Esclusiva

Maggio 2 2023
Non ci sono elementi chimici iniettati nelle nubi

Il sito Byoblu afferma che la manipolazione artificiale del clima è condotta senza consenso e con informazioni ambigue per i cittadini

Più di 50 stati starebbero manipolando il clima «conducendo esperimenti che sarebbero in corso da decenni in varie zone del pianeta, tutto questo senza alcun consenso né adeguata informazione per i cittadini. E anche in questo caso la valutazione rischi-benefici di questi esperimenti resta una materia controversa».


Questo è quanto riportato dal sito Byoblu, riconosciuto da NewsGuard tra i dieci maggiori siti italiani di disinformazione, in un articolo dal titolo: “Geoingegneria: più di 50 stati manipolano il clima, lo rivela l’agenzia meteorologica spagnola”. La notizia è falsa e decontestualizzata.


Il servizio considera come fonte l’Agencia Estatal de Meterologia (AEMET), ente spagnolo del clima attualmente dipendente dal Ministero per la Transizione Ecologica e la Sfida Demografica attraverso la Segreteria di Stato per l’Ambiente.


La notizia usa una narrazione negativa e complottistica di ciò che realmente è la modifica artificiale del clima. AEMET riporta effettivamente sul suo sito che «più di 50 paesi svolgono attività sulla modifica artificiale del tempo, il cui stato si riflette nei rapporti periodici realizzati dal Comitato di esperti dell’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO). Queste attività sono finalizzate a: Aumentare moderatamente le precipitazioni (10-20%): ridurre le dimensioni della grandine e i danni provocati; disperdere la nebbia localmente».


Non è riportato da nessuna parte, però, che la cosiddetta manipolazione del clima vada intesa come qualcosa di nocivo, di ignoto alla popolazione e controverso. «La definizione stessa porge un po’ il fianco a teorie complottistiche» afferma la meteorologa Serena Giacomin, «il termine manipolazione viene spesso inteso in maniera negativa e andrebbe fatta chiarezza anche sull’uso dei termini clima e meteo, e dunque sulla differenza tra modifica parziale di una condizione atmosferica localizzata e modifica del sistema climatico. La climatologia definisce caratteristiche atmosferiche su una base di dati di almeno 30 anni e – dunque – un clima che cambia è un clima in cui si osservano delle variazioni progressive sul medio e lungo termine. La meteorologia ha una scala temporale molto più ridotta, analizzando la variabilità atmosferica giorno dopo giorno e studiando la possibile evoluzione (le previsioni del tempo) per pochi giorni successivi».

L’esempio delle scie di condensazione

Il sito allega un pdf dell’AEMET che spiega cosa sono le scie di condensazione e risponde ad alcune delle domande più frequenti, tra esse, se questo tipo di pratica per la modifica del clima sia nocivo o meno.
Le scie di condensazione, riporta il sito dell’AEMET, «sono nuvole di ghiaccio, sotto forma di lunghe file, che a volte nascono dal passaggio di un aereo, a causa della condensazione del vapore acqueo contenuto nelle emissioni del motore».


I motori degli aerei emettono vapore acqueo, anidride carbonica (CO2), piccole quantità di ossidi di azoto (NOx), idrocarburi, monossido di carbonio, gas di zolfo, fuliggine e particelle metalliche. Di tutti questi gas e particelle, il vapore acqueo è l’unico fattore rilevante per la formazione di scie di condensazione.
L’articolo fa subito chiarezza: non si tratta di scie chimiche (chemtrails), ma di scie di condensazione (contrails abbreviazione di condensation trails).


AEMET spiega che le scie di condensazione «non possono avvelenarci, come credono alcuni». Quello che, invece, deve preoccupare è l’impatto dei voli aerei sul lungo termine, soprattutto per quanto riguarda il riscaldamento globale, ma questo come ogni altro tipo di volo aereo.

Il blog di AEMET

Byoblu fa poi riferimento ad un articolo caricato sul blog di AEMET, citando frasi non integralmente, dando rilievo solo alle incertezze, senza contare gli aspetti positivi della modifica artificiale del clima.

AEMET, invece, riporta: «Da un lato, molte delle tecniche utilizzate si basano su conoscenze scientifiche consolidate, spinte dai grandi progressi compiuti nella conoscenza delle nuvole, dal miglioramento dei sistemi di osservazione e dai progressi nella modellazione numerica del loro funzionamento, per sono ancora molte le incertezze. Inoltre, i risultati sono difficili da valutare, poiché le situazioni meteorologiche presentano una grande variabilità dovuta a fattori difficili da analizzare. Ecco perché i risultati, spesso discreti, sono complessi da analizzare statisticamente e valutare se sono significativi».


«Si evidenzia ancora una volta la differenza tra meteo (grande variabilità atmosferica) e clima (necessità di un’analisi statistica). La variabilità atmosferica e il fatto che le tecniche utilizzate si applichino a casi sempre differenti (l’atmosfera non è mai uguale a se stessa) rendono difficile una comprensione completa dei possibili impatti a lungo termine sul sistema climatico. Ma non c’è nulla di complottistico o ignoto alla popolazione» continua Giacomin.


Byoblu scrive che per l’alterazione del clima vengono utilizzati razzi esplosivi o cannoni sonici per combattere la grandine, o ancora, la tecnica del cloud seeding, sottolineando come le applicazioni di queste tecniche siano ignote con un successo non garantito «ed è conveniente valutare bene un’analisi costi-benefici».


Quanto riportato è vero, ma decontestualizzato: l’articolo sul blog di AEMET va a fare un excursus su tutte le tecniche e le tecnologie utilizzate nel tempo dalla scienza per l’alterazione artificiale del clima. Infatti, spiega anche che «negli ultimi anni, l’uso di nuovi materiali vegetali sintetizzati sulla base di nanotecnologie che assorbono con successo più vapore acqueo rispetto ad altre sostanze e con la capacità di formare gocce è emerso come una nuova tecnologia di ricerca per aumentare le precipitazioni di acqua più grande».

No, non iniettano elementi chimici nelle nuvole

L’ultimo paragrafo dell’articolo si concentra sugli elementi chimici che sarebbero iniettati nelle nuvole.


«Anche qui va fatta chiarezza. Tutto è chimica, anche in atmosfera è tutto fisica e chimica, dire chimica non vuol dire “male”. Quelli che vengono iniettati sono ioduri d’argento che sono sali. Il sale in sé è igroscopico, in poche parole è capace di catturare l’umidità presente in aria. È un nucleo di condensazione perfetto. Attorno a questo sale va a condensare il vapore d’acqua in forma gassosa, forma la goccia di pioggia e quando è sufficientemente pesante cade a terra».


AEMET ribadisce, infatti, che «il cloud seeding viene utilizzato con composti come lo ioduro d’argento, il composto più utilizzato, il cloruro di sodio o anche il ghiaccio secco. Si ritiene che, nelle basse concentrazioni dei suddetti prodotti utilizzati e nelle limitate scale spaziali e temporali di azione, tale piantumazione sia un’azione innocua per l’ambiente» e che non siano, dunque, elementi chimici dannosi nemmeno per gli uomini.


Il blog riporta nelle sue conclusioni che molte delle tecniche utilizzate nella modifica meteorologica artificiale si basano su conoscenze scientifiche consolidate, guidate dai grandi progressi compiuti nella conoscenza delle nuvole, dal miglioramento dei sistemi di osservazione e dai progressi nella modellazione numerica del loro funzionamento, ma ci sono ancora molte incertezze.


«Il cloud seeding, ovvero l’inseminazione artificiale delle nubi, permette di far piovere dove altrimenti non avrebbe piovuto. Questa tecnica è molto ben conosciuta e va a favorire il meccanismo di condensazione e ad accelerare e creare la precipitazione. Quello che manca da questo punto di vista sono degli studi per lungo tempo e su larga scala».

Fonti

Notizia – https://www.byoblu.com/2023/04/23/geoingegneria-piu-di-50-stati-manipolano-il-clima-lo-rivela-lagenzia-meteorologica-spagnola/

https://www.aemet.es/es/conocermas/modificacion_artificial_tiempo

https://www.aemet.es/documentos/es/conocermas/modificacion_artificial_tiempo/estelas_condensacion.pdf

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