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Esclusiva

Giugno 10 2021
Fratelli d’Europa, con Mancini l’Italia sogna in grande

La competizione continentale il test più importante per l’allenatore jesino. Tattica e organizzazione le armi degli Azzurri

Una qualificazione mai in discussione, un allenatore capace di macinare record su record. L’Italia del Commissario Tecnico Roberto Mancini si avvicina agli Europei 2020 con ottimismo e consapevolezza dei propri mezzi, forte di un percorso netto verso la rassegna continentale itinerante e di una rosa completa e ben assortita, seppur priva di una vera e propria stella. Obiettivo, ricostruire i fasti del passato sulle macerie lasciate dalla gestione Ventura, che si era conclusa con la mancata qualificazione alla Coppa del Mondo. Un risultato a oggi pienamente acquisito, anche se da venerdì i verdetti peseranno di più.

La forza dell’allenatore ex Galatasaray, Manchester City e Inter (tra le altre) è aver dato un’identità di gioco ben definita alla Nazionale sin dalle prime partite, utilizzando sempre lo stesso modulo (4-3-3, con un regista, due interni e due esterni offensivi larghi, con la punta più di manovra che finalizzatrice). All’Italia servivano personalità, idee e qualità, oltre al bisogno di rinverdire la rosa. Il Mancio è riuscito a colmare tutte queste lacune proponendo un calcio offensivo basato sul possesso palla e definendo da subito i componenti del gruppo squadra, senza però chiudere le porte a eventuali nuovi innesti (come dimostra la convocazione all’ultimo secondo del sassolese Giacomo Raspadori).

Europei Italia

Altro punto di forza di questa Nazionale è l’organizzazione: tutti i giocatori sembrano consapevoli del loro ruolo nello scacchiere tattico, quasi fosse una squadra di club. Inoltre, a sorprendere è la solidità difensiva: è da otto partite che l’Italia non subisce gol, un record per gli Azzurri. Un risultato frutto di una retroguardia collaudata più nei meccanismi che negli interpreti: tra infortuni (si pensi alla stagione del capitano, Giorgio Chiellini) e rotazioni, sono stati molti gli uomini che si sono alternati nei quattro dietro. Davanti, le fortune del gruppo azzurro sono affidare al bomber laziale, Ciro Immobile, tanto discusso in Nazionale quanto implacabile in Serie A.

Le scelte di un Commissario Tecnico in vista di impegni simili sono sì ragionate, ma spesso lasciano spazio all’intuizione. Che, a volte, si rivela vincente. Come quella del compianto Paolo Rossi, voluto da Enzo Bearzot per il Mondiale del 1982: il CT fu ripagato da gol pesanti e, alla fine, dalla vittoria della coppa del mondo nell’82, che valse a Pablito anche il Pallone d’Oro. Successe anche ad Azeglio Vicini, che portò a Italia 90 Totò Schillaci: doveva essere un gregario, divenne un simbolo di italianità nel mondo. Un ragazzo normale, in grado di far sognare il popolo delle “Notti Magiche”. Stavolta, Mancini ha scelto Raspadori, lasciando a casa il più esperto Moise Kean, in forza al Paris Saint Germain. Sarà l’Europeo a dire se la scommessa avrà pagato o meno.

Fratelli d’Europa, con Mancini l’Italia sogna in grande
Le nazionali qualificate per Euro2020

In vista della rassegna continentale, sono questi gli undici che sulla carta partono titolari: in porta Donnarumma; in difesa Spinazzola, Bonucci, Chiellini, Florenzi; a centrocampo Jorginho, Verratti (che tornerà auspicabilmente per gli ottavi di finale dall’infortunio), Barella; in attacco Berardi, Immobile e Insigne. Una squadra completa. Non la più forte, né la più bella del continente: la qualità dei giovani inglesi, le stelle della Francia, la sempre temibile Germania: squadre fortissime, ma contro le quali l’Italia non parte battuta. Guardando le rose, la Nazionale è una candidata di primo piano al ruolo di outsider di lusso, assieme a Olanda, Portogallo e Belgio.

Ripristinato a suon di risultati l’onore scalfito dopo la clamorosa mancata qualificazione al mondiale del 2018, quando l’Italia fu battuta agli spareggi dalla Svezia, l’obiettivo è quello di far bene, a partire dai gironi. Gli Azzurri sono nel gruppo A con Svizzera, Turchia e Galles. Non un raggruppamento facile: gli elvetici sono una squadra temibile e organizzata, i turchi hanno individualità interessanti come gli “italiani” Hakan Calhanoglu e Cengiz Ünder, mentre i gallesi hanno nella stella Gareth Bale (nella fase discendente della sua carriera) e nello juventino Aaron Ramsey i giocatori più temibili. 

Non sarà semplice migliorare il risultato dell’ultima rassegna continentale, quando la Nazionale guidata da Antonio Conte si arrese alla Germania ai quarti di finale, dopo una serie di rigori interminabile. I mezzi e il capitale umano fanno ben sperare, e molti addetti ai lavori (come il futuro allenatore della Roma, José Mourinho) vedono l’Italia appena dietro le favorite. Per la verità, l’Europeo è sempre andato indigesto all’Italia, capace sì di vincere quattro Mondiali, ma appena una volta questa competizione nella sua storia.

Fratelli d’Europa, con Mancini l’Italia sogna in grande
Fabio Grosso e Gianluca Zambrotta durante i Mondiali del 2006

Dall’ultimo successo internazionale degli Azzurri, guidati dal Commissario Tecnico Marcello Lippi, sono passati 15 anni. Gli Azzurri, all’ Olympiastadion di Berlino, superarono la Francia in finale alla lotteria dei rigori grazie al tiro decisivo di Fabio Grosso. Una rivincita presa dagli undici metri, che fino ad allora avevano sempre condannato la Nazionale: basti pensare al destro alto di Roberto Baggio nella finale di Pasadena dei Mondiali americani del 1994. Sono passati 53 anni da quando gli Azzurri di Furio Valcareggi alzarono a Roma l’unico trofeo continentale della loro storia: a sollevarlo, allo Stadio Olimpico di Roma, c’erano Sandro Mazzola e Gianni Rivera. Difficile ripetersi, ma sognare non costa nulla.