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Esclusiva

Maggio 13 2022
Musica della natura

Earthphonia di Max Casacci, un disco e un libro per svelare uno scrigno di meraviglie da difendere

«Durante una vacanza sull’isola di Gozo insieme a Luca Saini, videoartista ma anche fotografo, regista e videomaker, sentiamo parlare di alcune pietre in grado di produrre dei suoni. Naturalmente ci incuriosiamo e con pura finalità ludica e di sperimentazione, raggiungiamo questa località che si chiama Ta’ Cenc: io con il registratore digitale, lui con la videocamera. Percuotiamo delle pietre e alcune, effettivamente, rispondono alle sollecitazioni prodotte da quello che troviamo a terra come bastoni o altre pietre. Registriamo tutto. Quello che succederà la sera stessa avrà il potere di cambiare completamente la mia vita musicale degli anni successivi perché, allineando tutti i file registrati, scoprirò che tutte quelle pietre, assolutamente non trattate, emettono delle note». Gli incredibili intervalli armonici delle pietre calcaree di Ta’ Cenc affiancano il suono dell’acqua del torrente Cervo di Biella e la sinfonia della vita nell’oceano in Earthphonia, il primo album solista di Max Casacci, chitarrista e fondatore dei Subsonica, realizzato con i suoni e i rumori della natura senza l’utilizzo di strumenti musicali.

Un lavoro sonoro ma anche un libro scritto a quattro mani con il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi che mette in risalto la stupefacente bellezza dell’ambiente in cui viviamo ma anche la sua fragilità. Un tassello in più alla battaglia per l’ambiente: Earthphonia pone la musica in prima linea per svelare uno scrigno delle meraviglie che dovremmo impegnarci a proteggere. Come spiega Casacci: «Ogni brano è un veicolo per raccontare i piccoli stupori legati agli ecosistemi. Ad esempio, le api prendono decisioni collettive e democratiche danzando, nel mare ci sono specie di pesci in grado di cantare in coro ad una certa ora del giorno e della sera come fanno gli uccelli e le piante emettono dei suoni perché le radici possano orientarsi e saltare gli ostacoli sotto terra».

La maggior parte delle registrazioni sono state fatte in digitale. In alcuni casi però, Casacci ha utilizzato uno speciale registratore a nastro “Nagra”: «È un registratore da cinema che usava mio padre. A parte che è un bel ricordo che mi lega a lui perché è un oggetto che lui adorava, è un registratore che è un culto per tutti gli audiofili del mondo pre-digitale ed è molto utile quando si utilizza con dei suoni molto dinamici, un poˈ esplosivi».

Musica della natura

Tra i brani di Earthphonia vi è Watermemories, realizzata con lo scroscio e i suoni del torrente Cervo di Biella. Un dialogo tra natura e arte richiesto dall’artista Michelangelo Pistoletto e una sinfonia musicale inizialmente esposta all’interno di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, accanto alla quale scorre il torrente Cervo. Una creazione sonora nel cui sviluppo armonico rientrano anche i suoni di due opere d’arte: Barra d’aria di Giuseppe Penone e Orchestra di Stracci di Michelangelo Pistoletto. Accostando l’orecchio all’estremità in terra della Barra d’aria collocata in direzione del torrente biellese, Casacci aveva captato una nota che restituiva il senso del flusso del torrente Cervo. L’Orchestra di stracci con i suoi bollitori è invece in grado di emettere un sibilo. «Campionando quel sibilo ho costruito questa sorta di strumento a fiati immaginario che ricorda l’India e che sottolinea quella spiritualità che si fa risalire al Gange, il fiume sacro per eccellenza, come se un po’ di questa componente sacrale fosse presente in tutti i corsi d’acqua», racconta Casacci.

Nel 2020 il fiume Cervo è esondato colpendo anche lo spazio in cui era contenuta l’opera sonora, e portandosi via i suoi suoni. «Il torrente Cervo si è ripreso in qualche modo quello che gli apparteneva e questo mi ha fatto fare una riflessione aggiuntiva», spiega Casacci, aggiungendo: «la natura che è contenuta in Earthphonia è una natura vibrante, anche minacciosa in certi momenti. Nella complessità emotiva del brano volevo che rimanesse traccia anche di questa nota di minaccia che, ormai da più di un decennio, siamo abituati ad associare all’idea di un corso d’acqua. A causa dell’incuria e di una serie di comportamenti poco virtuosi nei confronti dei nostri territori, lo associamo anche ad uno strumento di distruzione».

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