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Esclusiva

Marzo 14 2023
Come la musica classica sta conquistando l’industria dello streaming

A pochi mesi di distanza Deutsche Gramophone e Apple Music hanno lanciato sul mercato due piattaforme per appassionati del genere classico: è un passo in avanti significativo per la fruizione del genere

Si chiama Stage + e il suo obiettivo è offrire un’esperienza a 360 gradi della musica classica: Clemens Trautmann, presidente dell’etichetta discografica Deutsche Gramophone, ne parla in termini di «approccio olistico», nel senso di integrante in un’unica piattaforma prodotti sia audio che video. Musica per gli occhi, magia per le orecchie, il motto dello spazio virtuale.

È questa la principale novità di Stage + rispetto alle altre piattaforme: a offrire un repertorio di concerti in streaming non è infatti la prima, visti anche gli esempi di ArteConcert, Opera, e le tv delle diverse sale da concerto come la prestigiosissima Digital Concert Hall dei Berliner Philarmoniker (la più all’avanguardia per quanto riguarda le tecnologie video e audio, tanto da contare ogni anno abbonati da tutto il mondo).

Stage + è stata lanciata a novembre del 2022 con un catalogo che spazia da concerti in live streaming e on demand da tutto il mondo a pubblicazioni storiche dell’etichetta discografica, fino a documentari e interviste esclusive: l’ultima, ad esempio, alla compositrice e violoncellista Hildur Guðnadóttir, recentemente alla ribalta per aver affiancato Cate Blanchett in Tàr, drammatico ritratto di una direttrice d’orchestra e candidato a sei statuette agli Oscar 2023.

Come la musica classica sta conquistando l'industria dello streaming
Stage+

Inoltre, l’obiettivo di Deutsche Gramophone è offrire ogni settimana almeno una nuova esibizione live: insomma, da Singapore a Bayreuth, i concerti di tutto il mondo – e la musica di tutto il mondo – arrivano in 4k e audio di alta qualità a portata di smartphone a soli 14,99 euro al mese. Una novità dirompente nel panorama della fruizione della musica classica, poiché Stage + ha intenzione di stringere accordi con le maggiori istituzioni concertistiche per poter disporre di un catalogo il più possibile globale, e che rappresenta un’operazione senza pari per un ampliamento sempre più democratico della platea d’ascolto, soprattutto per accrescere i giovani ascoltatori.

Recentemente, la musica classica era stata promossa anche da Tik Tok attraverso l’hashtag ClassicalMusic e invitando Hans Zimmer e Lang Lang a condividere le proprie playlist di brani classici preferiti. Un segno che anche il social più diffuso tra la fascia under 25 aveva cominciato a prestare attenzione alla crescita d’attenzione che giovani musicisti classici stavano ricevendo sui propri profili. E, guarda caso, anche TikTok aveva cominciato a promuovere live dei concertisti più noti, come il cinese Lang Lang.

Come la musica classica sta conquistando l'industria dello streaming
Apple Music Classical, 2023

Il 28 marzo, invece, Apple lancerà Music Classical, un’applicazione esclusivamente dedicata alla musica classica con 5 milioni di brani e un ascolto ad alta risoluzione – fino a 192 kHz/24 bit Hi-Res Lossless e in alcuni casi in versione spaziale. Un progetto che è anche una scommessa, di cui sarà interessante studiare l’evoluzione e l’impatto – per tutte le criticità che rappresenta una piattaforma specifica per un solo genere.

Stage + e Apple Music Classica rappresentano l’inizio di una risposta completa – e sempre più diffusa – alla trasformazione della discografia verso il digitale e alla sua accelerazione a causa della pandemia. I dati Ifpi – l’International Federation of Phonographic Industry – del 2022 testimoniano che il tempo trascorso ad ascoltare musica tramite lo streaming in abbonamento è in aumento rispetto agli anni scorsi, e ad usufruirne di più è la fascia d’età 16 – 24 anni. Non sarà una crescita alla Netflix, ma uno sviluppo che dimostra quanto gli appassionati di musica classica si stanno ritagliando una fascia importante d’ascolto.

E poi c’è anche l’effetto inverso: le nuove piattaforme permetto una rivitalizzazione della performance da concerto – spesso meno accessibile rispetto a un cd o a un film – e fanno sì che le persone prendano confidenza nei confronti di un genere considerato elitario e inaccessibile. Per riscoprirne, così, la sua incredibile bellezza.  

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