Esclusiva

Giugno 7 2023
Il muro della vergogna che divide Messico e Stati Uniti

Già nelle poche ore dopo l’abolizione del Titolo 42 sono state compiute azioni che hanno offerto una cupa suggestione dei giorni a venire

Una rete, alta due metri e ricoperta dal filo spinato in alto. Questa è la prima immagine degli Stati Uniti che appare davanti agli occhi dei migranti che stanno cercando di iniziare una nuova vita. Giorni passati nel deserto, pensando che non sarebbero riusciti a sopravvivere, un viaggio in cui hanno affidato le loro vite nelle mani degli smugglers, i trafficanti di uomini. 

Il 12 maggio è stato abolito il Titolo 42, la legge straordinaria inserita dal governo Trump durante la pandemia di Covid 19. La norma, appellandosi a ragioni sanitarie, permetteva il respingimento in massa dei migranti che volevano entrare in Usa dal confine messicano. Il Presidente Joe Biden ha deciso di revocare questo ordine di sanità pubblica, che aveva bloccato l’accesso alle richieste di asilo al confine per più di tre anni. Mentre ci si raccontava di un confine ormai aperto e di Biden disposto e volenteroso che i migranti diventassero americani, il Presidente ha sostituito il provvedimento con una nuova serie di politiche di applicazione delle norme di frontiera che avrebbero avuto più o meno lo stesso effetto.

Ora la situazione sta solo peggiorando. «Con l’eliminazione del Titolo 42, è stata inserita una legge ancora più punitiva verso i migranti: ora abbiamo il Titolo 8. Con questa nuova norma le persone vengono direttamente punite se attraversano i confini», ha raccontato Dora Rodriguez, una migrante salvadoregna che da anni vive a Tucson, Arizona, lavorando come assistente sociale e prestando soccorso alle persone che cercano di attraversare il confine. Dora è arrivata negli Stati Uniti a 19 anni, nel 1980. È una dei 13 salvadoregni sopravvissuti quando altre 14 persone del gruppo morirono dopo essere state abbandonate dalla loro guida e lasciate a vagare vicino all’Organ Pipe Cactus National Monument, in Arizona.

Il muro della vergogna che divide Messico e Stati Uniti
Credit: REUTERS

«L’approccio generale dell’amministrazione Biden è quello di creare percorsi legali per l’ingresso negli Stati Uniti e di imporre conseguenze più severe per chi cercherà di attraversare il confine illegalmente», ha dichiarato il segretario del Dipartimento di Sicurezza Nazionale, Alejandro Mayorkas. Presentarsi semplicemente alle porte della nazione non è più sufficiente: i richiedenti asilo possono scaricare un’app e iscriversi a una fila elettronica. Coloro che non avranno prima chiesto asilo in un altro Paese non potranno entrare

Si delinea così un’accelerazione delle deportazioni e una modifica dei colloqui di asilo per renderli più difficili da superare.

Mentre i giornali americani pubblicavano notizie di una ritrovata calma oltre il confine, già dopo poche ore dall’abolizione del Titolo 42, le conseguenze delle nuove misure si potevano vedere chiaramente e hanno offerto una cupa suggestione dei giorni a venire

Seguendo l’appello dei leader politici di destra dello Stato, vigilanti armati hanno perseguitato e molestato i fornitori di aiuti umanitari durante il giorno e al calar della notte hanno rastrellato i bambini migranti nel buio. Gli eventi hanno fatto seguito a settimane di crescenti tensioni, tra cui l’arresto di un volontario, che da tempo porta aiuti al confine, da parte delle autorità federali. Nel mezzo, come sempre, c’erano famiglie disperate che affrontavano un deserto mortale.

Dora Rodriguez stava guidando il camion di volontari dei Samaritani di Tucson e Green Valley-Sahuarita lungo il muro di confine per identificare i richiedenti asilo che avevano bisogno di aiuto. 

Un pick-up bianco con a bordo circa quattro vigilantes ha fermato i volontari, accusandoli di lavorare per i cartelli e di essere trafficanti.  I vigilantes hanno iniziato a pedinarli e li hanno seguiti per circa 10 miglia lungo la strada sterrata che corre parallela al muro di 30 metri, ha raccontato Dora. «Mi sono spaventata molto quando ho capito cosa stava succedendo». 

«È sempre la stessa storia ad ogni elezione: vengono fatte molte promesse di cambiare e risolvere il problema dei migranti. Ma il fatto è che la migrazione non è un problema, gli Stati Uniti si fondano sugli immigrati, ma i politici usano questo tema per ottenere consensi. Ogni Presidente fa promesse che non mantiene, durante il governo di Obama ci sono state tantissime deportazioni e separazioni di migliaia famiglie, e anche Joe Biden si sta dimostrando uguale ai suoi predecessori». 

Il muro della vergogna che divide Messico e Stati Uniti
Credit: REUTERS

«Attraversare il confine è diventato sempre più pericoloso», continua Dora. «Nel 2020 le persone che emigravano venivano etichettate come “terroristi” e il muro che da anni avevano iniziato a costruire è stato anche militarizzato. Hanno installato telecamere di sorveglianza, torri di controllo. 

Questo rafforzamento delle frontiere ha ucciso un sacco di persone che cercavano di attraversare, è come un genocidio, vista la quantità di persone che è ha perso la vita. Dal 2000 ad oggi sono più di 4000 le persone che ancora non sono state trovate, ma ci sono anche tantissime persone scomparse che nessuno cerca. È veramente crudele quello che succede qui e nessuno lavora per trovare una soluzione».Si pensava che l’abolizione del Titolo 42, una legge che Rodriguez definisce «un crimine contro l’umanità», avrebbe riportato a una maggiore equità di trattamento dei migranti, invece già dalle prime ore dalla sua abolizione sembra che la situazione possa solo che peggiorare.

Leggi anche: Non è un paese per neri