26 aprile 2025. Le luci del mondo sono puntate su Roma, quelle del sole illuminano la basilica di San Pietro dalle prime ore dell’alba. La piazza brulica di persone, venute da tutto il pianeta per dare l’ultimo saluto a Papa Francesco, spentosi per un ictus il Lunedì dell’Angelo dopo un pontificato di dodici anni. Tante le bandiere di diverse nazioni sventolate dalla folla di 250.000 persone, ha reso noto la stampa vaticana, fedeli che dall’alba e anche dalla sera precedente hanno varcato gli accessi per assistere alle esequie del “Papa degli ultimi”, come ripete chi ha viaggiato di giorno e di notte per essere a San Pietro. Sono oltre 150 le delegazioni da tutto il globo con circa la metà che ha previsto la presenza di Capi di Stato e di governo. A rappresentare le istituzioni italiane sono il capo dello stato Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni. Dall’estero, il primo ministro ungherese Viktor Orban, il presidente francese Emmanuel Macron, l’americano Donald Trump con la moglie Melania, e quello ucraino Volodymyr Zelensky. I due hanno avuto un faccia a faccia storico, definito «molto proficuo» dalle fonti americane. L’incontro, all’interno della basilica di San Pietro prima dell’inizio della cerimonia funebre, durato circa quindici minuti, è il primo dopo l’aspro confronto avvenuto nello Studio Ovale lo scorso febbraio.
Alle 9.45 le campane scoccano i primi rintocchi in segno di lutto, mentre iniziano a scorrere le immagini dei funerali sui quattro maxischermi allestiti lungo via della Conciliazione, sui due in piazza Pia e in quelli intorno a Castel Sant’Angelo. Il lungo applauso dei fedeli accompagna l’uscita del feretro dalla Basilica, portato in spalla dai sediari e posizionato al centro del sagrato. Sono circa cinquemila tra cardinali, vescovi e sacerdoti presenti, 220 i concelebranti. A presiedere la messa è il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, che ha ripercorso l’esperienza di ministero pastorale del pontefice. «Papa Francesco ha dato subito l’impronta della sua forte personalità all’interno della Chiesa, instaurando un rapporto diretto con le persone, desideroso di essere vicino a tutti, spendendosi senza misura in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati», sottolinea il cardinale. «È stato un Papa in mezzo alla gente, col cuore rivolto agli altri, attento al nuovo che emergeva nella società. Profondamente sensibile ai drammi odierni, ha condiviso le sofferenze e le speranze del nostro tempo». Sì, perché papa Bergoglio ha segnato una svolta nella Chiesa, si è avvicinato alle persone, ha accarezzato i fedeli, gli voleva bene, ha toccato «le menti e i cuori».
Il cardinale ha ricordato poi l’impegno del pontefice per i profughi, in particolare il suo primo viaggio a Lampedusa, isola simbolo del dramma dell’emigrazione, momento che ha fatto partire un grande applauso dal sagrato. Re ha sottolineato anche la celebrazione di una messa da parte del pontefice al confine tra Stati Uniti e Messico, che molti hanno interpretato come una “frecciata” nei confronti di Trump. Anche qui le mani della folla sono state rumorose.
«Costruite ponti, non muri», è una delle esortazioni che il Papa ha ripetuto più volte, insediandosi nell’animo delle persone che lo ricordano commosse quando solo sei giorni fa, affacciato dal balcone della basilica di San Pietro, ha impartito la benedizione di Pasqua. La sua ultima immagine è il saluto, sulla papamobile scoperta, rivolto alla grande folla convenuta per la messa pasquale. Nonostante le condizioni fisiche critiche e la sua «finale fragilità e sofferenza, Papa Francesco ha scelto di percorrere questa via di donazione fino all’ultimo giorno della sua vita terrena». Così il “Papa della gente” è rimasto tra loro fino alla fine.
Al termine delle esequie, le campane a morto salutano per l’ultima volta Papa Francesco e un altro lungo applauso ha scaldato la piazza. Il feretro è rientrato nella basilica vaticana e da qui è partito il corteo. L’auto papale con a bordo la bara è uscita dal Vaticano dall’accesso del Perugino, da dove ha raggiunto la Basilica di Santa Maria Maggiore, passando per Galleria Pasa, Corso Vittorio Emanuele fino a piazza Venezia, i Fori Imperiali, via Labicana e via Merulana. Il rito della tumulazione è privato.
Papa Francesco lascia un’eredità di semplicità, autenticità e umiltà, segnando così un punto di svolta nella tradizione della Chiesa. La sua scelta di un rito funebre sobrio e la sepoltura in un luogo a lui caro testimoniano la coerenza tra le sue parole e le sue azioni, che hanno offerto un ultimo messaggio di umiltà in una giornata di profonda unità e riflessione per il mondo intero.
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