Esclusiva

Marzo 24 2025
Candlelight, la magia di una notte speciale

A Roma arrivano i concerti a lume di candela, con le musiche di Ludovico Einaudi suonate dal pianista Luigi Antonacci

Una sala illuminata da centinaia di candele, un pianoforte e un pubblico rapito. È questa l’immagine che offre il Teatro Ghione di Roma nella sera in cui ospita il Candlelight, spettacolo dedicato alle composizioni del maestro Ludovico Einaudi.

I concerti, nati nel 2014 negli Stati Uniti e oggi diffusi in tutto il mondo, spaziano dal repertorio di Ennio Morricone a quello di Vasco Rossi, includendo anche gruppi come i Coldplay e i Queen. A colpire è la trasformazione di spazi fisici in luoghi senza tempo, angoli intimi dove lasciarsi trasportare per sessanta minuti dalle emozioni.

«I biglietti sono stati un regalo di compleanno per la mia amica – racconta Laura, arrivata da Pomezia – Lei suona il pianoforte, quindi quale occasione migliore? L’atmosfera così suggestiva rende tutto ancora più intenso».

L’evento attira spettatori di ogni età, tra ritorni e prime volte. «Era da tempo che volevo venire, ho sentito tanto parlare di questi concerti e poi sono appassionata di Einaudi – dice una coppia con venticinque anni di matrimonio e un abbraccio da neofidanzati – L’atmosfera è davvero romantica».

Pochi minuti prima dell’inizio dello spettacolo, il pubblico viene invitato a non scattare foto e video e a godersi un’ora di pura immersione musicale. Una richiesta quasi superflua: dal primo istante gli occhi di tutti sono puntati sul palco. Nessuno parla, nemmeno per scambiarsi un commento con il vicino di poltrona. Alcuni spettatori ondeggiano la testa seguendo il ritmo delle melodie, a volte delicate, a volte più intense. È una connessione invisibile tra musica e anima. Ogni nota evoca un ricordo e la sensazione è quella di non potersi sottrarre ai pensieri, belli o meno belli, che si impongono nella mente.

«I brani di Einaudi sono spesso malinconici, anche se ce ne sono alcuni più ritmati – osserva il maestro Luigi Antonacci – Lui ha ideato la musica minimalista che, a differenza della classica, più di nicchia, arriva davvero a tutti». Sono le sue mani a incantare il pubblico in sala. Di classico ha solo il completo nero, mentre l’austerità che spesso caratterizza i pianisti lascia spazio all’ironia: «Ho sentito delle voci provenire dalla galleria. Menomale, allora siete ancora svegli», scherza prima di eseguire Giorni dispari, uno dei suoi brani preferiti.

Assistere a un concerto Candlelight è un’esperienza indimenticabile, sia per chi la vive da spettatore sia per chi ha l’onore di creare quelle emozioni. «Suonare questo genere di musica è impegnativo – spiega Luigi, i cui inizi musicali sono legati a una piccola tastiera – Non è tanto una questione di tecnica, quanto di saper trasmettere ciò che il brano vuole raccontare. L’atmosfera così suggestiva emoziona anche me».

A fine concerto, il pubblico chiede il bis. Sono le note di Nuvole bianche a chiudere lo spettacolo. Anche l’ultima candela si spegne, mentre le melodie nel cuore dei presenti continuano a suonare.