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Esclusiva

Febbraio 27 2020
Africa invasa dalle cavallette, la Fao lancia l’allarme: “Situazione al limite”

Servono 70 milioni per far fronte all’emergenza, gli sciami rischiano di invadere Nordafrica e il sud-est asiatico. La Cina “schiera” le anatre

Mentre il resto del mondo dichiara guerra al Coronavuris, il Corno d’Africa si prepara ad una carestia che potrebbe mettere in ginocchio la regione. Sciami di cavallette grandi 2.400 chilometri (il doppio di Roma) stanno decimando raccolti e vegetazione aggravando le condizioni di 10 milioni di persone con problemi alimentari legati alla scarsità di cibo, secondo Save the Children. Kenya, Somalia e Etiopia sono i paesi interessati, ma la velocità con cui si riproducono fa suonare il campanello d’allarme in Nordafrica e nel sud-est asiatico.

In Kenya un’invasione del genere non si vedeva da 75 anni. La Fao chiede 70 milioni di dollari alla comunità internazionale per evitare che la situazione degeneri. «La velocità di diffusione del parassita e le dimensioni delle infestazioni sono talmente oltre la norma che hanno portato al limite le capacità delle autorità locali e nazionali» scrive l’agenzia delle Nazioni Unite.

Le locuste del deserto sono capaci di percorrere fino a 150 chilometri al giorno facendo razzia di piantagioni e raccolti.  Sciami che possono contare fino a 192 milioni di insetti, un numero capace di divorare – secondo Save the Children – la quantità necessaria per sfamare 90 milioni di persone in una regione in cui la malnutrizione e le carestie sono all’ordine del giorno.

L’origine dell’emergenza è riconducibile a dicembre del 2019, quando sulla regione si è abbattuto il ciclone tropicale Pawan. Un evento che ha favorito la riproduzione delle locuste che per depositare le uova necessitano proprio di quel terreno umido e sabbioso frutto delle particolari condizioni climatiche Condizioni che «rimangono il principale fattore scatenante della profonda insicurezza alimentare nel Corno d’Africa», scrive Save the Children.

L’invasione potrebbe durare fino a giugno, quando – secondo le previsioni Fao – il numero di insetti sarà aumentato di 500 volte. Per questo l’organizzazione chiama alla mobilitazione la comunità internazionale chiedendo misure e risorse per bloccare l’emergenza. Ma ormai gli sciami si stanno moltiplicando anche in Iran, India Pakistan, Egitto, Eritrea, Arabia Saudita, Sudan e Yemen. Per ora sul tavolo c’è la proposta di una bonifica attraverso l’uso di pesticidi e biopesticidi. Ma c’è anche chi prevede soluzione più ecologiche, tipo la Cina che ha già schierato stormi di oche e anatre per far fronte al moltiplicarsi di cavallette al confine con la Mongolia.