Esclusiva

Maggio 21 2023
Il cambiamento climatico è reale e l’IPCC non sta nascondendo alcuna incertezza sul futuro aumento delle temperature

Nel canale Telegram Distopia 2.0 circolano false notizie relative ai dati forniti dell’ONU

La notizia dal titolo “L’IPCC ammette che molte delle sue cupe previsioni sul clima sono poco probabili” è stata riportata dal canale Telegram ‘Distopia 2.0’. Secondo l’autore, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), foro scientifico delle Nazioni Unite che analizza il cambiamento climatico e scenari futuri per elaborare le migliori strategie di mitigazione e adattamento, nel suo Sesto Rapporto di Valutazione (AR6) avrebbe nascosto in alcune parti del report una «ammissione di improbabilità» che i prospettati scenari di emissioni di gas serra si verifichino. 

«La credibilità dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha subito un duro colpo: una ricerca pubblicata di recente mostra che il 42% dei suoi scenari climatici si basa su improbabili aumenti della temperatura futura, che persino l’organismo stesso ritiene “poco probabili”.»

La ricerca citata è stata pubblicata dalla Climate Intelligence Foundation (CLINTEL), una rete che presenta legami di alto livello con la politica conservatrice e l’industria, in particolare quella mineraria. Come riporta anche il sito di fact checking Desmog, si tratta di “un gruppo olandese di negazione delle scienze climatiche fondato nel 2019 dal professore di geofisica in pensione Guus Berkhout e dal giornalista Marcel Crok. La sua visione principale è che “non c’è un’emergenza climatica.” 

Nel report citato da Distopia 2.0 intitolato The Frozen Climate Views of the IPCC, a pagina 13, gli autori sostengono che, nel Sesto Rapporto di Valutazione, l’IPCC, parlando dei possibili scenari di emissioni di gas serra, abbia menzionato nel 42% dei casi lo scenario SSP5-8.5, quello in cui la temperatura globale raggiunge i 5°C, per poi giungere alla conclusione secondo cui il Sesto Rapporto, per questo motivo, perderebbe di credibilità. 

Tra le due affermazioni manca un rapporto diretto di causa-effetto e non si chiarisce sulla base di quale analisi sia stato riportato il dato.  

Lo stesso Panel Intergovernativo considera lo scenario SSP5-8.5 il meno probabile che si verifichi proprio perché si presenterebbe solo nel caso di una totale assenza di azioni concrete da parte degli Stati. Ogni volta che vengono analizzate le potenziali conseguenze del cambiamento climatico, l’IPCC chiarisce cosa potrebbe accadere in ognuno dei possibili scenari di emissioni considerati: very low GHG emissions scenario (SSP1-1.9); under the low GHG emissions scenario (SSP1-2.6); high GHG emissions scenarios (SSP2-4.5, SSP3-7.0); very high GHG emissions scenario (SSP5-8.5). 

Inoltre, il testo di Distopia 2.0 distorce le parole del report di CLINTEL quando afferma «il 42% dei suoi [dell’IPCC] scenari climatici si basa su improbabili aumenti della temperatura futura». 

Sempre secondo Distopia 2.0, la “prova” dell’inconsistenza delle rilevazioni del Panel sarebbe nascosta nella volontà di nascondere quella che viene ritenuta una «ammissione di improbabilità»:

«La ricerca rileva che l’ammissione di improbabilità da parte dell’IPCC è “profondamente sepolta” nel Sesto Rapporto di Valutazione (AR6) ed è “difficile che venga letta dai responsabili politici”. Più precisamente, in una nota a piè di pagina del rapporto si legge (pag. 30):“Gli scenari di emissioni [di gas serra] molto elevate [SSP5-8.5] sono diventati meno probabili, ma non possono essere esclusi”. »

La nota ripresa dal report dell’IPCC è decontestualizzata e parziale. Nel Sesto Rapporto, a pagina 30, nota 49, si legge “Scenari di emissione molto elevati sono diventati meno probabili, ma non possono essere esclusi. I livelli di temperatura > 4°C possono derivare da scenari di emissioni molto elevate, ma possono anche derivare da scenari di emissioni inferiori se la sensibilità al clima o il ciclo del carbonio sono superiori alla migliore stima”. 

Distopia 2.0 continua menzionando «lo scienziato del clima Roger Pielke Jr.»: 

«Lo stratagemma “non si può escludere”, sottolinea Pielke, offre all’IPCC un modo per mantenere gli scenari estremi al centro del rapporto, eludendo al contempo qualsiasi discussione sulla plausibilità. Questi scenari estremi sono ritenuti incontestabili dalla maggior parte dei media: senza una crisi climatica, le politiche per la riduzione delle “emissioni climalteranti” non avrebbero alcuna legittimità». 

Secondo le informazioni raccolte dal sito di fact checking Desmog, Pielke Jr. ha conseguito diplomi accademici in matematica, politiche pubbliche e scienze politiche. Ha iniziato a studiare gli eventi climatici estremi e il clima nel 1991 presso il National Center for Atmospheric Research di Boulder, CO. ed è ritenuto da molti vicino ad ambienti ideologici di destra ed è stato spesso citato dai negazionisti del cambiamento climatico. «Mentre Pielke Jr. sostiene di non essere uno scettico sul cambiamento climatico e accetta che il cambiamento climatico causato dall’uomo sia un problema reale, si è costantemente opposto all’idea che gli eventi meteorologici estremi e il cambiamento climatico siano collegati. Il padre di Pielke, Roger A. Pielke Sr., è anche un critico esplicito del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Pielke Jr. ha descritto la ricerca che mostra il legame tra condizioni meteorologiche estreme e il cambiamento climatico come “zombie science.”». 

Il Sesto Rapporto dell’IPCC non mette al centro lo scenario più estremo (SSP5-8.5), lo considera al pari degli altri per fare delle previsioni quanto accurate e che tengano conto di tutti gli scenari possibili, anche i più improbabili. Gli scenari estremi non rappresentano la base per affermare l’urgenza di affrontare un cambiamento climatico in atto, vengono solo riportati come ipotesi da contemplare se oggi non venissero intraprese azioni concrete per il futuro. Come scrive l’IPCC, «A breve termine (2021-2040) è molto probabile che il livello del riscaldamento globale di 1,5 ºC sia superato se fossimo davanti a elevate emissioni di gas serra come nello scenario SSP5-8.5, è probabile che venga superato negli scenari di emissioni medie e alte (SSP2-4.5, SSP3-7.0), più probabile che non venga superato nello scenario di basse emissioni di gas a effetto serra (SSP1-2.6) e più probabile che non venga raggiunto nello scenario a emissioni molto basse». 

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