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Esclusiva

Aprile 21 2020
Il virus che rafforza i leader

L’emergenza aumenta il gradimento dei leader nazionali, Donald Trump è l’eccezione. Ma quanto durerà ancora il “rally ‘round the flag effect”? L’opinione di Lorenzo De Sio, direttore del Cise

“Rally ‘round the flag”, lo stringersi attorno alla bandiera: è il fenomeno che aumenta il tasso di popolarità dei capi di Stato e di governo nei momenti di crisi. Secondo i sondaggi, i leader mondiali hanno registrato un aumento di popolarità durante le prime fasi dell’emergenza Covid-19. «Sono momenti in cui di fronte al pericolo le divisioni tra i cittadini e le differenze di opinione vengono messe in secondo piano per lasciare spazio all’unità», spiega Lorenzo De Sio, professore di Scienza Politica alla Luiss Guido Carli e direttore del Centro Italiano Studi Elettorali. «Quando ci sono delle grandi sfide esterne o dei grandi pericoli per i cittadini, il leader viene visto come quello che ha la responsabilità di guidare la collettività contro un nemico»; il virus, appunto . 

Formulato dall’americano John E. Mueller nel 1970, il “rally ‘round the flag” spiega l’aumento della popolarità del Presidente degli Stati Uniti in presenza di eventi internazionali e drammatici allo stesso tempo. Un effetto verificatosi nel ’62 durante con la crisi dei missili cubani o dopo l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, quando la polarità dell’allora presidente George W. Bush toccò quota 90%.

Il fenomeno spiega l’aumento della fiducia dei leader nazionali che stanno affrontando la pandemia. Vale per Giuseppe Conte, Angela Merkel e per Boris Johnson; è negli Stati Uniti invece che questo fenomeno ha avuto luogo solo in minima parte. «Mentre in Europa l’effetto si è visto chiaramente, negli Usa la “divisività” di Donald Trump potrebbe aver ostacolato questo processo – spiega De Sio –  proprio perché il “rally ‘round the flag” richiede che gli elettori del campo avversario si convincano che il Presidente in carica sia in grado di affrontare l’emergenza». Il Presidente Usa, secondo Morning Consult, ha registrato un amento di popolarità di appena il 2% durante la fase dell’emergenza, passando dal 42% al 44% nel mese di marzo, un indice di gradimento in linea con quello di gennaio.  

Trump quindi ha beneficiato solo in minima parte del fenomeno descritto da De Sio. «Si tratta di un riflesso psicologico abbastanza profondo – dice il professore – si tende a pensare che in quel momento il proprio leader sia adatto a guidare il paese e che lo stia facendo in maniera competente».  Una convinzione che – guardando i dati – non è riuscita a fare breccia sull’elettorato americano. Anzi, «gli elettori del campo avversario non hanno percepito Trump come un leader adeguato per questa crisi».  In Europa invece secondo De Sio, il “rally ‘round the flag” «si è visto abbastanza chiaramente», e i dati lo dimostrano

Si guardi alla cancelliera tedesca Angela Merkel o al presidente francese Emmanuel Macron: la prima, secondo Morning Consult, è passata dal 40% al 49% nel giorni compresi tra l’11 e il 24 marzo; il secondo, durante lo stesso periodo, ha visto aumentare il proprio tasso di approvazione di 7 punti passando dal 28% al 35%, nonostante la scarsa popolarità di partenza. Ancora più incisivo è stato l’aumento di popolarità del premier britannico Boris Johnson, passato dal 46% al 61%, nonostante l’immunità di gregge ventilata come soluzione durante la fase iniziale dell’epidemia.

«Preparatevi a perdere i vostri cari», aveva dichiarato il premier britannico il 14 marzo. La strategia era quella di far aumentare i contagiati in modo che facessero da “scudo” al resto della popolazione, ma a stretto giro Johnson – poi risultato positivo e ricoverato in terapia intensiva per aver contratto il virus – fu costretto a fare marcia indietro per il costo umano che la sua decisione avrebbe provocato. Nonostante la giravolta, e l’impopolarità della strategia iniziale, il gradimento di BoJo è cresciuto complessivamente di 15 punti. 

Altro esempio del fenomeno teorizzato da Mueller è l’Italia, dove l’indice di gradimento del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – secondo quanto rilevato Istituto Piepoli – è aumentato di ben 26 punti, passando dal 42% del 18 febbraio – pochi giorni prima l’inizio dell’emergenza –  al 68% di fine marzo, superando così anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con un gradimento del 67%, di un punto sotto al premier. Giuseppe Conte ha a che fare con un picco di popolarità mai raggiunto, neanche durante il governo giallo-verde. Ma quanto durerà ancora? La gestione della fase post-emergenza potrebbe mettere in discussione il consenso ottenuto durante la prima fase. Il “rally ‘round the flag”, spiega De Sio «è un effetto temporaneo ed è dovuto alle prime fasi della crisi». Svanisce quando «si tratta di entrare nel merito riemerge la politicizzazione della questione e le conseguenti divisioni politiche».  

L’avvicinarsi della cosiddetta “fase 2” sta riaccendendo lo scontro politico fuori e dentro la maggioranza. Emergono le divisioni tra regioni del Nord e il governo; le prime in mano al centrodestra e il secondo controllato dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle. Due forze entrate in polemica sull’utilizzo o meno del fondo salva-Stati: i primi favorevoli e i secondi no. Un tema utilizzato anche dall’opposizione di centrodestra che, passata la fase emergenziale, è ritornata a dare filo da torcere a Giuseppe Conte. «Ma da qui si aprono delle opportunità per i leader», è l’opinione di Lorenzo De Sio. «Se la crisi viene affrontata in maniere efficace è possibile ottenerne un significativo miglioramento della propria valutazione, portandosi dietro un po’ del “rally ‘round the flag”».