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Esclusiva

Marzo 10 2020
Coronavirus, la lunga crisi dei taxi

Parla un tassista romano dopo le nuove misure governative: «è una situazione surreale. Non sappiamo cosa aspettarci»

«Più di un’ora d’attesa. Che desolazione». Simone scende dall’auto sbattendo la portiera. Mentre impreca, sconsolato, appoggia le braccia sul cofano del suo taxi. Lo sguardo complice di un collega, in fila dietro di lui, vale più di mille parole. Sorseggia il caffè dalla sua borraccia e guarda la foto di un bambino sorridente sul cellulare.


«Ho lasciato mio figlio con i nonni per arrivare puntuale alle otto e trenta. Sarebbe stato meglio rimanere con lui a vedere i cartoni animati. Dopo le parole del Premier Conte era prevedibile uno scenario del genere. Meglio spegnere il motore, visto che rimarrò fermo a lungo. Maledetto virus». Sono quattro le vetture che lo precedono nel parcheggio di piazza dell’Alberone. Finalmente il primo della fila si mette in moto, con sollievo e soddisfazione di tutti. È la prima corsa della mattinata. Sono le nove e quaranta.
Roma, quartiere Appio-Latino. Poche macchine circolano. I rari passanti indossano mascherine e si guardano fra loro con circospezione, trascinando pesanti buste della spesa. Così si è svegliata la Città Eterna dopo che il Governo ha esteso a tutta l’Italia le restrizioni per l’emergenza Coronavirus. Vietati gli spostamenti, se non per lavoro, salute o altre comprovate necessità.


«Mai vista una cosa del genere in quasi dieci anni di attività. Ancor prima degli ultimi sviluppi i colleghi più esperti l’avevano definito il peggior momento lavorativo dal dopoguerra a oggi. Un pronostico azzeccato. Infatti, dopo i primi casi di Covid-19 a Codogno, la situazione nella Capitale è cambiata in maniera drastica. Pochissimi turisti e traffico inesistente. L’altro giorno, per la prima volta, sono riuscito a contare il numero dei visitatori alla Fontana di Trevi. Il rumore dell’acqua era assordante e quei sei giapponesi si guardavano intorno spaesati, come fossero a disagio nel godersi tanta bellezza in solitudine. Un’atmosfera surreale, destinata a peggiorare nelle prossime settimane. Roma rischia di trasformarsi in una città fantasma».

Coronavirus, la lunga crisi dei taxi


Sfogliando il giornale, Simone trova un articolo sulla sospensione del Campionato di Serie A di calcio «Fino a pochi mesi fa reputavo banali le conversazioni con i clienti. Sport e politica, la solita minestra riscaldata. Ora rimpiango quella piatta quotidianità. Da quando è comparso il Coronavirus non si è parlato di altro. Mai, però, avrei pensato di trovarmi in una situazione tale. Oggi l’attesa per una corsa può essere davvero lunga e questo si ripercuote sul guadagno. Sarà un problema coprire le spese con le poche entrate a disposizione, nonostante la recente ordinanza della Sindaca, che ha deciso di ridurre le vetture e ridistribuire i turni lavorativi. Considerati gli ultimi cambiamenti, spero in una maggiore tutela economica della nostra categoria. Anche per quanto riguarda i dispositivi di prevenzione, che sono sempre stati a nostro carico e discrezione».
Il tassista accende la radio e scuote la testa. Tutti i notiziari sono monopolizzati dall’epidemia e dalle nuove norme di governo. «Ricordo bene gli ultimi clienti provenienti dal Nord Italia. Era una simpatica famiglia bresciana. Nonostante i primi contagi in Lombardia, insieme avevamo ironizzato sulla cattiva sorte di quel territorio, colpito settimane prima dai casi di meningite. Poi è cambiato tutto. In pochi giorni mi sono ritrovato senza clienti e senza certezze».


Un collega si avvicina. Simone gli offre un bicchiere di caffè. «La nostra categoria è compatta. Mi faccio guidare dall’esperienza dei più anziani. Sono calmi, leggono il problema e suggeriscono come muoversi. Si tratta di una crisi globale, non riguarda solamente l’Italia. Di fronte alla chiusura di tutti gli enti e alle leggi più restrittive è difficile non esser pessimisti, ma isterismi e disperazione sono inutili e dannosi.
Poi rientra nel taxi e mormora: «è strano. La città deserta sembra più piccola»