Esclusiva

Marzo 22 2025
“Children of war”, un sito per salvare i bambini ucraini

La piattaforma online, iniziativa del presidente Volodymyr Zelensky, è l’unica che fornisce dati aggiornati sui minori colpiti dal conflitto

Al 22 marzo 2025, la guerra russo-ucraina ha causato 603 morti, 1.815 feriti, 2.062 dispersi, 19.546 deportati, 19 vittime di violenza sessuale. Questi numeri hanno un denominatore comune: sono tutti bambini. 38.606 sono stati ritrovati e solo 1.240 riportati a casa. «È impossibile determinare il numero esatto di feriti a causa delle ostilità in corso e dell’occupazione temporanea di una parte del territorio ucraino», si legge sul sito Children of war, un’iniziativa del presidente Volodymyr Zelensky, l’unica piattaforma che fornisce informazioni aggiornate sui minori colpiti dal conflitto. Gli indicatori, infatti, sono aggiornati quotidianamente dalle forze dell’ordine e le segnalazioni dei cittadini vengono inoltrate alle autorità competenti.

Il portale si presenta come un database, contenente un identikit dei “missing children” con fotografia, nome, data di nascita, posto e regione in cui sono scomparsi: «I dati della pagina sono affidabili, ma non sempre. Ad esempio, secondo la Russia più di 700.000 bambini ucraini ricevono assistenza sociale nel Paese. Questo indica che il numero reale di deportati e trasferiti con la forza è di gran lunga superiore, ma la mancanza di notizie precise rappresenta un grave problema e un ostacolo nel loro processo di rimpatrio», dice Viktoriia Pasik, un’esperta del Centro per la protezione dei diritti dei bambini (Crpc), nell’ambito dell’Ombudsman ucraino.

E aggiunge: «Chi riesce a tornare a casa racconta di non avere altra scelta se non quella di imparare il russo, perché altrimenti è come se si smettesse di esistere, perdendo la possibilità di soddisfare perfino i bisogni primari. Una ragazza rientrata in Ucraina ci ha detto: “Senza un passaporto russo, non puoi nemmeno sostenere gli esami o ricevere un pagamento. Durante il censimento della popolazione, loro insistono affinché tutti si presentino con documenti russi”».

Fin dall’inizio dell’invasione, spiega Pasik, il Cremlino ha messo in atto una strategia politica sistematica mascherata dalla falsa narrazione della “liberazione”. I bambini ucraini vengono privati della loro cittadinanza e costretti a recidere ogni legame con la propria patria. Poi, sono affidati alle nuove famiglie, dove subiscono un indottrinamento volto a convincerli che nel loro Paese d’origine nessuno li voglia indietro e che solo in Russia potranno ricostruire il proprio futuro.

«Il Crpc è stato aperto il 31 maggio 2023. Qui i professionisti lavorano per garantire il ritorno in Ucraina dei minorenni deportati o che si trovano nei territori temporaneamente occupati. Questo è anche uno spazio fisico dove i rimpatriati ricevono assistenza immediata. Ad esempio, la struttura organizza interviste con loro avvalendosi del modello Barnahus [promosso dal Consiglio d’Europa per combattere gli abusi sessuali sui minori, ndr]», dichiara Iryna Suslova, rappresentante ucraina per i diritti dell’infanzia.

Secondo lei, è fondamentale la collaborazione della comunità internazionale: «Chiediamo a tutti di non restare indifferenti e di mantenere alta l’attenzione sulle atrocità commesse dalla Russia. È essenziale diffondere informazioni e sostenere iniziative come Bring Kids Back UA, un piano che ha lo scopo di velocizzare le procedure di rimpatrio».