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Esclusiva

Novembre 4 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Novembre 6 2022
Paul Pelosi e le fake news sulla sua aggressione a San Francisco

Il marito della speaker della Camera dei rappresentanti statunitense Nancy Pelosi è stato ferito in una violazione di domicilio, ma le teorie complottiste alimentano la malainformazione sull’attacco

Notizia: The Awful Truth: Paul Pelosi Was Struck on the Head With a Hammer By a Lunatic Early Friday Morning. In precedenza: The Awful Truth: Paul Pelosi Was Drunk Again, And In a Dispute With a Male Prostitute Early Friday Morning. Titolo modificato il 2 novembre 2022

Fonte: Stan Greene, Santa Monica Observer, 29 ottobre 2022,  www.smobserved.com

«La versione originale di questo articolo, che ho presentato come opinione e non come affermazione di eventi dimostrati, è stata rimossa dal nostro sito in seguito alla richiesta della procura»: così si leggeva fino a martedì 1° novembre sul Santa Monica Observer, dove ancor prima per quattro giorni campeggiava ancora l’articolo di Stan Greene sull’aggressione a Paul Pelosi, marito della speaker della Camera statunitense, Nancy Pelosi.

Fra i continui aggiornamenti della pagina, il 2 novembre – per alcune ore – si leggeva la nota secondo cui «la Polizia di San Francisco, avendo cambiato più volte la storia, rende sempre più difficile comprendere questo strano e odioso crimine. E nessuna delle precedenti versioni spiega perché la vittima e l’aggressore tenessero in mano lo stesso martello o perché gli agenti non abbiano sparato prima che Pelosi venisse ferito. Non è chiaro nemmeno il motivo per cui non funzionasse nessuna telecamera di sicurezza». Il Santa Monica Observer, così,, mentre afferma di rispettare l’obbligo della procura a rettificare l’articolo, alimenta ancora dubbi infondati.

Il fatto

La mattina del 28 ottobre, alle 2 e 30 circa, la Polizia di San Francisco entra nell’abitazione di Paul Pelosi dopo un’allerta del 911 dello stesso Pelosi. Trova il padrone di casa e un altro uomo, identificato poi come David DePape, con una mano ciascuno su un martello. Gli agenti chiedono a entrambi di lasciar cadere l’arma, ma DePape colpisce Pelosi fratturandogli il cranio. Viene fermato sul posto e arrestato in seguito al mandato richiesto dall’agente speciale dell’FBI Stephanie Minor. Il documento è visibile e scaricabile dal sito del Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti.

La versione del Santa Monica Observer

Secondo la teoria di Greene, David DePape si trovava nella residenza di Pelosi in quanto sex worker di lunga conoscenza dell’uomo, probabilmente persino suo amante. In questa prima versione, poi modificata secondo le dichiarazioni della Polizia di San Francisco, secondo cui i due uomini erano sconosciuti, la storia è diventata virale sul web a causa della condivisione da parte di Elon Musk. Il nuovo proprietario di Twitter aveva infatti risposto a un tweet di Hillary Clinton – riguardo la polarizzazione del dibattito politico che spinge a gesti così estremi – riportando l’articolo del Santa Monica Observer. «C’è una minuscola possibilità che questa storia nasconda più di quanto sembri», aveva commentato Musk, prima di eliminare il tweet, poi comunque ripreso dagli utenti attraverso degli screenshot.

La teoria di Greene è stata subito screditata, poiché proveniente da una fonte non attendibile, e in seguito anche smentita da fonti ufficiali, ciononostante ha continuato a circolare, alimentata anche da disinformatori ben noti su Twitter, come Tim Young, comico statunitense da 690 mila follower segnalato più volte dai factcheckers della piattaforma, come si nota dalla sua stessa immagine di copertina su Twitter. Per quattro giorni (dal 29 ottobre al 1 novembre) il testo dell’articolo è rimasto immutato e anche il titolo, fino al 2 novembre, insinuava che non solo Pelosi fosse con un prostituto ma anche che fosse «ubriaco di nuovo»: The Awful Truth: Paul Pelosi Was Drunk Again, And In a Dispute With a Male Prostitute Early Friday Morning.

Il debunking

La decisione del Santa Monica Observer da disinformazione diventa così un esempio di malainformazione, poiché persiste nell’intento di creare un danno all’immagine di Paul Pelosi – e di conseguenza alla reputazione pubblica della moglie, in tempo di elezioni di Midterm – attraverso informazioni già comprovate come false. L’articolo rimane infatti condivisibile con una Url e una didascalia alla foto interna che presentano la medesima dicitura ambigua: «It Doesn’t Add Up: Some People on Social Media Are Questioning Attack on Paul Pelosi». Alla didascalia si aggiunge inoltre: «Here, attacker David Depape at a Castro Nudist event in 2013». (Qualcosa non torna: alcune persone sui social media mettono in dubbio l’aggressione a Paul Pelosi. Qui, l’aggressore David DePape a un evento dei nudisti di Castro nel 2013). L’evento a cui si riferisce la didascalia è il matrimonio di protesta organizzato dall’attivista Gypsy Taub. L’espressione “nudisti di Castro” è un riferimento allo storico attivismo nudista della città di San Francisco, spesso concentrato nel quartiere di Castro, ma non individua una precisa categoria di persone come insinua invece la didascalia ma soprattutto come insinuava la precedente versione dell’articolo, ora cancellata, che li definiva «gruppo di prostituti omosessuali».

L’insistenza con cui si continua a dare spazio alla teoria del Santa Monica Observer, insieme ai riferimenti al passato di DePape, in particolare ai suoi legami con l’università di Berkeley e un certo ambiente hippie, devia l’attenzione dal probabile intento politico dell’aggressione.

Prima che venissero oscurati, infatti, i profili social di David DePape e due blog a suo nome contenevano numerosi messaggi antisemiti, suprematisti e vicini alle posizioni di Q-Anon. Come riportato dal New York Times, sono in corso le verifiche da parte delle autorità giudiziarie per attribuire con certezza le dichiarazioni trovate sui social alla persona di DePape.

Secondo i documenti firmati dall’agente Minor ed emanati il 31 ottobre dal Tribunale distrettuale della California, intanto, David DePape è accusato di due crimini federali, tentato rapimento di un pubblico ufficiale e aggressione a un suo stretto familiare, per i quali si è già dichiarato innocente durante la prima udienza di martedì 1° novembre. L’agente Minor, negli stessi documenti, mette a verbale che DePape aveva con sé sulla scena del crimine «fascette, nastro adesivo, corda e almeno un martello» ed era quindi pronto a «trattenere e imprigionare» Nancy Pelosi, non il marito. La prova viene dalle registrazioni degli interrogatori e della telefonata al 911 riportate nel file.

Fra le dichiarazioni presenti viene ribadito che i due uomini non si conoscevano in precedenza, che DePape si è presentato come “David”, chiedendo di parlare con “Nancy” per chiederle «la verità» e se lei avesse mentito, lui le avrebbe rotto le rotule, perché lei era il «capo del branco e di tutte le bugie del Partito Democratico». Di seguito il testo originale:

«DEPAPE stated that he was going to hold Nancy hostage and talk to her. If Nancy were to tell DEPAPE the “truth,” he would let her go, and if she “lied,” he was going to break “her kneecaps.” DEPAPE was certain that Nancy would nothave told the “truth.” In the course of the interview, DEPAPE articulated he viewed Nancy as the “leader of the pack” of lies told by the Democratic Party ». (Affidavit dell’FBI, 31/10/2022)

Seppur non ancora confermato dalle indagini in corso, nel clima pre-elettorale delle elezioni di metà mandato, il movente politico contro dell’aggressione rimane quello più probabile e sostenuto dalle dichiarazioni dell’FBI nella persona di Stephanie Minor.

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