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Esclusiva

Gennaio 30 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Gennaio 31 2023
Spare, la biografia del principe Harry: due punti di vista a confronto

Il principe Harry si mette a nudo: da un’infanzia travagliata, alle difficoltà di essere un Reale, fino al coronamento di un sogno; diventare padre

Di Claudia Bisio

La biografia del Principe Harry è un evidente omaggio alla vita, e alla morte, della madre Diana, l’amata principessa del popolo.

Un racconto personale, un libro schietto e commovente che tocca tutti gli aspetti più oscuri della vita di un Reale, ma non uno a caso: della riserva. Tutta la sua vita ruota intorno alla stampa che fa il buono e il cattivo tempo e che sembrerebbe dettare legge anche all’interno di Buckingham Palace.

Spare, che secondo i giornali sarebbe stato scandalistico, pieno di retroscena impensabili detti – o meglio scritti – per affossare la corona, per dipingere la Regina Elisabetta (sua nonna) come mostro, è in realtà un viaggio introspettivo che prende per mano il lettore e fa attraversare – insieme ad Harry – tutta la sua vita. Un lavoro durato anni, trascritto poi dal Premio Pulitzer J. R. Moehringer che è riuscito a dare intensità e tridimensionalità al racconto più atteso dell’anno.

Il racconto parte con le confidenze più intime di un bambino che perde la madre inaspettatamente. Nessuno riconosce il suo dolore, il mondo continua a girare senza intoppi: l’unico che rimane alla vita prima della morte è Harry. Crede sia uno scherzo, non si rassegna, aspetta, invano, il ritorno della madre. Si crea uno scudo attorno fingendo che da un momento all’altro vedrà la madre sbucare per caso e, finalmente, quell’incubo finirà.  Racconta di un dolore primitivo mai affrontato, di cui nessuno si è mai curato e dell’inizio dell’allontanamento da suo fratello William, l’erede al trono, che anche se poco più grande di Harry, gli chiede di «far finta di non conoscermi» mentre frequentano Eaton, la scuola superiore.

Spare, la biografia del principe Harry: due punti di vista a confronto
Principe William e Principe Harry (Photo by Toby Melville – WPA Pool/Getty Images)

Dopo essersi lasciato alle spalle l’età adolescente, costellata da cannabis e alcool, Harry racconta, per parecchie pagine, della sua esperienza nell’esercito e di come la stampa, dopo un periodo di pausa dovuto da un tacito accordo tra la Famiglia Reale e i giornali dopo la morte di Diana, ha ricominciato a perseguitarlo. Titoli spesso e volentieri dispregiativi, a favore di William o del padre Carlo (che nel frattempo si è risposato con Camilla). Secondo Harry, infatti, spesso veniva sacrificato dalla stampa per favorire il consenso nei confronti di chi, secondo la Monarchia, contava di più.

La storia va verso la conclusione con l’arrivo di sua moglie, l’attrice-attivista Meghan Markle, e Harry racconta, nel dettaglio, il ruolo che la Monarchia ha avuto nel – non – proteggerla dagli attacchi razzisti della stampa. Si sofferma poco sulla condizione psicologica della moglie (al contrario di quello che viene raccontato nella serie Netflix Harry&Meghan) nonostante citi un ricordo in particolare: Meghan, prima di un evento, svela ad Harry di non voler più vivere. Il Principe, paralizzato dalla paura di perdere un’altra persona a causa della cattiveria della stampa, decide di agire, anche se vorrà dire mettersi contro la sua famiglia e la sua patria.

Svela i retroscena dei vari incontri tra lui, il fratello William, il padre Carlo, la nonna Regina Elisabetta e tre funzionari reali (che chiama Ape, Mosca e Vespa) dopo aver annunciato di volere fare un passo indietro dai doveri Reali: Harry continua a sentirsi solo e incompreso e dalla sua parte non c’è nemmeno il fratello William, con il quale ha addirittura una colluttazione. Conclude raccontando della nascita della sua secondo genita Lilibeth e della costante presenza di Diana che adesso riesce a percepire e ricordare, grazie anche al percorso di terapia che sta affrontando.

Spare, la biografia del principe Harry: due punti di vista a confronto
La principessa Diana e il principe Harry

Ogni capitolo della sua vita ha due elementi comuni: il primo è la stampa. È invadente, senza scrupoli, costantemente presente in qualsiasi tappa della vita di Harry e di chiunque gli stia attorno. Harry fa intendere che – molto spesso – a causa della stampa, ha dovuto chiudere relazioni, lasciare l’esercito, spesso costretto a scappare da Londra per rifugiarsi in Botswana. Il Principe racconta di non aver potuto fare un passo senza attirare giornalisti inferociti che secondo lui sono state alla base della rottura tra lui e la sua famiglia.

Il secondo filo conduttore è Diana. Ciò che si percepisce dalla biografia è la necessità di riappropriarsi del ricordo della vita e della morte della madre, di cui non è mai stato padrone. Una continua ricerca della presenza universale di Diana, di una guida, di una carezza che potesse dargli la certezza che è esistita, che ha amato lui e suo fratello, e che sarebbe stata eterna nello spirito. Un lieto fine che Harry non ha ancora trovato ma che sta cominciando a scrivere.

Spare, la biografia del principe Harry: due punti di vista a confronto
Il principe Harry, la duchessa Meghan Markle e i loro due figli Archie e Lilibeth

Di Silvia Andreozzi

«Disse un’ultima volta “non ce la faccio più, Harry”. L’avevo messa in vivavoce. Ero al secondo piano di Clarance House, affacciato alla finestra, circondato da mobili bellissimi. Una stanza incantevole. Le luci erano basse, il tappeto ai miei piedi un’opera d’arte. Premetti il viso contro il vetro freddo e lucido della finestra e le chiesi di incontrarci un’ultima volta, almeno per discutere».

Quel che c’è di autentico in Spare l’autobiografia del principe Harry è condensato in queste poche righe sulla fine di una delle sue relazioni. Il racconto che il figlio minore dell’attuale re d’Inghilterra fa di sé, infatti, rende l’immagine di un bambino, un ragazzo e infine un uomo circondato dalla bellezza, talvolta decadente e ingannatrice, di una monarchia moderna cristallizzata nel passato, che si sente, perché forse è, sistematicamente solo.

Solo, mentre riceve la notizia della morte della madre (William l’ha ricevuta prima di lui). Solo, mentre cammina dietro la sua bara. Solo a Eton dove il fratello, da adolescente quale era, gli chiede di fingere di non conoscerlo. Solo, incompreso da un padre che gli ha voluto bene senza riconoscersi in lui. Solo, soprattutto, di fronte alla stampa e alle sue bugie. Solo fino al momento che è il principio del libro, quando incontra il fratello e il padre a Frogmore Gardens dopo il funerale del nonno Philip, duca di Edimburgo, per discutere un’ultima volta il suo allontanamento dalla famiglia reale.

Scorrendo le 531 pagine di cui è composto il libro si dimentica l’imbarazzo percepito nella lettura delle anticipazioni proposte dalla stampa di tutto il mondo. La scrittura del Premio Pulitzer J. R. Moehringer restituisce all’esperienza di Harry Windsor una profondità che si perde solo in alcuni punti del libro, quando la retorica del documentario Netflix Harry&Meghan e dell’intervista data dai due coniugi a Oprah riemerge troppo prepotentemente, lasciando alle parole del principe di Inghilterra un senso di artificialità che risulta fuori luogo rispetto ad altri momenti del testo.

Due anni di interviste, di chiamate, di lavoro per il Ghostwriter e il protagonista del libro che si fanno sentire soprattutto nel racconto della guerra, di quanto dell’identità di Harry sia legato al suo essere soldato. E sì, certo, anche in questo caso si scorge un’accusa nei confronti della monarchia che nel salutare uno dei suoi protagonisti gli ha sottratto anche i titoli militari. Proprio a lui che ha vissuto la carriera militare come una vocazione, che si è addestrato, che ha combattuto, che ha ucciso per la sua patria, sembra dire il libro. Ma più dell’allusione c’è il racconto reale di un soldato, un resoconto lucido e disincantato dei meccanismi mentali che si mettono in moto in una persona che combatte una guerra: l’isolamento dal dolore altrui, il nemico pensato come una pedina, non più come un essere umano.

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Il principe Harry

È inedito anche il racconto del principe. Il punto di vista che Harry offre sulla monarchia britannica è sicuramente parziale e a questo punto interessato, ma comunque mai un membro importante dell’istituzione – il figlio del re – aveva offerto così intimamente sé stesso e i suoi familiari. Un paradosso, forse, se si pensa che questa è la stessa persona che riconduce gran parte della sua infelicità all’attenzione dei media che sono, insieme al fratello, i grandi cattivi nella storia di Harry.

Nel libro vengono citati i più iconici scandali che lo hanno visto protagonista. La divisa da nazista? Messa sotto consiglio di William e della sua nuova fidanzata «esperta di stile» Kate. La foto nudo a Las Vegas? Un’ingenuità. Tutto ingigantito dalla stampa che, complice il palazzo che voleva distogliere l’attenzione da altri membri della famiglia (Camilla e l’erede William), ha nutrito la sua retorica del principe superficiale che non ha mai corrisposto alla realtà.

Spare, la biografia del principe Harry: due punti di vista a confronto
Il principe William, la principessa Kate, la Duchessa di Sussex Meghan Markle e il Principe Harry

Anche se non si minimizzano i problemi deontologici della stampa inglese, quello che emerge a tratti è l’incapacità di Harry di assumersi davvero il peso delle proprie responsabilità e di riconoscere il proprio reale privilegio.

Infine, grande filo di tutto il racconto: la madre. Diana torna sempre, a legittimare il figlio e la nuora. Loro sono gli eredi. Poco importa se sotto i riflettori della monarchia sono rimasti Kate e William. A quest’ultimo, della madre, non rimane nemmeno «la celebre somiglianza, che con il passare del tempo è andata scomparendo». Sono Harry e Meghan, in questa narrazione, a meritare la stessa luce dell’amatissima principessa del popolo.

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