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Esclusiva

Marzo 21 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 22 2022
La guerra più social

Il coinvolgimento della generazione Z nel conflitto Russia-Ucraina

Il conflitto Russia-Ucraina è stata definito la guerra più social di sempre.

Da non confondere con la Primavera Araba, che ha usato i social per organizzare manifestazioni e incontri, limitando il tutto a Facebook. Il ruolo dei social, questa volta, è molto lontano da tutto ciò che fino ad oggi si è conosciuto.

A capo di questa rivoluzione social nel far diventare le piattaforme un tool politico/sociale c’è la Generazione Z. Alcuni esempi di movimenti politici sono: Black Lives Matter, Fridays for Future, e i movimenti della comunità LGBTQ+. Tutti temi che hanno avuto risonanza mediatica a livello globale.

Solo su Instagram a Giugno 2020 con l’hashtag #JusticeforGeorge e #BlackoutTuesday (del movimento BLM, dove un adulto nero era stato soffocato da un poliziotto americano) si sono raggiunti milioni di interazioni, arrivando a 14.6 milioni di post pubblicati in sola mezza giornata.

Un altro esempio riguarda il climate change invece, quando Greta Thunberg ha iniziato il movimento “Fridays for future”. Iniziando a pubblicizzarlo sui vari social nel 2018, a settembre 2019 è riuscita a raggiungere 6 milioni di persone in 150 paesi.

Negli ultimi due anni si è aggiunto anche il social TikTok all’ascesa di tool politico (come è successo soprattutto per Instagram ma anche per Twitter e Facebook).

TikTok è una piattaforma che nasce da Musically.it dove venivano pubblicati principalmente video in lipsync. Ad oggi, è il terzo social più utilizzato dalla Generazione Z (dopo Youtube e Instagram) e non è solo divertimento. Grandi testate giornalistiche come The telegraph e il Washington Post, e i new media come Will, Torcha e Fanpage sono approdate sulla piattaforma con l’intento di sviluppare un nuovo modo di informazione.

Ed è proprio il social cinese che, dallo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia lo scorso 24 febbraio, è stata una fondamentale fonte di informazione, fornendo migliaia di video che informavano su cosa stava accadendo in Ucraina e sul campo di battaglia. Ma non solo: la generazione Z si sta rendendo testimone attiva di ciò che sta accadendo e i social sono la loro principale fonte di informazione, diffusione ed espressione.

Abbiamo condotto un sondaggio su più di cento lettori di Zeta per comprendere quanto sia il loro coinvolgimento, attivo o passivo, nell’informarsi sui social network e nel partecipare attivamente alla diffusione di contenuti sul conflitto. Su una totalità di 114 lettori, il 69% dei quali in una fascia d’età tra i 19 e i 25 anni, l’85,6% afferma di utilizzare come principale social Instagram non solo per svago, ma come primaria fonte d’informazione (58,8%), lasciando stranamente solo un 3% a TikTok.  

La guerra più social

Il 25,4% ha affermato di non utilizzare i social per informarsi, eppure dalle nostre indagini continuano a rimanere in minoranza i giornali, le agenzie, le televisioni e la radio, mostrando come la generazione Z si informi ormai quasi esclusivamente con le informazioni open source online (quasi il 30%) e il 28% ha affermato di utilizzare “prevalentemente i social” per reperire le informazioni (con una totalità di più del 50% per l’informazione online).

La guerra più social

Questa contraddizione potrebbe essere semplice frutto dell’imprecisione che alle volte accompagna le indagini statistiche eseguite per sondaggi a campione, ma è dilagante, soprattutto tra i più giovani, la forte sfiducia nei giornalisti, ritenendo invece i social più affidabili della televisione o dei giornali.

La generazione Z si ritiene abbastanza informata sul conflitto, con il 35% dei voti che si è dichiarata competente con una votazione di 4/5 e il 33% con una votazione di 3/5. I giovani chiedono ai giornalisti maggiori approfondimenti geopolitici (31%) e chiarimenti sulle fake news dilaganti (23%). Quello che lascia un po’ perplessi è che il terzo voto più alto sia sapere ‘perchè è iniziato il conflitto tra Russia – Ucraina’ (12% dei voti).

Infine, un buon 55% dei votanti si è mostrato attivo sui social, ricondividendo contenuti informativi, o meno, su ciò che sta accadendo in Ucraina. Il 14% ha inoltre affermato di aver creato dei contenuti ad hoc per spiegare e commentare il conflitto, tra post, storie e video. La restante parte, minoritaria, ha affermato di utilizzare i social solo in maniera passiva, come fruitore di informazioni.

Possiamo concludere da questi risultati che quasi l’70% degli lettori di Zeta, appartenenti alla generazione Z, è informato sul conflitto e bramoso di fare la sua parte, condividendo attivamente contenuti e utilizzando i social come fonte d’informazione. Siamo davvero alla guerra più social di sempre.

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