Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Febbraio 20 2020
Chiara Pellacani. Chi è la giovane fuoriclasse che ha battuto Tania Cagnotto

La giovane tuffatrice Chiara Pellacani, a soli 18 anni, è una promessa dello sport italiano, avendo strappato la medaglia d’oro a Tania Cagnotto nel trampolino da 3 metri

L’allieva ha superato la maestra. Chiara Pellacani compie 18 anni quest’anno ed è già una grande campionessa. Lo scorso 9 febbraio, in occasione della coppa Tokyo a Bolzano, ha strappato l’oro a Tania Cagnotto dal trampolino 3 metri, classificandosi prima con 315.55 punti contro i 301.80 della Cagnotto.

Ancora minorenne, Chiara conquista due medaglie d’oro ai campionati europei di tuffi, a Glasgow nel 2018 nella gara sincronizzata in coppia con Elena Bertocchi, e a Kiev nel 2019 dalla piattaforma dieci metri in sincro con Noemi Bakti.

Dopo questa vittoria alla Coppa Tokyo cosa cambia nella tua vita?

In realtà non mi cambia niente. Ho preso l’oro ma potevo fare di meglio. Cercherò di aumentare l’intensità degli allenamenti. Questa vittoria è una soddisfazione e mi aiuterà proprio con le sedute di allenamento che sono un po’ dure.

Che effetto ti ha fatto superare Tania Cagnotto?

E’ stato abbastanza strano ma bello. E’ normale per un’atleta come lei: il fisico è diverso da quello degli esordi. Ma è stata lo stesso una grande soddisfazione.

Com’è essere una campionessa così giovane?

Ogni tanto sento la pressione. Gli altri pretendono molto da me però cerco di non pensare a loro ma a me stessa. Rispetto ai miei compagni sono diversa. A differenza loro, in settimana mi alleno e non esco mai. Solo il mercoledì pomeriggio non ho allenamento e sto a casa sul divano, mi guardo un film.  Durante il weekend, però, esco con i miei amici e non penso quasi per niente agli allenamenti. Un po’ mi devo distrarre.

Com’è la tua routine?

Gli allenamenti iniziano alle 8:30 fino alle 11:30/12. Poi resto a pranzare, verso le 15 ricomincio fino alle 17:30. La prima parte è dedicata alla ginnastica, la seconda ai tuffi. Mi alleno al centro sportivo dell’Acqua Acetosa, a Roma.

Per lo studio come fai?

Quest’anno frequento il quarto anno di liceo scientifico ma studio da privatista perché è l’anno delle Olimpiadi. Studio soprattutto nel weekend.

C’è un tipo di gara che preferisci? Trampolino o piattaforma? Singolo o sincro?

Mi piacciono sia il trampolino che la piattaforma ma dal trampolino mi diverto un po’ di più. E’ la mia specialità. Mi piace sia la gara in singolo che in sincro, ma nel sincro l’ansia è di meno perché è condivisa. Nell’individuale si sente di più.

Come ti sei trovata con le tue compagne di sincro?

Mi sono trovata molto bene, sia per l’amicizia che si è creata che per l’intesa nel modo di tuffarci. Siamo molto simili e il sincro viene molto bene.

Ci sono dei modelli a cui ti ispiri?

In Italia mi ispiro a Tania perché è stata la più grande tuffatrice italiana e mi piace molto il suo stile, il suo modo di affrontare le gare e gli allenamenti. A livello internazionale mi piace molto la tuffatrice canadese Jennifer Abel. A novembre 2019 sono stata 3 settimane in Canada e ho avuto la possibilità di allenarmi con lei. Mi sono divertita molto.

Quali sono i prossimi obiettivi? Sogni le Olimpiadi?

Le Olimpiadi di Tokyo sono il mio sogno. Ma bisogna andare bene alle prossime due gare che si terranno l’una a Trieste dal 27 febbraio al 1 marzo, e l’altra a Torino dal 13 al 15 marzo. Mi gioco un posto alla Coppa del Mondo ad aprile per il trampolino da 3 metri e il trampolino sincro da 3 metri. Durante la Coppa del Mondo ci saranno poi le qualificazione per le Olimpiadi.  Nel sincro 10 metri sono già qualificata perché ho preso la medaglia d’oro agli Europei.

Come ti stai preparando?

Allenamenti mattina e pomeriggio. Sto lavorando insieme a Elena Bertocchi che si è trasferita qui a Roma e ci possiamo allenare di più.

Hai un rito scaramantico prima di ogni gara?

Non ho un rito, ma ho una collanina che mi ha regalato mamma quando ho iniziato a gareggiare. Dal giorno in cui me l’ha comprata non l’ho più levata