è “Marilyn”, perché «è il volto più pop con cui voglio iniziare ogni sperimentazione di tecnica»

La particolarità dei suoi lavori attira subito l’attenzione, portandolo a collaborare con bar e gallerie d’arte di Como, vicino alla sua Cantù.
«L’idea di venire qui a Sanremo mi è venuta qualche mese fa, visto anche il grande successo del Festival sui social negli ultimi anni», dice Lorenzo. A dicembre fa il primo viaggio in città, portando sottobraccio “La ragazza con le cuffie”. Tre ore e mezza di macchina e la speranza di trovare qualcuno disponibile ad accogliere le opere. Il primo a dargli fiducia è il Signor Renato: «È stato incredibile perché lui ha accettato subito, vedendo una sola opera – dice – Ci siamo accordati con una stretta di mano». Lo racconta mentre i clienti del bar guardano incuriositi e si complimentano per il quadro con la scritta “Sanremo”. Accanto c’è la “Vespa Special”, una delle preferite di Lorenzo, realizzata con le spinette di giunzione in legno. «Questa tecnica racconta un po’ la storia della mia famiglia, mio padre è un falegname. Ho preso molti consigli da lui», racconta. Alla base del lavoro c’è uno studio accurato del soggetto da rappresentare, poi la scomposizione in pixel e il taglio del pannello di legno: «Bisogna poi verniciare, immettere la vernice nei fori con le siringhe e passare la vernice per lucidare. Tutto il lavoro mi porta via anche più di ottanta ore», spiega con dovizia di dettagli.

Il suo pronostico sul Festival dà Fedez vincitore, «con ottime possibilità anche per Giorgia». Tra una canzone e l’altra pensa al suo futuro: «Ho in programma una mostra col Comune di Como e una collaborazione con uno studio di architettura. Poi chissà, spero ci saranno altre tappe itineranti, magari anche all’estero».
