Esclusiva

Aprile 19 2023
Niente regole in amore e nel trucco

Nonostante il grande successo riscosso sui social dall’armocromia, il make-up artist delle celebrità Simone Belli vede questa teoria con scetticismo

«L’armocromia è una banale “teoria” dettata sui social perché i concetti di fenotipo e di scelta dei colori più adatti alla propria immagine sono sempre esistiti. Insomma, l’armocromia non è né una scienza né tantomeno una novità» commenta Simone Belli, make-up artist di fama internazionale e fondatore nel 2010 della Simone Belli Academy, vicino alla meravigliosa Villa Doria Pamphilij a Roma.

Dopo aver collaborato a lungo come consulente per i brand più famosi del settore, da Givenchy a Dior, passando per L’Oréal Paris e Armani Beauty, nel 2018 Simone ha lanciato una sua linea di cosmetici, AK Simone Belli. Ma è conosciuto anche per aver valorizzato i volti delle attrici, nazionali ed internazionali, che hanno sfilato sui red carpet dei principali Festival del Cinema: Helen Mirren, Laetitia Casta e Matilde Gioli sono solo alcune tra le donne che sono passate sotto i pennelli di Simone, affidando a lui la cura della loro bellezza.

Niente regole in amore e nel trucco
L’attrice Matilde Gioli alla 79esima edizione del Festival del Cinema di Venezia

Qualche anno dopo aver fondato la sua scuola di make-up, Simone si è ritagliato anche degli spazi televisivi dove dispensare preziosi consigli a tutte le donne che lo seguono, come quello su Sky Arte. Sebbene anche sui social abbia riscosso molto successo, guadagnando più di 260.000 followers su Instagram, Simone si tiene ben lontano dalle tendenze che nascono, spopolano e muoiono tra un reel e l’altro, rimanendo fedele agli insegnamenti base che distinguono un truccatore professionista da un influencer.

«Quando si parla di fenotipo, ci si riferisce all’insieme delle caratteristiche morfologiche e non solo di un individuo. Se volessimo utilizzare un termine in voga, diremmo armocromia, che si sofferma solo sull’aspetto cromatico, tralasciando quello morfologico. Ciò che oggi viene spacciato come “tendenza” altro non è che la base accademica di un make-up artist e viene affrontato senza una vera esperienza alle spalle: la scelta dei colori e delle stagioni di appartenenza non è legata soltanto al nostro tono e sottotono, ma anche alla personalità e alla morfologia. Perciò, non sempre la teoria corrisponde alla realtà: è qui che l’esperienza diventa indispensabile per qualsiasi valutazione» afferma Simone, riferendosi a chi ha fatto dell’armocromia la sua gallina dalle uova d’oro.

Tra questi spicca l’ultimo romanzo best seller pubblicato nel 2019 dall’imprenditrice e consulente d’immagine Rossella Migliaccio, Armocromia: il metodo dei colori amici che rivoluziona la vita e non solo l’immagine, in cui l’armocromia viene presentata come appunto un metodo scientifico che, analizzando la composizione cutanea di una persona, intende valorizzarne la bellezza attraverso il giusto abbinamento di colori nel trucco e nell’abbigliamento, in armonia con la stagione che rappresenta i colori di un incarnato.

Una teoria che Simone smonta sostenendo che «esistono sicuramente dei colori che possono esaltare di più il volto di una donna rispetto ad altri, ma la scelta del make-up non è determinata da nessuna stagione. Nel valorizzare l’incarnato di una donna, io faccio delle valutazioni ben lontane da questi concetti: ad esempio, uno dei colori più complessi da abbinare è l’azzurro, a prescindere dalla nostra stagione. Credo sia più corretto parlare di colori che valorizzano ed altri che per finish (finitura o effetto finale che il prodotto avrà una volta applicato sulla pelle, ndr) e intensità possono incupire, irrigidire o invecchiare. Se è vero che è molto complesso scegliere make-up e abbigliamento in base a tono, sottotono e sovrattono, allo stesso modo tale scelta non può essere riassumibile in blandi e approssimativi giochi con cartoncini colorati o foulard per determinarne i parametri».

Niente regole in amore e nel trucco
L’attrice britannica Helen Mirren alla 74esima edizione del Festival del Cinema di Venezia

Uno degli elementi più difficili da definire per un truccatore è il colore del fondotinta perché bisogna tenere conto non solo del tono, del sottotono e del sovrattono della pelle, ma anche di altre sue caratteristiche come il livello di idratazione e la sua oleosità. «Spesso, nella scelta del colore del fondotinta, basarsi solo sulla teoria porta a gravi errori finali come facce rosa porcellino o grigie come un cadavere» commenta Simone, aggiungendo che non è tanto il colore degli occhi ad influenzare la scelta delle tinte più adatte ad un incarnato, quanto piuttosto la loro forma.

Stesso discorso vale anche per la bocca, in cui entrano in gioco parametri come la forma delle labbra e dei denti, che influenzano a loro volta la scelta della giusta tonalità. Uno dei colori più democratici della palette labbra è proprio il rosso, che «ha la capacità di donare luminosità, freschezza e glamour ad ogni donna. Ad esempio, un rossetto finish mat (a finitura opaca, ndr) è adatto a tutte perché più facile da indossare, mentre per quanto riguarda la sfumatura si fa una valutazione su quale tonalità sia più valorizzante» rivela il make-up artist.

Se da un lato l’armocromia e i look proposti dalle influencer sui social hanno ottenuto comunque un buon successo, venendo imitate soprattutto dalle ragazze più giovani, dall’altro è vero anche che «le donne oggi amano scegliere a prescindere da cosa sia indicato come di tendenza» conclude Simone, enfatizzando l’importanza di prodotti di qualità in termini di tenuta, trasparenza e cura. 

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