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Esclusiva

Marzo 6 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 9 2020
Dignità e lavoro, Scampia rinasce dall’abbattimento delle Vele

Cinque residenti, ex disoccupati, hanno trovato lavoro nel cantiere della D&D Costruzioni Generali, per l’abbattimento della Vela Verde. Dignità abitativa e lavorativa procedono di pari passo. La rinascita di Scampia parte da qui

«Sono nato in Germania ma Scampia è la mia casa. Non le Vele ma Scampia» sottolinea Francesco Vinci, 42 anni, nato da genitori partenopei a Colonia. Francesco è arrivato nel 2008, ha occupato la sua attuale abitazione alle Vele, con la moglie Carmela e il figlio piccolo, che oggi ha 15 anni. «Avevo perso il lavoro» dice «e non potevo più permettermi di pagare l’affitto della mia casa a Ischitella, Castelvolturno. I miei genitori sono divorziati, mio padre vive a Milano e si è rifatto una vita, mia madre è morta giovane, a 55 anni, di una brutta malattia, e non sapevo dove andare altrimenti. Ma sono sempre stato un amante delle cose belle, ecco perché ogni volta che riesco a raccogliere abbastanza soldi, faccio qualche miglioria all’appartamento».

Francesco Vinci sul balcone della sua abitazione, alle Vele
Francesco Vinci sul balcone della sua abitazione, alle Vele

Casa Vinci è molto curata: pareti verniciate di fresco, carta da parati in corridoio e arredo di design Ikea. Stona con il degrado intorno: le ringhiere arrugginite e pericolanti del ballatoio, il marmo spaccato lungo le scale, l’acqua che perde sopra i cavi elettrici nei garage e i pezzi di vecchie auto, gli elettrodomestici abbandonati dove capita, tra l’erba che cresce incolta sotto gli edifici.

Fino a poco più di un mese fa Francesco guadagnava grazie a piccoli lavori saltuari. Rivendeva cellulari e macchine fotografiche comprate su internet, un ricavo di dieci, venti euro a pezzo. Troppo poco per pagare la spesa, le bollette, l’assicurazione. Poi è arrivata la nuova occupazione, al cantiere per l’abbattimento della Vela Verde.

Cantiere per l'abbattimento della vela Verde
Cantiere per l’abbattimento della Vela Verde

Francesco e altri quattro colleghi, tutti residenti a Scampia e tutti ex disoccupati, lavorano ora per la ditta D&D Costruzioni Generali. Il loro inserimento lavorativo è stato possibile grazie a una clausola sociale inserita nei bandi per l’assegnazione dei lavori che condurranno alla riqualificazione del quartiere. Nelle procedure di gara, il Comune di Napoli ha deciso infatti di assegnare i punteggi maggiori alle aziende intenzionate ad assumere soggetti svantaggiati. 

«D&D Costruzioni ha inserito cinque lavoratori di Scampia, accrescendo il valore simbolico del progetto» spiega Monica Buonanno, assessore al Lavoro, al Diritto all’abitare e allo Sviluppo della città, « sono gli stessi residenti di Scampia che cancellano il degrado in cui hanno vissuto».

Lavoratori in cantiere per l'abbattimento della vela Verde
Lavoratori in cantiere per l’abbattimento della Vela Verde

La demolizione della Vela Verde fa parte di Restart Scampia, un progetto di rigenerazione urbana del valore di 57 milioni di euro, finanziati dal Programma straordinario per la sicurezza delle Periferie, dal Programma Operativo Città Metropolitane e dal Patto per lo sviluppo della città di Napoli. Anche la Vela Rossa e la Vela Gialla saranno buttate giù. Al posto degli edifici demoliti sorgeranno parchi, scuole, esercizi commerciali e strutture per il tempo libero. La Vela Celeste, invece, sarà riqualificata per ospitare gli uffici della Città Metropolitana. Gli abitanti saranno tutti sistemati in nuovi condomini, come è già toccato ai 187 nuclei familiari che vivevano nella Vela Verde.

La vela Celeste
La Vela Celeste che sarà riqualificata

Un deciso cambio di passo per Scampia. Sono ormai alle spalle gli anni più bui, quelli delle faide, dello spaccio massiccio di droga, eroina, cocaina, che hanno toccato il culmine nel 2004. Oggi la piazza si è spostata altrove. Nelle parole delle persone è rimasta la determinazione a voltare finalmente pagina. Distruggere il proprio passato per ricostruire un futuro migliore.

Al centro di questo lento processo di rinascita c’è anche il lavoro, vissuto come un bisogno dagli abitanti del quartiere, molti dei quali in passato trovavano la principale fonte di sostentamento proprio nelle attività illegali e nello spaccio. Che a Scampia l’assenza di lavoro sia uno dei temi caldi lo confermano anche i dati ufficiali. Quelli più recenti sono relativi al censimento del 2011, e indicano per Scampia un tasso di disoccupazione del 46,9%.

Con i lavori per la riqualificazione delle Vele si aprono ora nuove opportunità, pulite e legali, per chi abita nel quartiere e non ha un’occupazione.

E’ stato il Cantiere 167, l’associazione che da anni si batte per il diritto al lavoro degli abitanti di Scampia, a fare i nomi dei 5 disoccupati poi assunti dalla D&D Costruzioni.  La precedenza è stata data a chi ha sempre partecipato alle attività del collettivo e ha lottato negli anni per la rinascita del quartiere.

Vincenzo Malapena, 47 anni, uno dei 5 ex disoccupati delle Vele, assunto nel cantiere
Vincenzo Malapena, 47 anni, uno dei 5 ex disoccupati delle Vele, assunto nel cantiere

Per gli operai appena assunti il contratto è mensile, otto ore di lavoro al giorno. Il contratto di Francesco finirà quando la Vela Verde sarà completamente demolita. «Vista l’intenzione di riqualificare l’intera area siamo sicuri che, terminato l’abbattimento, troveremo altre occupazioni qui a Scampia », afferma fiducioso Francesco. Seppur precario, a lui e ai suoi colleghi questo nuovo lavoro, in regola e puntualmente retribuito, sembra una manna dal cielo che accende la speranza per un futuro più dignitoso.

Vincenzo Fiorillo, operaio D&D Costruzioni Generali
Vincenzo Fiorillo, operaio D&D Costruzioni Generali, apre il cantiere

Vincenzo, come Francesco, lavora al cantiere della Vela Verde. Ha iniziato a maggio 2019 perché ha partecipato anche alle operazioni di bonifica dell’area. Abita nella Vela Rossa con la famiglia. All’inizio si occupava di sgomberare gli alloggi, ora invece fa la guardia al cantiere, controlla che tutto sia a posto, che nessuno porti via i macchinari o combini qualche danno. «Non ci fermiamo un attimo, diamo una mano in ogni campo in cui ci sia necessità. Oggi ho fatto la notte» dice stanco ma soddisfatto mentre indica le pinze arrivate apposta dalla Calabria che, un pezzo alla volta, distruggono l’enorme torre di cemento progettata da Franz di Salvo negli anni sessanta.

I lavori procedono spediti, probabilmente la demolizione impegnerà anche meno dei quaranta giorni previsti inizialmente. L’ingegnere Stefano Farro dirige i lavori sul posto. «I primi giorni si era creata la coda di persone fuori dal cantiere » racconta ridendo « volevano tutti prendere una parte delle macerie della Vela Verde da conservare a casa ».

Francesco Vinci e Stefano Farro, direttore lavori, in cantiere
Francesco Vinci e Stefano Farro, direttore lavori, in cantiere

Per i residenti, le Vele hanno un enorme valore simbolico. C’era un silenzio surreale lo scorso 20 febbraio quando la demolizione ha avuto inizio. Cellulari puntati verso l’alto e nessuna voce a interrompere il suono metallico delle pinze che spaccavano il cemento e i tonfi a terra, per i primi dieci minuti, nonostante la fitta folla di persone accorsa per assistere.

«Sono dei mostri» dice Vincenzo parlando degli edifici «sono il marchio che ci ha accostato alla malavita, ovunque andavamo. Eppure mi piange il cuore. Sono passato ogni giorno davanti alla Vela Verde per dodici anni e mi riempio di tristezza vedendola mano a mano sgretolarsi. Tra qualche tempo neanche la mia casa ci sarà più». È un rapporto complesso quello che lega i residenti agli edifici che hanno dato loro una casa quando non avrebbero saputo dove andare. C’è un attaccamento al territorio fortissimo. Anche se rimasti senza lavoro, in pochi hanno lasciato Scampia per cercare una nuova occupazione. E sono ancora più forti le sensazioni che provano i cinque lavoratori del cantiere che si confrontano ogni giorno con la demolizione, faccia a faccia.

« A lavoro ci troviamo molto bene sia con le mansioni da svolgere sia con i colleghi. Sono tutti gentili» conclude Francesco «abbiamo festeggiato appena abbiamo saputo che avremo iniziato a lavorare». Francesco e Vincenzo sono come fratelli, amici e colleghi. Non hanno dubbi: il loro futuro sarà a Scampia. «Questo lavoro ci ha ridato la dignità e ci stiamo impegnando nel riqualificare l’area sia per il nostro bene, sia per quello dei nostri figli». Scampia vuole tutto. C’era scritto anche sullo striscione che copriva la Vela Verde poco prima dell’inizio dell’abbattimento, il 20 febbraio. La rinascita del quartiere e della città di Napoli parte da qui.

Interno della vela Gialla
Interno della Vela Gialla