Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Dicembre 6 2021.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 22 2021
Francesco Di Blasi

A tradire l’aspetto composto e posato, Francesco Di Blasi, 25 anni, romano, confessa di essere stato un adolescente problematico. “Da ragazzino avevo la sensazione di essere solo contro un sistema che non mi piaceva. Marinavo la scuola. Per un po’ ho sognato di far parte dei Poeti maledetti”, riferendosi ad un gruppo di autori ribelli e sregolati della Francia dell’Ottocento. Tuttavia, mentre loro sconvolgevano Parigi guadagnandosi la fama, Francesco, dalle notti insonni passate a scrivere poesie, ha rimediato una bocciatura al liceo artistico. Un periodo buio in cui emerge una figura fondamentale, la professoressa di Storia e Letteratura Ilaria Mori. Una donna minuta, di poco più di sessant’anni e dalla personalità esplosiva. “Le piaceva tenersi in forma e ideare look stravaganti. Portava dei grossi occhiali colorati e tingeva i capelli di rosso acceso”. È stata lei a ad accorgersi di Francesco e ad incoraggiarlo. “Sono cambiato, ho iniziato a studiare molto e mi sono diplomato con buoni voti”. 

Oggi lui prende le distanze da quel passato travagliato e ritrova in sé i lati migliori del carattere dei genitori. “Mio padre mi ha trasmesso un forte senso della giustizia; mia madre è sempre stata una persona precisa e razionale”. 

Francesco Di Blasi

A Roma si è laureato in Arti e Scienze dello spettacolo. È durante quegli anni che scopre l’interesse per il pensiero politico e il dibattito pubblico, così decide di stravolgere tutto. “All’inizio non è stato facile. Avrei dovuto studiare molto per recuperare, ma non mi importava. Una volta capito cosa volevo fare, sono andato avanti”. Lascia la sua città per conseguire una doppia laurea in Politics, Philosophy and Public Affairs alla Statale e alla Vita-Salute San Raffaele di Milano. Si appassiona di affari europei e ammette: “ho difficoltà a parlare dei miei hobby, direi che non ne ho. Quando ho un po’ di tempo libero studio. Ho un certo interesse anche per l’economia. Quasi tutto quello che so sull’argomento l’ho imparato da autodidatta”. 

Si accende qualcosa dentro Francesco, investito da un’emozione che non può nascondere, se pensa alla fidanzata Ágnes. “La prima volta che l’ho vista mi ha stregato con quegli occhioni azzurri”. Si sono conosciuti per caso, quattro anni fa, durante un viaggio in Spagna. “Abbiamo passato insieme quei giorni. Ágnes è ungherese e sulla storia a distanza ero scettico. Invece lei non si è fatta spaventare e il suo entusiasmo mi ha conquistato”. Inizia così una storia tra Italia e Ungheria. “Durante il lockdown ho passato nove mesi da lei. Nonostante questo, non ho imparato quasi nulla di ungherese. È una lingua complicatissima. Dall’altra parte lei non sa molto l’italiano, quindi parliamo soprattutto in inglese”.

Da giornalista praticante guarda soprattutto al data journalism per conciliare la razionalità dei dati con il calore del racconto. Un dualismo, quello tra ragione e sentimento, che Francesco ricompone con naturalezza. “La testa comanda ma il cuore è quello che mi fa andare in fondo alle cose”.