«Smetti con le violenze, le persecuzioni e le minacce»: è l’invito del protocollo Zeus avviato il 4 aprile 2018 a livello nazionale dal centro italiano di promozione della mediazione, il Cipm dedicato «all’ascolto e al trattamento degli uomini che agiscono con violenza». L’idea parte dalla volontà del questore di Savona Alessandra Simone di «contrastare la violenza sessuale e i reati in danno di minori».
L’accordo è firmato il 18 febbraio 2022 dal questore di Udine Manuela De Bernardin e dal Dott. Pasquale Fiorente, il presidente dell’associazione L’Istrice, il centro di ascolto e cambiamento rivolto al mondo maschile.

Si tratta di un percorso volto alla «rieducazione degli stalkers e dei maltrattanti» che vede il contatto con il colpevole prima che possa «ripetere la violenza e quando non è ancora punibile». «L’uomo è richiamato in un ufficio di polizia, avvertito del suo comportamento inaccettabile e spronato a seguire un iter di riabilitazione». L’accordo unisce l’ammonimento della questura, al «consiglio di essere aiutati da criminologi, avvocati, psicoterapeuti e mediatori».
«Dall’inizio dell’anno ci sono stati, nel capoluogo friuliano, sei ammonimenti da parte del questore e tre per violenza domestica». Così il «violento» – spiega Pasquale Fiorente – «non è più autonomo nel correggere le proprie condotte», ma può essere inserito in un «programma di cambiamento orientato all’assunzione delle proprie responsabilità nei confronti della vittima».

Dall’avvio del progetto al 13 gennaio 2021 «la recidiva si è abbattuta del 50 per cento…per i 281 soggetti ammoniti e presentatisi a colloquio presso il Cipm è stato registrato un tasso di recidiva del 9,25% contro il 18,18% registrato per i soggetti che non si sono presentati». «Il colpevole non ripete la violenza e capisce che il suo comportamento è sbagliato». Una «lente di ingrandimento sull’infanzia, sulla famiglia e sulle relazioni trascorse» slega il reo dalle «emozioni nocive che possono avere caratterizzato la sua storia». L’uomo «violento» riconosce «il perché agisce con violenza, l’impatto del suo atteggiamento nei confronti della compagna e dei figli».
Il presidente dell’associazione L’Istrice conclude che «la storia della violenza non può essere spezzettata», ma è necessaria una «comunicazione» tra gli esperti che «supporti la vittima di violenza e rieduchi le intenzioni del suo carnefice». È la teoria dell’azione organizzativa di Chester Bernard, il sociologo americano discute dell’incontro «tra il fine comune e quello personale». «Un’interazione tra i professionisti» rappresenta la forza per l’uomo che gli permette di raggiungere uno scopo: «essere consapevole delle sue azioni».
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