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Esclusiva

Febbraio 9 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 15 2023
Sanremo, al Festival una serata “per la libertà”

Il racconto della seconda serata di Sanremo in 10 step, da Sethu a Marco Mengoni, dal discorso di Fedez a Pegah, Drusilla e la Fagnani.

Dopo un inizio polemico e pieno di colpi di scena, la seconda serata del festival di Sanremo si è rivelata più tranquilla, per la gioia di Amadeus, ma all’insegna della libertà, dei diritti e delle pari opportunità. Serata importante anche dal punto della classifica. Dopo aver ascoltato tutti i restanti 14 cantanti in gara, è stata redatta la prima classifica generale del festival che vede Mengoni al primo posto.

Dopo ascolti record per la prima serata, il festival fa la doppietta. Infatti anche la seconda giornata registra uno share del 62,3 per cento, con 10.545.000 spettatori collegati. Una media che, per essere superata, è necessario tornare all’edizione del 1995 condotta da Pippo Baudo. Scopriamo, dunque, gli highlights di questa seconda serata di Sanremo in 10 step.

10 – Sethu il peggiore della seconda serata

La classifica della sala stampa ha parlato ed è Sethu ad aggiudicarsi l’ultimo posto, non solo della seconda serata del festival di Sanremo, ma anche della prima classifica generale.

Sanremo, al Festival una serata "per la libertà"
Sanremo in 10 step – la prima classifica generale

Sguardo serio, giacca strappata, quasi distrutta. L’impresa di risalire la classifica per Sethu sembra come il titolo della sua canzone: una causa persa. Nonostante ciò, il testo è orecchiabile e ha una ritmicità contagiosa. Un’esibizione che pecca di poca esperienza, ma che forse sembra essere stata punita con troppa severità. Del resto il testo della canzone parla proprio di un ragazzo solo e incompreso … un po’ come Sethu.

9 – Fedez e il freestyle contro il viceministro Bignami

Fedez prende il microfono ed è subito primo maggio. Il cantante si scaglia in un freestyle fuori programma contro il viceministro Galeazzo Bignami, il politico che aveva criticato la partecipazione di Rosa Chemical al festival di Sanremo. La questione è la stessa del concertone: è giusto utilizzare uno spazio in mondovisione per accusare una figura pubblica anche se si portano avanti degli ideali giusti?

Forse sì, soprattutto dopo una prima serata tutta dedicata all’articolo 21, alla libertà d’espressione, e una seconda serata dedicata alle pari opportunità e alla libertà. Nel suo discorso, Fedez si schiera contro le polemiche su Rosa Chemical al festival: «forse è meglio il viceministro vestito da Hitler?». Canta mostrando la foto di Bignami in costume da nazista, che poi straccia a fine dell’esibizione.

Sanremo, al Festival una serata "per la libertà"
L’immagine del viceministro Galeazzo Bignami vestito da nazista

Fedez conclude il suo fuori programma, di cui si prende tutte le responsabilità, ironizzando sui continui litigi col Codacons, criticando il ritardo per la cattura del boss Matteo Messina Denaro e, infine, ricordando il grande Gianluca Vialli «che porto qui su questo palco».

In merito si è espresso il direttore Stefano Coletta «confermo che noi non eravamo informati del discorso che voleva fare Fedez. Ci aveva solo comunicato che avrebbe cambiato la sua performance. Io sono d’accordo alla libertà d’espressione e penso che gli artisti debbano fare quello che vogliono, ma quando l’attacco diventa personale non c’è libertà che tenga. Io mi dissocio fortemente».

8 – Il deludente ritorno degli Articolo 31, non secondo la classifica

Attesissimi, tornano insieme dopo più di trent’anni. Un distacco che ha portato a J-Ax una lunga carriera come rapper, milioni di dischi venduti e stadi pieni che mettevano naturalmente l’asticella delle aspettative leggermente più alte rispetto all’esibizione che gli Articolo 31 hanno riservato al pubblico dell’Ariston.

Sanremo, al Festival una serata "per la libertà"

J-Ax in ritardo sulla base e spesso stonato, testo moscio con frasi semplici e che vengono percepite all’ascolto come senza metrica. Sembra, dunque, che la classifica sia stata troppo clemente con il duo che ha fatto sì Un bel viaggio, ma forse non un buon atterraggio sul palco dell’Ariston.

7 – L’intenso monologo del comico Angelo Duro

«Tosto… dico tosto questo discorso… ci ha dato da pensare». Resta impietrito e pensieroso Gianni Morandi, dopo aver assistito all’esibizione del provocatorio Angelo Duro, comico e personaggio televisivo. Del resto Amadeus lo ha chiarito sin da subito “Invito i moralisti a cambiare canale”: e allora via alle danze.

«All’una meno dieci mi ha fatto uscire sto cretino». Sputa sentenze su tutto Angelo Duro: il sistema di lavoro in Italia, chi prende decine di lauree per poi restare “nel suo paese a zappare la terra”. Si pone furbo, lui, orgoglioso secondo, «non voglio partecipare a questa corsa per diventare primo». Continua poi sui rapporti di coppia, sulla monogamia e sul matrimonio: «mio nonno era felice perché non tradiva la moglie, andava a puttane».

Fa sorridere, certo, fa ridere, anche. Angelo Duro è un grande interprete che mangia il palco con la sua tagliente ironia. Eppure alla fine dell’esibizione si resta impietriti, proprio come Morandi, forse con qualche spunto di riflessione in più.

Di questo ne è certo anche il direttore Stefano Coletta: «Dobbiamo fare i conti col fatto che il suo linguaggio forte incontra il favore nel pubblico raccontando una spietata verità che oltre a far sorridere e ad ammutolire le persone ha creato un interrogatorio interno in ogni identità. C’era un percorso di ragionamento non banale dietro il suo discorso».

6 – Dopo le tante polemiche “Made in Italy” è già una hit

Il più odiato, il più criticato, il meno desiderato sul palco dell’Ariston… almeno nell’arena politica, perchè qui a Sanremo Rosa Chemical è un’icona, un simbolo, una star che si prende il palcoscenico a braccia aperte e unghia finte.

Sanremo, al Festival una serata "per la libertà"
Sanremo in 10 step – Rosa Chemical

Provocatorio, irriverente, seducente, sensuale, si esibisce completamente in pelle, collare e frustino. “Made in Italy” è una hit indiscussa che ha fatto ballare e battere le mani a tempo di musica tutto il pubblico del festival. Subito sotto la cinquina vincente, Rosa Chemical porta a casa un grande trionfo per la sua prima serata a Sanremo 2023.

5 – I Black Eyed Peas trasformano il teatro in discoteca

Rivoluzionano il palco dell’Ariston e non solo: la sala stampa ha ballato come in una discoteca al ritmo della musica contagiosa dei Black Eyed Peas. Gli artisti internazionali arrivano per la prima volta a Sanremo e si esibiscono in alcune delle loro hit più famose: Mamacita, Don’t You worry e I gotta feeling. Esibizione dinamica ed elettrica.

Sanremo, al Festival una serata "per la libertà"
Sanremo in 10 step – Black Eyed Peas

4 – Morandi, Al Bano e Ranieri per la prima volta insieme

Se Sanremo è la celebrazione della canzone italiana, l’unione di queste tre grandi voci sembra quasi scontata, eppure necessaria. Per la prima volta sul palco dell’Ariston, Gianni Morandi, Al Bano e Massimo Ranieri cantano insieme e accendono il festival, la sala stampa e le case di tutti gli italiani che si sono emozionati durante la battaglia canora tra i tre artisti.

Sanremo, al Festival una serata "per la libertà"
Sanremo in 10 step – Morandi, Ranieri e Al Bano

Andavo a cento allora, Se bruciasse la città, Mattino, Rose rosse, Scende la pioggia… impossibile non cantarle anche solo leggendo i titoli: sicuramente uno dei momenti più iconici di questa seconda serata del festival.

3 – Mengoni conquista la prima classifica generale

Mengoni primo, anzi primissimo. La sua Due vite si aggiudica la posizione più alta nella classifica provvisoria di ieri e anche in quella della classifica generale di questa sera. Sorprende? Per niente. Sono giorni che giornalisti e social si prodigano a favore della canzone del cantante, che resta la figura centrale che in questa edizione può riuscire a unire il gusto di più generazioni.

Sarà questo a garantirgli il successo finale? Difficile sbilanciarsi. Marco Mengoni è un grande interprete, ricco d’esperienza e dotato di un grande controllo ed estensione vocale. La canzone resta senza dubbio bella e orecchiabile. Saranno le prossime serate e votazioni a confermare o ribaltare il risultato.

2 – Il monologo di Francesca Fagnani sul diritto all’istruzione

Francesca Fagnani porta il pubblico a Napoli, più precisamente nel carcere minorile di Nisida, nel luogo dove i detenuti hanno fatto sciocchezze, ingenuità giovanili o atti più gravi, come rapine e omicidi perché vuole dire al mondo “guardatemi voglio esistere anche io”.

«Non avevi paura di morire?» chiede la Fagnani ai giovani carcerati, ma sembra una domanda banale: nemmeno la morte ferma chi non tiene niente, chi è costretto a seguire un’alternativa già scritta dagli altri per lui.

Sanremo, al Festival una serata "per la libertà"
Sanremo in 10 step – il discorso di Francesca Fagnani

«18 anni, occhi pieni di rabbia, occhi pieni di vuoto, che chiedono aiuto e non sanno a chi. La scuola l’hanno abbandonata e, del resto, nessuno ha mai cercato loro».

La Fagnani porta sul palco un profondo monologo sull’istruzione, sulle pari opportunità, sulla rieducazione alla pena e sui carceri come luogo di redenzione.

«Un detenuto non deve essere toccato, perché lo stato non può applicare le leggi della sopraffazione e della violenza su gente che lui stesso arresta. Se non ci arriviamo per umanità, per l’articolo 27 della Costituzione, allora facciamolo per egoismo. È bene che quel delinquente, quando esce dal carcere, cambi mestiere».

1 – Pegah e Drusilla Foer unite “per la libertà”

«Se fossi stata nel mio paese, e non sul palco dell’Ariston, non avrei potuto vestirmi così o truccarmi così: non avrei potuto parlare liberamente. Sarei stata arrestata e probabilmente uccisa». Pegah Moshir Pour, attivista iraniana e italiana, si aggiudica senza ombra di dubbio il momento più commuove e profondo del festival, portando all’attenzione del pubblico ciò che sta accadendo in questi mesi in Iran.

«Ho deciso di dar voce ad una generazione nata sotto un regime di paura. La parola paradiso significa giardino protetto. Esiste un paradiso forzato? Come si può chiamare un posto dove il regime uccide persino i bambini? Vi ringrazio a nome di tutti i ragazzi iraniani perché ricordate al mondo che la musica è un diritto umano».

Ad affiancare la giovane attivista iraniana c’è l’amatissima Drusilla Foer, con cui ha recitato un testo di una canzone per tutti gli iraniani, per tutti le persone in difficoltà, per chi ha paura e, più di tutto, “per la libertà”!

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