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Esclusiva

Novembre 18 2022
Non è vero che nel 2024 negli Stati Uniti non si voterà e che nel 2032 collasseranno

L’articolo di Renovatio 21 prova a costruire una narrazione catastrofistica e complottista sul futuro mondiale. Ma questa narrazione è fuorviente

Non è vero  che nel 2024 negli Stati Uniti non si voterà e che nel 2032 collasseranno

Notizia: “Gli Usa non esisteranno dopo il 2032”. E già nel 2024 “non ci saranno elezioni”

Fonte: “Gli Usa non esisteranno dopo il 2032”. E già nel 2024 “non ci saranno elezioni” – Renovatio21.com

Alla vigilia delle elezioni di metà mandato statunitensi, il sito di disinformazione Usa Watchdog rilanciava un’intervista video all’economista Martin A. Armstrong, in cui si fa riferimento a molte teorie complottiste che non hanno trovato alcuna conferma. Presunti brogli che sarebbero avvenuti durante le Midterm (rilanciando le cospirazioni repubblicane già avvenute nel 2020), un ritratto falso della situazione politica americana e, inoltre, il collasso prossimo della finanza internazionale.

L’articolo ha trovato terreno fertile in Italia, rilanciato dal sito Renovatio21.com, che ha dato credito alle informazioni fornite da Armstrong rilanciandole e conferendo al professore il merito di aver predetto il crollo della bolla del 2008.

La versione di Armstrong riportata da Renovatio21

Nelle dichiarazioni fatte a Usa Watchdog, Martin Armstrong ha dichiarato che il futuro degli Stati Uniti è appeso ad un filo, a causa della polarizzazione eccessiva che si va creando nel dibattito pubblico e che nessuno dei due partiti accetterà più l’esito di un’elezione, a partire da quelle di metà mandato appena svoltesi. Si rilanciano, inoltre, accuse infondate di brogli elettorali, sponsorizzate nelle passate elezioni presidenziali da Donald Trump. «L’inganno alle elezioni di medio termine della prossima settimana sarà così grande che è quasi impossibile fare una previsione» ha detto Armstrong, che ha poi rilanciato sostenendo che non ci saranno più elezioni e a Trump sarà impedito di ricandidarsi. Ha aggiunto che in un’elezione equa «i repubblicani vincerebbero sia Camera che Senato». Quindi, oltre a sottolineare che le elezioni dello scorso 8 novembre non siano state corrette ha poi sottolineato che delle persone che conosce in Canada «hanno ricevuto schede elettorali della Pennsylvania».

Nell’articolo vengono citati, inoltre, anche il caso delle elezioni brasiliane in cui secondo Armstrong, Bolsonaro sarebbe stato privato della vittoria, perché in atto ci sarebbe una trama «mondialista» che punta a deporre Trump, Putin, Xi Jinping e lo stesso Bolsonaro.

In quanto «esperto» di Economia si è poi soffermato sulla prossima crisi del sistema monetario internazionale, citando il caso del Regno Unito, con l’avvicendamento tra Liz Truss e Rishi Sunak, come «motivo della crisi obbligazionaria in quel Paese».

Il debunking

Riferendosi alla situazione politica americana, Armstrong descrive lo scenario come estremamente polarizzato, perché i brogli e le sconfitte elettorali non verranno accettati da entrambi i partiti. In realtà, dal 2020 ad oggi, i candidati che non hanno riconosciuto le sconfitte nelle urne sono stati solo i repubblicani, i quali, come viene spiegato dal New York Times, hanno 291 «election deniers» tra le loro fila, ovvero candidati che hanno appoggiato il tentativo di Trump di ribaltare il risultato del 2020. Tutt’oggi nelle fila del Grand Old Party ci sono politici che non hanno accettato la sconfitta alle elezioni di metà mandato, basti pensare a «accettato qualunque risultato».

La disinformazione è stata centrale durante le ultime elezioni e si è concentrata in special modo in Arizona e Pennsylvania, dove i candidati dem sfidavano due candidati sponsorizzati da Trump. In Arizona, i casi in cui le macchine per votare hanno avuto dei malfunzionamenti sono stati utilizzati come pretesti per attaccare la legittimità del voto. «È comprensibile che le persone vadano sui social media a lamentarsi delle lunghe file per votare o delle macchine per il voto difettose. Il problema nasce quando lo fa un candidato e quando il loro pubblico raccoglie quell’informazione con l’implicazione che ci sia stata una frode elettorale» ha detto alla Pbs Katy Starbird, professoressa dell’Università di Washington e membro del gruppo di ricerca Election Integrity Partnership. Il caso a cui fa riferimento Armstrong in Pennsylvania, invece, proviene da una lettera firmata da alcuni rappresentanti del partito repubblicano e diventata un caso, perché in essa si denuncia che 240.000 schede elettorali sono state spedite a elettori non certificati. Ma la risposta del Dipartimento di Stato non si è fatta attendere ed è arrivata tramite una missiva in cui si contesta la veridicità dei numeri, constatando che a pochi giorni dalle elezioni sono 7600 le schede di cui ancora non è stata notificata la ricezione.

Quanto alle tesi di Armstrong su una non candidatura di Trump per via dell’assenza di elezioni nel 2024, causate dai brogli elettorali e dalla sfiducia dell’opinione pubblica, basti citare due dati: il 15 novembre scorso Trump ha annunciato una nuova corsa alla Casa Bianca, mentre il centro di sondaggi Pew Reserarch Center ha stimato che il 73% dell’opinione pubblica statunitense ritiene il voto essenziale per essere un buon membro della società.

Martin Armstrong ha affermato anche che la prova che le principali elezioni sono soggette a frodi è stata resa chiara nella sfida tra Bolsonaro e Lula, che ha visto vincere quest’ultimo. Lo stesso Bolsonaro, pur con due giorni di ritardo e non congratulandosi con l’avversario, ha detto di aver accettato i risultati delle urne.

Infine, si arriva alla parte economica dell’articolo di Renovatio21. Il campo di studi di Armstrong. La crisi economica che ha colpito il Regno Unito non è stata causata dalla crisi del sistema monetario internazionale, ma dal piano economico, chiamato «mini-budget», della coppia formata da Liz Truss e Kwasi Kwarteng, rispettivamente primo ministro e ministro delle finanze britannici. Il piano, che ha portato al disincentivo della sterlina e a un attacco sui mercati, prevedeva un taglio molto ampio sulle tasse per i ricchi e per le imprese. Inoltre, l’Oecd, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nata nel 1961 e comprendente 38 paesi, in un recente studio dal titolo «The Future of Money» sostiene che con le nuove tipologie di valuta ci saranno da fare degli aggiustamenti, ma che saranno tali e quali a quelli che in passato hanno portato l’industria «dal sistema agricolo a quello industriale».

Il collasso finanziario che vedrebbe come protagonisti gli Stati Uniti nei prossimi anni, e rilanciato con altre tesi da Renovatio21 ( «l’idea di un prossimo collasso degli Usa è condivisa da molti, tra cui Ray Dalio, capo dell’hedge fund Bridgewater Associates») è un’altra ipotesi remota. Secondo molti economisti, come il direttore della facoltà di economia dell’Università della California at Riverside, i prossimi 12 mesi potrebbero vedere una recessione da parte degli Stati Uniti, ma è un rischio calcolato dalla Federal Reserve.