Esclusiva

Maggio 8 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Maggio 12 2025
Leone XIV: «Costruiamo un ponte per la pace»

Il racconto dei settantasei minuti in Vaticano: dalla fumata bianca del comignolo al discorso di Prevost, che ha condannato l’aggressione russa in Ucraina

Alle 18, tutta piazza San Pietro si aspetta che la prima votazione del pomeriggio sia andata a vuoto. Gli occhi sono puntati sul maxischermo e all’improvviso parte un applauso: è per un gabbiano che si è appostato accanto al comignolo della Cappella Sistina. Proprio come durante la votazione di mercoledì sera. La folla ride e fa video. 

Passano sette minuti: si vede del fumo, che non può che essere bianco a quell’ora. Un attimo di silenzio. Poi il boato. Braccia verso il cielo alzano bandiere di ogni nazionalità; i presenti saltano e gridano per festeggiare. Segue in sottofondo il rumore delle campane. Alla quarta votazione, è eletto il nuovo Papa.

Serve almeno un quarto d’ora per far calare i decibel. In quel momento, tutti si pongono la stessa domanda: chi è il nuovo Papa? Occorre un’ora per scoprirlo. Ogni tanto parte qualche coro, falsi allarmi che fanno alzare gli sguardi verso la Basilica. Non si muove nulla. Al massimo arriva un’agenzia Ansa: «Il nuovo pontefice sta salutando, uno ad uno, i 133 cardinali». Qualcuno guarda addirittura i siti di scommesse: il favorito è, come alla vigilia, Pietro Parolin. 

Alle 19.12 si apre la tenda centrale e arriva la frase più attesa da tutti, pronunciata da Dominique Mamberti: «Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam». Delirio in piazza. Quello che dirà dopo, invece, spiazza i presenti: «L’eminentissimo e reverendissimo signore, signor Robert Francis, cardinale di Santa Romana Chiesa Prevost, che si è dato il nome di Leone XIV». Aumenta l’entusiasmo per l’elezione del primo Papa americano di sempre. L’orgoglio a stelle e strisce emerge fra i fedeli statunitensi.

Passano undici minuti ed è il suo turno. Alle 19.23 giunge sulla Loggia. Al suo fianco c’è proprio l’italiano Parolin. In sottofondo gli applausi della piazza e di tutta via della Conciliazione. Prevost saluta i presenti. Quaranta secondi con le braccia alzate. Poi l’esordio: «La pace sia con tutti voi!». Una pace «disarmata, disarmante, umile e perseverante». Un aggancio ai messaggi di Bergoglio: «Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole ma sempre coraggiosa di Papa Francesco che benediva Roma». Altro boato dalla piazza.

«Il Papa che benediva Roma dava la sua benedizione al mondo intero, quella mattina del giorno di Pasqua – prosegue Prevost leggendo (mai un nuovo pontefice lo aveva fatto per il primo discorso) – consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione: Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà». L’ultimo sussulto dei fedeli arriva per il «saluto speciale alla Chiesa di Roma. Dobbiamo cercare insieme di essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le braccia aperte. Tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo e l’amore».

I VIDEO DELL’ELEZIONE

https://twitter.com/Lorenzoopace/status/1920564779992719870

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