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Esclusiva

Aprile 8 2022
«Non abbiamo un futuro»

Le proteste in Perù prendono una piega violenta e i manifestanti attaccano gli edifici governativi

«L’aumento del costo del carburante è stato il fiammifero che ha fatto scoppiare l’incendio che comprende tutti i problemi che noi abbiamo». Jesus Torres, guida turistica residente a Lima (Perù), motiva così le proteste violente che si stanno verificando in questi giorni. I cittadini, che inizialmente erano scesi in piazza contro l’aumento del prezzo di carburante, beni alimentari e fertilizzanti, stanno orientando il loro dissenso verso la figura del presidente Castillo, che ha mostrato una gestione caotica del paese.

Dal 2016 si sono alternati numerosi governi che non hanno fatto altro che aggravare le condizioni della già precaria economia peruviana. A luglio 2021 è stato eletto presidente Pedro Castillo, esponente della sinistra, che da subito ha suscitato critiche non solo negli oppositori ma anche in coloro che lo sostenevano. «I cittadini peruviani, non avendo una cultura politica adeguata, si sono lasciati convincere dalle promesse del presidente, promesse che non erano realizzabili dal punto di vista pratico». Così è aumentata la sfiducia nei confronti della classe dirigente. L’economia, all’inizio della guerra in Ucraina, ha subito un tracollo e i cittadini oggi sono scossi a causa del costo della vita, insostenibile per la maggior parte. «La gente aspettava un cambiamento che non è arrivato».

Le manifestazioni, partite dall’iniziativa autonoma dei cittadini, avevano uno stampo non violento e pacifico, fino a quando non sono subentrate le frange estremiste, che le hanno trasformate in proteste violente con attacchi ai palazzi governativi, tra cui la Corte Superiore di Giustizia e l’Ufficio nazionale dei processi elettorali. Quando sono subentrati i gruppi estremi dell’opposizione, la maggior parte dei manifestanti ha preso le distanze da quanto accadeva ed ha abbandonato le piazze. Il governo peruviano per contenere le manifestazioni ha dichiarato lo stato di emergenza e ha inserito il coprifuoco totale, misure ritirate dopo poco poiché troppo rigide e inadatte a contenere il dissenso dei cittadini.

«Non mi riconosco in queste proteste violente” conclude Jesus, “i cittadini peruviani vogliono solo continuare a vivere senza altri problemi ma, allo stato attuale delle cose, non abbiamo un futuro».