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Esclusiva

Marzo 3 2022
Nella rete del nemico

Attivista di Anonymous e GhostSec, Younes si è unito alla resistenza ucraina nella guerra informatica contro la Russia

«Come un reporter o un artista, questo è il nostro modo di diffondere il messaggio nel mondo» dice Younes. Vent’anni da poco compiuti, una vita da universitario e, nel frattempo, l’hackeraggio di siti russi. Younes si è unito come attivista ad Anonymous nel 2019, appartenenza confermata da un consulente informatico sentito dalla redazione, e nel tempo libero ha deciso di scendere in guerra. Non tra spari o bombardamenti, ma lottando nel labirinto delle reti informatiche.

Carri armati, missili, armi nucleari. L’invasione russa in Ucraina viaggia anche lungo le linee dell’etere informatico.  A fianco di Kiev si sono schierati diversi gruppi di hacker. Il più famoso è proprio quello di Anonymous. Collettivo di attivisti informatici nato nel 2003 all’interno del sito 4chan, ora ha dichiarato guerra al regime di Putin.

Anonymous appare come un’identità collettiva che racchiude dentro di sé hacker mossi da ideali comuni. «Ci piace pensare che le nostre azioni possano cambiare il mondo. O per lo meno lo speriamo». Portavoci di proteste online e anche fisiche, riconoscibili per la maschera di Guy Fawkes, i membri dell’associazioni agiscono protetti dall’anonimato.

Younes ne fa parte da pochi mesi prima che la pandemia bloccasse tutto il mondo. La sua attività è ora focalizzata a pieno sul conflitto russo-ucraino. «Per ora come collettivo stiamo lavorando tutti al tentativo di danneggiare il più possibile le infrastrutture russe». All’interno dell’organizzazione, i compiti vengono divisi in base alle capacità di ciascuno. «Alcuni di noi sono specializzati nel raccogliere informazioni sulla Russia. Altri, come me, hanno il compito di hackerare i siti governativi russi».

Accanto ad Anonymous, agiscono anche altri collettivi. «Io e il mio altro gruppo GhostSec», conosciuto anche come Ghostsecurity e attivo a lungo contro l’Isis, «abbiamo trascorso gli ultimi giorni a localizzare gli IP che attaccavano l’Ucraina. Abbiamo iniziato a contrattaccare perché molto probabilmente sono pesanti operazioni cyber russe contro Kiev».

La lotta a colpi di hackeraggi e intercettazioni sembra poco rilevante rispetto alla guerra tradizionale, che secondo le autorità di Kiev avrebbe già causato centinaia di morti. «Ovviamente attaccare gli obiettivi governativi russi non è paragonabile ai bombardamenti, ma stiamo tentando più che possiamo di far passare un inferno alla Russia e causargli più danni possibili».

La guerra non è ancora finita. Anonymous e GhostSec hanno già chiare le strategie di attacco. «Stiamo conducendo altri hackeraggi. Siamo infiltrati in profondità nella rete russa. Ci sono ancora molti attacchi che non abbiamo pubblicato perché non vogliamo allertare il Cremlino, facendo sì che intervengano sui loro sistemi e ci impediscano l’accesso».

Dal 25 febbraio, Younes ha già ottenuto i primi successi. Dopo le prime esperienze sul campo hackerando i siti governativi statunitensi in risposta alla morte di George Floyd, anche la Russia ha subito i suoi attacchi. Le telecamere russe, che monitoravano i movimenti ucraini per organizzare gli attacchi militari, sono state bloccate e disattivate. Infiltrato nella rete delle pompe del gas russo, prodotta dalla società italiana Fornovo Gas, insieme al gruppo Network Batallion 65’ ha disattivato e spento il sistema. Non solo dipartimenti governativi, da quello dell’informazione a quello economico, e mass media. Younes ha ottenuto l’accesso anche al Nica, il Nuclotron Ion Collider Facility, l’acceleratore nucleare russo di Dubna.

Per Younes è un lavoro continuo, misto tra passione e attivismo. «Ho ancora una vita al di fuori di Anonymous. Provo a fare in modo che questa attività non consumi tutto il mio mondo e il mio tempo. Dalla mia prospettiva però è necessario che io, e chiunque sia in grado, continui questi hackeraggi il più possibile».