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Esclusiva

Febbraio 18 2020
Bancarotta per i Boy Scouts of America: troppe le accuse di molestie sessuali

L’organizzazione dichiara il fallimento. Una storia di contraddizioni e denunce che dura dal 1935

Il più grande movimento scout statunitense, i Boy Scouts of America, ha presentato istanza di fallimento. L’organizzazione, che conta 2,2 milioni di membri con età compresa tra i 5 e i 21 anni, deve sostenere una serie di cause legali per accuse di abusi sessuali. Per creare un fondo di compensazione per le vittime e proseguire le attività, i vertici hanno scelto la procedura di salvaguardia. L’associazione deve fronteggiare circa 300 accuse per cattiva condotta sessuale da parte di dipendenti e volontari, e di non aver fatto abbastanza per sradicare i pedofili.

L’amministratore delegato del gruppo Roger Mosby ha dichiarato che: “La BSA si preoccupa profondamente di tutte le vittime di abusi e si scusa sinceramente con tutti coloro che sono stati danneggiati durante il loro periodo in Scouting”. Secondo il Los Angeles Times, il documento depositato presso il tribunale federale fallimentare dello stato del Delaware stima che il passivo dell’organizzazione fondata nel 1910 sia compreso tra i 100 e i 500 milioni di dollari.

L’anno scorso l’avvocato delle vittime Jeff Anderson ha dichiarato che, dal 1994, oltre 12.000 membri dei Boy Scouts hanno subito abusi sessuali. Il legale ha anche detto che i file gestiti dagli scout hanno elencato più di 7.800 presunti autori di violenze. L’esistenza di tale documentazione – che elenca i capi scout o i capi delle truppe accusati – è stata rivelata per la prima volta in un caso giudiziario del 2012.

 

Boy Scouts
Boy Scouts of America

 

I Boy Scouts of America (BSA) sono solo l’ultima importante istituzione americana a dover pagare un prezzo pesante per gli abusi sessuali. Diocesi cattoliche distribuite in tutto il paese e alcune università statali, ad esempio quella della Pennsylvania e quella del Michigan, e anche altre organizzazioni, tra cui la Nazionale di ginnastica artistica femminile, hanno pagato centinaia di milioni di dollari negli ultimi anni cercando di proteggersi dal fallimento.

È un fallimento doloroso, quello dei BSA, che macchia un’organizzazione ritenuta per generazioni un pilastro fondamentale della vita civile americana. Raggiungere il grado di Eagle Scout, il massimo risultato o grado raggiungibile nel programma degli Scouts of America, è stato a lungo un risultato che politici, dirigenti d’azienda, astronauti e molte altre personalità di spicco americane hanno scritto con orgoglio nei loro curriculum.

 

Il calo delle iscrizioni e il dissesto finanziario

Le finanze dei Boy Scout sono state messe a dura prova negli ultimi anni, anche prima dell’esplosione dello scandalo degli abusi sessuali, a causa del calo delle iscrizioni.

Il numero di giovani partecipanti è sceso sotto i 2 milioni: un calo spaventoso se si pensa agli oltre 4 milioni degli anni ’70, anni di punta per gli Scouts of America.

Nel 2013 il gruppo, per allargare la partecipazione, aveva ufficialmente consentito l’accesso a esploratori gay, quindi nel 2015 aveva anche apertamente accolto dei leader gay.

Nel 2017 l’organizzazione aveva cercato di contrastare il declino aprendo le porte al sesso femminile, ma senza molto successo, dal momento che le Girl Scout, le associazioni in cui da anni le ragazze sono organizzate con un proprio sistema di regole autonome, non erano state coinvolte nei processi decisionali di questa iniziativa che le rendeva invece protagoniste.

Ma il colpo di grazia era arrivato il primo gennaio quando la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni – la chiesa dei Mormoni è stata per decenni uno dei principali sponsor delle unità dei Boy Scout – ha ritirato più di 400.000 ragazzi a favore di programmi propri, decisione drastica nata proprio dalla maggiore apertura mostrata dai BSA negli ultimi anni.

 

Denunce e ipoteche da milioni di dollari

L’anno scorso le pressioni legali sono aumentate e le prospettive finanziarie peggiorate sempre di più, dopo che New York, Arizona, New Jersey e California hanno visto l’approvazione di leggi atte ad avvicinare le vittime a denunciare gli abusi attraverso procedimenti di denuncia meno macchinosi. Per le vittime di abusi di lunga durata e anche lontani nel tempo si è reso più facile presentare i reclami e negli Stati Uniti squadre di avvocati hanno firmato centinaia di cause per denunciare i Boy Scouts.

Nel mezzo di una serie di azioni legali, gli scout hanno recentemente ipotecato i principali luoghi della leadership nazionale, tra cui il quartier generale di Irving, in Texas, e il Philmont Ranch di 140.000 acri nel New Mexico, ma potrebbero essere costretti a vendere anche altre delle loro vastissime proprietà, inclusi campeggi e sentieri escursionistici. L’obiettivo è la realizzazione di un fondo fiduciario di compensazione che potrebbe superare un miliardo di dollari.

La dichiarazione di bancarotta infatti ha quotato le attività dei BSA tra 1 miliardo e 10 miliardi di dollari e le sue passività tra 500 milioni e 1 miliardo.

 

Boy Scouts
Il logo dei Boy Scouts of America.

 

I casi

Fondati nel 1910, i Boy Scouts hanno a lungo conservato file interni presso la loro sede in Texas che contengono accuse su quasi 8000 “autori”. In un articolo del New York Times del 1935, risultava che l’organizzazione avesse documenti su centinaia di scout etichettati come “degenerati”.

La maggior parte dei casi emersi risale agli anni ’60, ’70 e ’80, mentre l’organizzazione afferma che nel 2018 c’erano state solo cinque vittime di abusi riconosciute. I Boy Scout attribuiscono questa diminuzione a una serie di politiche di prevenzione adottate dalla metà degli anni ’80 in poi, tra cui i controlli obbligatori sui precedenti penali dei nuovi leader e i programmi di formazione sulla prevenzione degli abusi per tutti i volontari.

Fino alla primavera scorsa, precisamente fino all’inizio di aprile, l’organizzazione aveva insistito sul fatto che non avrebbe mai permesso a un leader già stato richiamato per abusi di lavorare con i giovani esploratori. Ma a maggio, l’Associated Press ha riferito che gli avvocati per le vittime di abusi avevano identificato più casi in cui questi soggetti erano tornati ai posti di comando. Subito dopo infatti l’amministratore delegato di Boy Scouts Mike Surbaugh dichiarò che la precedente affermazione del gruppo era falsa.

Negli ultimi mesi gli avvocati hanno affermato che molti ex-esploratori si sono fatti avanti per identificare centinaia di leader colpevoli di abusi non inclusi in alcuna denuncia pregressa.

In un certo senso, la crisi è parallela a quella che la Chiesa cattolica deve affrontare in modo diffuso in tutti gli Stati Uniti. Entrambe le istituzioni vantano grandi progressi negli ultimi decenni nella lotta agli abusi, da parte di sacerdoti o capi scout, ma entrambi affrontano molte cause legali per negligenza e insabbiamenti, per lo più decenni fa.

 

Il caso dell’Oregon

Gli Scouts of America hanno combattuto il rilascio di alcuni documenti in un caso dell’Oregon dei primi anni 2000 – un caso che ha portato la giuria a ritenere gli Scout responsabili, nel 2010, per 18,5 milioni di dollari. I documenti in quel caso restarono privati fino a quando una sentenza della Corte Suprema dell’Oregon li rese pubblici nel 2012.

Paul Mones, avvocato in quel caso, ricorda di aver riflettuto con il suo consulente su quei fascicoli notando che potevano essere solo la punta dell’iceberg e che in pochi anni avrebbero condotto gli Scouts of America alla bancarotta. Invece di cercare di istituire un fondo di compensazione per le vittime nel corso degli anni, ha affermato l’avvocato, l’organizzazione ha continuato a cercare di proteggere la sua reputazione.

Mones ha dichiarato che la bancarotta negherà ad altre vittime l’opportunità di ritenere gli scout responsabili. «I problemi dei Boy Scouts sono rimasti sospesi per decenni e adesso la giustizia che le vittime meritano così tanto sfortunatamente rischia di sfuggirgli».