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Esclusiva

Marzo 28 2020
La caccia al paziente zero in World War Z

Un’epica corsa intorno al mondo per cercare una cura all’infezione che ha trasformato gli esseri umani in zombie nel blockbuster prodotto e interpretato da Brad Pitt

Philadelphia, ora di punta. Gerry Lane (Brad Pitt), ispettore delle Nazioni Unite che alla carriera ha preferito la famiglia, è incolonnato nel traffico con moglie e figli. Ma quella che sembra una mattina normale si trasforma in una tragedia su scala mondiale. La gente comincia a trasformarsi infettata da uno strano contagio, diventando violenta e aggressiva. World war Z si apre così. Film del 2013 diretto da Marc Forster, lo stesso regista di 007 Quantum of Solace, è la libera trasposizione cinematografica del romanzo omonimo di Max Broox. Olttre a interpretare il protagonista, Brad Pitt è anche uno dei produttori.

Grazie ai suoi contatti nelle Nazioni Unite, Gerry Lane viene evacuato su una portaerei militare americana insieme alla sua famiglia. Sulla nave fa un patto con un membro dell’ormai caduto governo americano: in cambio della protezione per la sua famiglia, Lane accetta di tornare in servizio per investigare sull’origine dell’epidemia che ha trasformato l’umanità in zombie.
Il suo viaggio comincia con una spedizione in Corea del sud, paese in cui secondo le voci si sono registrati i primi contagi. La caccia al paziente zero lo porterà in Israele e poi in Galles, dove un laboratorio dell’Organizzazione mondiale della sanità sta cercando una possibile cura. 

Gli zombie di World war Z sono molto diversi dal canone tradizionale inaugurato da George A. Romero con la sua Notte dei morti viventi. Gli infetti del film diretto da Forster non sono lenti e claudicanti, ma veloci, implacabili e governati da un’intelligenza collettiva che li fa muovere come uno sciame. Portare esseri del genere su grande schermo era impossibile col solo ausilio di attori reali.
Per realizzarli, la produzione ha utilizzato un algoritmo di intelligenza artificiale capace di animare migliaia di modelli insieme, assegnando a ognuno un particolare schema comportamentale e coordinando i movimenti di ogni singolo agente (così si chiamano i modelli controllati dall’intelligenza artificiale) con quello accanto, dando l’impressione di una marea umana che invade le strade a caccia di persone. Certe scene, come la caduta di Gerusalemme, hanno richiesto più di un anno di lavoro tra girato ed effetti speciali.

La genesi del film fu un processo travagliato non solo per via delle tecnologie messe in atto per realizzarlo. Secondo i giornalisti di movies.com, blog a tema cinematografico, la trama del film è stata soggetta a diverse riscritture. Soprattutto il finale, tratteggiato come un lieto fine nella versione del film uscita al cinema, aveva invece toni più cupi e negativi nello script originale. Le modifiche della trama hanno riguardato anche un possibile sequel di World war Z, annunciato nel 2018 ma ancora non realizzato.